Commissione inchiesta fatti relativi ad Alta velocità
Commissione d’inchiesta finalizzata all’accertamento dei fatti di cui alla comunicazione n. 33 della Giunta regionale (Comunicazione del Presidente Rossi relativa ai recenti sviluppi dell'inchiesta sull'alta velocità di Firenze)
Asl 1: la maggioranza, ecco i vari livelli di responsabilità
Il consigliere Ciucchi (Gruppo Misto) illustra la relazione conclusiva dei lavori della Commissione d’inchiesta, firmata anche da Paolo Marini (Fed.Sin-Verdi), Loris Rossetti (Pd) e Maria Luisa Chincarini (Idv)
12 aprile 2011
Firenze – L’esatta ricostruzione dei fatti, le responsabilità tecnico politiche, i possibili interventi normativi per colmare vuoti e lacune dispositive. Pieraldo Ciucchi (Gruppo Misto) illustra all’aula la relazione di maggioranza che conclude i lavori della commissione di inchiesta sulla Asl 1 di Massa Carrara, firmata anche da Paolo Marini (Fed.Sin-Verdi), Loris Rossetti (Pd) e Maria Luisa Chincarini (Idv).
In punto di responsabilità la commissione ha comunque evidenziato, dice Ciucchi, “un deplorevole scaricabarile”. “Tali ed evidenti” sono invece le responsabilità del direttore generale” (pur distinguendo la “evidenza” degli occultamenti contabili a partire dal 2007, e quindi attenuando la responsabilità del direttore Scarafuggi); mentre il Collegio sindacale “merita una sottolineatura”, essendo “l’unico che ha accesso alle visure contabili e tenuto alla puntuale verifica”.
Alla società di revisione Diloitte si imputa “una leggerezza nelle modalità di acquisizione della certificazione del credito”, perché riceve in tempi ravvicinati diverse certificazioni da parte della Regione (la seconda poi dichiarata falsa). “Stupisce - dichiara Ciucchi - che essa attribuisca conoscenza e oneri propri al coordinatore scientifico”, Niccolò Persiani cui non spetta, per ruolo, di “entrare nel merito delle entità contabili delle poste”. Deloitte, prosegue Ciucchi, è ritenuta nella relazione “responsabile in termini di inadempienza contrattuale”, perché “le falsificazioni grossolane e di rilevante importo presenti in bilancio non sarebbero dovute sfuggire ad una verifica contabile professionale ed accurata”. Quanto a Persiani, ancora, la sovrapposizione di ruoli nel tempo ha ingenerato “equivoci di posizionamento a lui stesso attribuibili; ma la ricostruzione degli atti consente di riferire alla Regione, piuttosto che alle Aziende, i singoli conferimenti”. Quindi, “nel percorso regionale tracciato si deve escludere che Persiani assumesse responsabilità e conoscenza diretta dell’entità delle poste contabili. Oltretutto in un bilancio che risulta costantemente manomesso”.
Con riferimento al Dipartimento regionale, soprattutto per il 2009 (e cioè all’istruttoria dei bilanci 2008), si precisa che ha applicato “la disciplina dei controlli che esclude, a fronte delle ricordate responsabilità gestionali del direttore generale, ulteriori forme di controllo puntuale degli appostamenti di bilancio”, che spettano invece agli organi aziendali.
In ultimo le responsabilità politiche. L’allora assessore alla sanità, Enrico Rossi, “ha fermamente perseguito ed avviato l’obiettivo della certificazione dei bilanci”, dando avvio allo studio che ha portato alla prima redazione dei principi contabili in sanità. Rossi, ricorda Ciucchi, negoziava con le Aziende gli obiettivi economici e i livelli di qualità e quantità delle prestazioni, differenziando le assegnazioni alle stesse Asl anche in relazione ai risultati attesi o alle difformità di partenza. Ma “i verbali sottoscritti dal direttore generale Delvino, non avevano mai evidenziato situazioni di disavanzo economico tali da richiedere interventi regionali o perfino una riconsiderazione degli obiettivi attesi”.
La relazione non ha mancato di fornire alcune riflessioni al Consiglio, valide come “indicazioni operative”: intanto avviare una revisione del quadro normativo di riferimento, a seguito di valutazione della “catena effettiva di controllo dei bilanci e delle gestioni economico-finanziarie delle aziende sanitarie”. Non si esclude, in ipotesi, l’istituzione di “livelli ulteriori di controllo” e si suggerisce anche una nuova professionalizzazione in materia di revisione contabile.
In conclusione, la commissione ha quindi evidenziato “responsabilità varie: degli amministratori aziendali per aver manomesso il bilancio (e per la vicenda dei numerosi assegni su cui farà luce la magistratura); del direttore generale che ha mantenuto la spesa a livelli sensibilmente più alti rispetto alle altre Asl. Dei sindaci per non aver ottemperato il loro dovere di vigilanza e di Persiani e della società Taitle che, pur avendo rivestito molti incarichi, non ha dato modo di avere contezza delle situazioni; della società Deloitte per aver certificato un bilancio che si è poi rilevato falso”. (Cam)
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