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Comunicato n. 229 del 28 febbraio 2014

Rapporto legislazione: 60 leggi emanate nel 2013, in aumento iniziativa consiliare

La sintesi del rapporto sull’anno passato. Stefano Merlini, presidente del Collegio di garanzia: “Temi fondamentali da affrontare prima della fine della legislatura, ben al di là delle preferenze”

Dopo l’intervento del presidente del Consiglio Alberto Monaci, è toccato a Gemma Pastore, dirigente dei settori legislativi del Consiglio regionale, presentare una sintesi del rapporto. La Toscana, ha spiegato Pastore, nel 2013 si è trovata a legiferare “in un contesto pervasivo e incerto”, perché a causa della crisi gli interventi della legislazione statale sono risultati più invasivi di quanto sarebbe accaduto in un normale contesto.
Durante lo scorso anno del resto, anche in Toscana la necessità di affrontare la crisi in atto emerge nettamente dal quadro complessivo delle leggi regionali emanate. L’intervento legislativo che si pone all’attenzione con più immediatezza è quello della legge statutaria regionale 18/2013, con la quale è stato ridotto il numero dei consiglieri regionali e dei componenti della Giunta regionale ed è stato abolito il vitalizio. Sempre in ambito istituzionale vanno registrati gli interventi finalizzati alla fusione dei Comuni. Il 2013 ha visto l’entrata in vigore di ben sette leggi regionali di fusione. A tali interventi vanno affiancate le leggi regionali che hanno disposto direttamente misure economiche anticrisi, quali le leggi di  modifica delle ultime finanziarie, le leggi sulle tasse automobilistiche regionali, la legge sul riordino degli sgravi fiscali, le leggi di sostegno economico a famiglie, lavoratori e Comuni colpiti da calamità naturali.
Come ha spiegato ancora Pastore, sul piano ordinamentale si impongono all’attenzione la nuova legge sulla programmazione, “importantissima perché semplifica il sistema, ne aumenta l’efficacia e valorizza la collaborazione e la cooperazione con le parti sociali” e la nuova legge sulla partecipazione,  espressione di un’autonoma azione riformatrice del legislatore regionale.
La produzione legislativa è diminuita, passando dalle 65 leggi emanate nel 2012 alle 60 del 2013.
Il 2013 vede un deciso aumento dell’iniziativa consiliare (54 proposte di legge) rispetto a quella della Giunta regionale (44 proposte di legge), dato che aumenta la sua peculiarità considerando che sono state approvate in aula il 35% delle leggi di iniziativa consiliare, a fronte del 65% di quelle di iniziativa dell’esecutivo. Al contrario l’attività propositiva dell’Ufficio di presidenza è stata contenuta: le leggi di iniziativa dell’Ufficio di presidenza sono state nel 2013 solo due (una per assegnare un contributo economico al brigadiere Giuseppe Giangrande, ferito in un attentato, e una che modifica la disciplina di sostegno all’Aiccre). Non sono state infine presentate nel 2013 proposte di legge di iniziativa popolare.  
Stefano Merlini, docente all’Università di Firenze e presidente del Collegio di garanzia statutaria, ha sottolineato come questo organo, secondo la sua esperienza, “può essere un punto di riferimento neutrale per una migliore qualità della legislazione nel rapporto tra Giunta e Consiglio regionale”. Secondo Merlini esiste un problema in Italia: i diversi assetti di potere a livello locale e centrale. “Mentre per Comuni e Regioni – ha spiegato - sono stati introdotti elementi di presidenzialismo, a livello nazionale tutto è rimasto incentrato sul potere parlamentare. Ora io mi chiedo, è possibile continuare a funzionare in questo modo?”. Per Merlini infatti “non è un caso che il partito dei sindaci sia diventata una sorta di bandiera a livello nazionale, perché sta colmando di fatto un vuoto”. Un vuoto determinato dal fatto che i consigli comunali sono stati esautorati e questo ha creato una distruzione delle strutture politiche a livello comunale, “dunque la struttura di base dei partiti non funziona. La forma di governo dei Comuni – ha concluso Merlini – è a parer mio sbagliata, funziona facendo pagare un prezzo altissimo”. Infine, Merlini ha ricordato che prima della fine della legislatura la Toscana deve compiere un passo decisivo con la legge elettorale, e “che esistono temi fondamentali ben al di là delle preferenze, come la scelta del collegio uninominale e il rafforzamento del Consiglio regionale”. (cem) – segue – 






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