Per migliorare l’esperienza di navigazione delle pagine e la fruizione dei servizi online, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici.
Questo sito permette inoltre l’utilizzo di cookie di terze parti per funzionalità quali la condivisione e la visualizzazione sui social media.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su collegamenti nella pagina acconsenti all’uso di questi cookie.
Per informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggi la Cookie policy dei siti del Consiglio regionale della Toscana.
» Comunicati » Comunicato Indietro

Comunicati stampa gruppi politici

Condividi

MoVimento 5 stelle
comunicato n. 668 del 3 luglio 2025

 
dal   
  al     
 

Fine vita, Galletti (M5S): "Da Roma un testo sbagliato. Difendiamo il modello toscano e il diritto di scegliere fino alla fine"

Seravezza (LU), 3 luglio 2025 — “Ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiarire perché, nonostante siano passati anni dal riconoscimento formale dell’ASBUC della Montagna di Seravezza, non siano ancora state convocate le elezioni per il suo organo rappresentativo. Non possiamo permettere che cittadini aventi diritto, restino esclusi da un passaggio essenziale di democrazia, proprio mentre si decide il destino di centinaia di ettari di terre collettive.”

Così Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale della Toscana, che interviene sulla vicenda che riguarda l’ASBUC delle frazioni montane di Seravezza (Azzano, Basati, Giustagnana, Minazzana, Cerreta S. Antonio e Riomagno) e la controversa ipotesi di accordo tra il Comune e la società Henraux Spa.


“Con la mia interrogazione – prosegue Galletti – chiedo alla Regione quali ostacoli abbiano impedito finora l’elezione dell’ASBUC e quali azioni intenda intraprendere per rimuoverli e garantire finalmente ai cittadini questo diritto previsto per legge.”


Al centro del contenzioso, infatti, vi è la possibile cessione alla Henraux Spa di oltre 1,9 milioni di metri quadrati di terreni montani, tra cui una parte significativa del Monte Altissimo, già riconosciuti da sentenza come beni collettivi occupati senza titolo.


“Un tentativo di conciliazione così delicato – incalza Galletti – non può prescindere dalla legittima rappresentanza delle comunità locali. Strumenti anacronistici, come l’estrazione a sorte di volontari, non possono sostituire elezioni regolari e trasparenti, già previste dalla normativa vigente. Serve ripristinare la piena sovranità popolare nella gestione del patrimonio collettivo e permettere all’ASBUC di funzionare come previsto dalle norme,” conclude Galletti.

 

Responsabilità di contenuti e aggiornamenti a cura dei singoli gruppi consiliari e/o del Portavoce dell'opposizione