COMUNICATO STAMPA n. 0170
Consiglio: Monaci, difendiamo assemblea dei toscani (2)
L’intervento del presidente: “La democrazia senza assemblee elettive perde la propria essenza e si consegna, a scelta, alla tecnocrazia, all’anarchia, all’autoritarismo”
13 febbraio 2012
Firenze – Il percorso di autoriforma intrapreso dal Consiglio ne ha ridotto i costi e incrementato la “produttività” e, dice Monaci, non è stato “semplice”. La produttività in questione è misurabile, come dimostrato nella recentissima presentazione del rapporto sulla legislazione. Cinquantatre leggi approvate nel 2011, di cui il 30% di iniziativa consiliare, e molte altre approvate un lavoro di esame e riscrittura da parte delle commissioni consiliari. Un dato che mette la Toscana fuori dalla cosiddetta “fuga dalla legge” a lungo denunciata a Roma: qui, afferma il presidente, “la legge mantiene una solida centralità all’interno dell’ordinamento e con essa l’organo costituzionalmente deputato a tale attività: il Consiglio”. Il quale, aggiunge Monaci, “si è dato veramente da fare” fin dall’inizio della legislatura avviata con la riduzione di 10 consiglieri e 4 assessori. Da maggio a settembre 2010 su 12 leggi approvate la metà sono state di iniziativa consiliare, una tendenza confermata anche nel periodo successivo. Anche le proposte di legge approvate dalla Giunta, spesso, sono approdate al voto finale dell’aula “dopo un massiccio lavoro di riscrittura e modifica da parte delle commissioni consiliari”.
Quanto ai costi già nel primo anno di legislatura sono stati ridotti del 27%, al netto di quella naturale conseguenza della riduzione del numero dei Consiglieri; per l’anno in corso è previsto un ulteriore decremento del 6%, nonostante incrementi nelle spese per interventi indifferibili ed urgenti sul patrimonio.
Nella misura “concreta” del lavoro dell’assemblea Monaci include anche la difesa delle garanzie dei cittadini: l’istituzione del garante dei detenuti, quello dell’infanzia e dell’adolescenza, l’attività del Difensore civico, il Collegio di garanzia Statutaria definito “la nostra Corte Costituzionale” e reso operativo quale “ulteriore livello di controllo e di censura al nostro operato”.
Secondo il presidente la consapevolezza della trasparenza “del nostro agire, anche quando tale agire si rilevi errato, ci pone serenamente al giudizio, diretto e non mediato, dei cittadini”. Ma “nessun dato aiuterebbe, oggi, a ribaltare il ‘partito preso’ di chi, comunque, ha deciso di mettere nel mirino i consigli regionali”. Nonostante la legislazione sul diritto di accesso, continua Monaci, “non si registra la fila per chiedere questi dati”.
Il presidente si dice fermo nel proseguimento dell’azione condivisa con l’assemblea, che anzi vuole “cadenzare” nella “massima visibilità”, perché forse serve “la capacità di rendere visibile quello che ordinariamente facciamo”. “Siamo organo costituzionale e come tale rivendichiamo il diritto di esistere e operare nell’ambito di quel dettato, qui portati da una consapevole scelta di un corpo elettorale”. Così l’agenda delle scelte “Non è mediatica” ma dettata “dagli stessi impegni che fra noi ci siamo assunti”, e che “con norma abbiamo assunto con la società toscana”. Le scelte, ripete il presidente, ci sono già e sono “irrevocabili già nella forma data e questo – aggiunge - è bene ribadirlo, davanti a chi sostiene che in qualche modo abbiamo scherzato”. L’elenco è noto, è nella finanziaria 2012 e Monaci comunque lo ripercorre: assemblea di 40 componenti “fermo restando il compito, non facile, del meccanismo elettorale (verso la cui riforma è emersa piena condivisione)”; attuale livello delle indennità considerato congruo “a riconoscere il lavoro svolto e a consentire una piena rappresentatività, nell’assemblea, del composito corpo sociale regionale”; un sistema ‘contributivo’ che possa tranquillamente garantire “sia la piena rappresentatività del corpo sociale sia la totale libertà dell’agire responsabile dell’eletto da condizionamenti di natura economica, vera ragione per cui in questo Paese il legislatore introdusse il vitalizio, strumento di libertà e non di ladrocinio”.
A ciò si aggiunge la condivisa riforma della programmazione, i cui effetti prevalentemente si applicheranno dalla prossima legislatura. Monaci cita anche il lavoro della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome, impegnata ad individuare costi standard per funzioni standard verso cui far tendere i processi di autoriforma delle stesse assemblee legislative. “Un lavoro da cui sicuramente emergerà che la suggestione mediatica di un ‘tot’ di euro ad abitante, quale determinante ‘giusta’ dei costi delle assemblee legislative regionali, è una sciocchezza stratosferica”, spiega, perché “redigere una legge urbanistica ha lo stesso grado di difficoltà per una regione di 320mila abitanti come il Molise e per una regione di quasi 10milioni di abitanti come la Lombardia”.
La conclusione è dedicata alla “serenità” con cui il lavoro viene portato avanti “nella convinzione, tutti, di poter camminare a testa alta perché molto è stato fatto. Responsabili nel difendere, ognuno, la dignità della funzione svolta e dell’Istituzione della quale, momentaneamente, siamo stati democraticamente chiamati ad esser parte”. Una difesa anche per la democrazia, ricorda il presidente, “che senza assemblee elettive perde la propria essenza e si consegna, a scelta: alla tecnocrazia, all’anarchia, all’autoritarismo. “Serenamente, per quel che mi è concesso, a questa responsabilità voglio essere fedele servente”. (Cam)– fine
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