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COMUNICATO STAMPA  n. 0243

 
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Sanità: riforma, il dibattito in aula

Gli interventi di Stefano Mugnai (Fi), Monica Sgherri (Rc/Ci), Marco Carraresi (Udc), Mauro Romanelli (Gruppo Misto), Maria Luisa Chincarini (Gruppo Misto), Gian Luca Lazzeri (+Tosc)

 

3 marzo 2015

 

Firenze – “Questa Riforma è un refuso della politica. Si affermano verità smentite nella quotidianità”. Così Stefano Mugnai (Fi), vicepresidente della commissione Sanità in Consiglio regionale, nel corso del dibattito che ha seguito la comunicazione dell’assessore Luigi Marroni sul riordino del sistema sanitario toscano. Secondo Mugnai, parallele alle “verità” contenute nella comunicazione esistono “quelle dei cittadini” che “come un termometro, misurano quotidianamente la qualità della sanità regionale”. “E sono proprio loro – ha continuato il vicepresidente – a dirci che le criticità ci sono eccome. Le liste di attesa, per esempio, cui si risponde creando un Cup di secondo livello”. “L’intasamento dei pronto soccorso” è dovuto alla “mancanza di posti letto nei reparti”. “Sono anni che stressate il sistema con temi quali l’appropriatezza” e anche sulla governance Mugnai ha osservato che la riforma definita “epocale” chiede “sacrifici ai cittadini, mentre si dovrebbe metter mano al taglio di apparati e burocrazie. Le riduzioni annunciate stentano a fare massa critica, sarebbe meglio ammettere che il grosso del risparmio deriverà dal taglio dei dipendenti che voi definite esuberi” ha continuato. “In questi cinque anni di commissione abbiamo visto una grande quantità di atti. Non ho memoria di nessuna proposta di legge che abbia ottenuto tanto dissenso da parte di operatori, sindaci e uffici giuridici del Consiglio. La sfida lanciata dal governatore Rossi è ormai una sfida persa”. “Questa comunicazione ha il sapore di un’anticipazione di comizi elettorali. Una serie di buoni propositi e nessun appunto vero”. Così Monica Sgherri (Rc/Ci) che ha parlato di un sistema in cui “non è vero che va tutto bene. Da un paio di anni ormai stiamo vivendo una nuova sanità dove si cedono pezzi consistenti al Terzo Settore e al privato”. È dunque una “profonda delusione” per Sgherri la riforma annunciata in cui, tra l’altro, “non ci sarà spazio per i cittadini per pensare a forme di assicurazione o mutualistiche. Quando il posto di lavoro ancora c’è, ci sono salari che lo impediranno”. C’è, secondo la consigliera, uno “spostamento della spesa nelle tasche dei cittadini”. Un solo punto è stato definito “qualitativo: il nostro sistema non può reggere ai tagli. Ma questo lo sapevamo già. La parte più consistente dei risparmi la troviamo negli esuberi e quindi nei tagli lineari e con il rischio di chiusura di strutture di reparto”. “Avremo una Toscana accentrata che avrà servizi e territori sempre più marginali ed emarginati dove il diritto alla salute sarà profondamente rimesso in discussione”. “Non è allora più vero – ha concluso – che siamo tutti uguali davanti alla sanità”. “La Regione Toscana ha da tempo fatto dell’equilibrio economico del proprio sistema sanitario una sorta di obiettivo maniacale. Occorre ammettere che è un fatto apprezzabile, ma non è certo garanzia assoluta di evoluzione e crescita del sistema stesso”. Così Marco Carraresi (Udc) secondo il quale “a fronte di minori risorse a disposizione”, la sanità toscana “riuscirà ad offrire livelli di assistenza finora garantiti solo se saprà riorganizzarsi radicalmente attraverso azioni non più rinviabili”. Tra queste la “rimodulazione della rete ospedaliera, un nuovo ruolo dei medici di medicina generale, una maggiore offerta di servizi assistenziali sul territorio, la ridefinizione dei compiti delle aziende ospedaliero - universitarie”. Per Carraresi ci dovrà poi essere un “adeguamento dell’intero sistema” che “non potrà essere limitato solo agli aspetti economici, pur fondamentali”. Si dovrà in sostanza mettere mano a “tutta l’architettura istituzionale ed organizzativa” perché per “troppo tempo la sanità toscana è rimasta la sommatoria delle strutture e delle attività delle dodici aziende usl e delle quattro aziende ospedaliere poi divenute ospedaliero - universitarie”. Per Carraresi, infine, “riorganizzare non significa semplicemente tagliare” ma “eliminare sprechi e sovrapposizioni”. Il “vero risparmio” sta insomma nella “complessiva riorganizzazione del sistema regionale con meno burocrazia, meno dirigenti, meno primariati inutili, meno duplicazione di reparti”. “L’onestà intellettuale di questa comunicazione è nella sua genericità. Il punto politico che ritroviamo nei contenuti viene gioco forza subito dall’assessore Marroni”. Così Mauro Romanelli (Gruppo Misto) che ha parlato di una riforma fatta “per scelta politica” da un governo regionale che “ha deciso di dire sì a tagli indebiti e arbitrali”. “Per questo motivo non possiamo condividerla e non la sosterremo”. Secondo il consigliere la comunicazione è “onesta quando dice che i costi di questa sanità non sono più sostenibili” ma ha poi criticato quel “taglio di migliaia di posti di lavoro che si ripercuoterà sulla prevenzione”. “Povertà e marginalità – ha detto – sono le prime forme di malattia. Come si fa a non pensare che il taglio di personale e di materiale non avrà ricadute pesanti sui piccoli ospedali?”. “La nostra sanità è tra le migliori d’Italia. Azzarderei a dire d’Europa se non addirittura mondiale. Sono convinta della bontà dell’impianto complessivo della riforma anche se mantengo qualche dubbio sulla tempistica. Credo che avremmo potuto diluirla con più calma per impostare meglio il lavoro”. Così Maria Luisa Chincarini (Gruppo Misto) che si è detta “convinta” della necessità di “tagli su cose inutili ed eccessive” eppure, sulla riorganizzazione del personale, ha detto che sarebbe auspicabile avere un “quadro più approfondito”. La consigliera ha quindi osservato che occorre “investire anche sulla cultura del cittadino paziente perché possa avere quello di cui ha realmente bisogno”. Critiche sono invece state spese sul “potenziamento delle società della salute pressoché sconosciute ai toscani”. Di relazione che “illustra filosofia e problemi” ha parlato Gian Luca Lazzeri (Più Tosc.) secondo il quale la riorganizzazione avrà la “portata di un commissariamento, non sarà una riforma”. “Crediamo nell’esperienza di ragionare per area vasta” ha detto. “Resta tuttavia la preoccupazione, espressa peraltro dai sindaci, di avere un direttore lontano, quasi un ministro. Dobbiamo trovare qualcosa che garantisca e rassicuri i cittadini”. “In questi ultimi giorni di legislatura – ha concluso – dovremo sforzarci di dare risposte migliori e se, in prospettiva, dovessimo intervenire sulla fiscalità, non mi scandalizzerei, a condizione di aver dimostrato di aver fatto di tutto prima”. – SEGUE - (f.cio)



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