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Lega Toscana - Salvini Premier - 30 luglio 2025

 
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Meini-Baldini (Lega): “Piano faunistico venatorio regionale: un’occasione persa. Documento incompleto, in ritardo e senza risposte concrete”

“In pratica, il Piano faunistico venatorio regionale viene presentato con dieci anni di ritardo rispetto alla scadenza normativa prevista per il suo naturale rinnovo e non possiamo rilevare come il testo proposto sia deludente – affermano Elena Meini e Massimiliano Baldini, Consiglieri regionali della Lega.”
“Preme precisare come le problematiche siano emerse con forza dai documenti ed osservazioni presentate dai vari soggetti uditi ed in particolare si tratta di carenze sia di natura formale sia di natura sostanziale. Infatti, nonostante le 600 pagine, forse così tante perché qualcuno potrebbe pensare che nessuno le legga, vi sono carenze dal punto di vista del quadro conoscitivo, che non è aggiornato, così come non sono stati valorizzati i contenuti della strategia regionale per la biodiversità, come approvata nel 2015 nell’ambito del PAER (Piano Ambientale), e non sono neppure stati considerati i quadri conoscitivi ed i dati contenuti nei nuovi Piani di gestione e nelle misure di conservazione Natura 2000.
È, altresì, assente l’analisi di dati e previsioni legate ai piani di gestione dei parchi regionali, così come adottati dagli organismi territoriali di riferimento. Ma ciò che più preoccupa è anche l’assenza di uno studio in merito all’individuazione dei valichi montani ed alla definizione di quali di essi siano interessati dalle rotte migratorie. Non possiamo tralasciare il fatto che la Regione dovrebbe, per norme e direttive europee, effettuare azioni volte a raggiungere gli obiettivi indicati dalla strategia europea per la biodiversità, secondo la quale, entro il 2030, dovremmo raggiungere il 30% di territorio protetto. Tale obiettivo è colpevolmente disatteso ed ignorato – proseguono i Consiglieri.”
“Che dire poi in merito agli ambiti territoriali di caccia, che ad oggi non sono in grado di affrontare le proprie missioni e compiti. Il Piano non individua, non promuove e non sostiene le necessarie riforme che favoriscano l’innalzamento del livello di gestione per il raggiungimento graduale di una gestione faunistico venatoria in linea con le esigenze e le attese di una società moderna, che ha nel tempo modificato i propri valori e le proprie sensibilità, affinché anche il cacciatore possa farne parte integrante.
Il cacciatore, infatti, non è un nemico dell’ambiente ma spesso è il primo presidio nei territori rurali e montani. È necessario riconoscere l’importanza del loro ruolo e metterli in condizione di operare con strumenti aggiornati ed efficaci, anche a tutela delle attività agricole, sempre più spesso danneggiate da una gestione inefficace del contenimento degli ungulati.”
“Le varie osservazioni presentate dovrebbero spingere ad una riflessione politica circa la nuova riperimetrazione degli ambiti ottimali di caccia, alfine di favorire una gestione più presente e vicina ad una realtà locale che voglia difendere e valorizzare peculiarità e specificità territoriali, ma anche e soprattutto che sappia garantire vicinanza ed attenzione verso i reali bisogni delle varie comunità territoriali – precisano gli esponenti leghisti.”
In conclusione, questo corposo documento non ha al suo interno le risposte giuste ai vari problemi che dovrebbe affrontare e che invece non affronta. Approvare Piani deludenti così non serve a nessuno, anzi rischia di fare più danni della grandine; per tale motivo, ci siamo astenuti evidenziandone le palesi e forti lacune – concludono i rappresentanti della Lega.”

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