Gli Stati generali della cultura incontrano il Coordinamento della rete promoter della Toscana
Nella sede del Museo di storia naturale del Mediterraneo a Livorno si è svolta un’intensa giornata di lavoro con all’ordine del giorno: live club, imprese culturali e creative e lavoratori dello spettacolo. Durante il confronto sono emersi diversi temi e tante necessità espresse dai partecipanti rappresentati da Luca Zannotti del coordinamento informale della rete dei promoter della Toscana. Con lui al tavolo con la presidente della commissione Istruzione e cultura del Consiglio regionale Cristina Giachi, Gianni Pini vicepresidente regionale di Federvivo e Michele Imbasciati coordinatore dell’ufficio programmazione della Fondazione Toscana Spettacolo. Per la commissione hanno partecipato all’evento la vicepresidente Luciana Bartolini (Lega) e le consigliere regionali Elena Rosignoli (Pd) e Silvia Noferi (Movimento 5 Stelle). Gli operatori dello spettacolo dal vivo hanno proposto la modifica della legge regionale che non parla della loro filiera, dei live club, delle imprese culturali e creative legate alla musica dal vivo. Un settore che produce indotto in tutto il territorio, coesione sociale e occupazione giovanile altamente specializzata. E’ indispensabile, è stato ribadito, che la legge parli dei luoghi della cultura e dei suoi presidi. I promoter toscani hanno chiesto il riconoscimento dei live club, delle imprese culturali creative, e di tutti quei lavoratori coinvolti che animano la filiera e che producono quello che si ascolta nei club, ma anche negli stadi e nei palazzetti dello sport, dove gli artisti hanno la possibilità di portare il loro linguaggio. Il sistema culturale hanno spiegato ha bisogno di un intervento pubblico per tutelare i loro presidi. Diversamente rischia di non superare una fase di grande crisi, prima pandemica e poi energetica, che ha depotenziato la capacità delle imprese. C’è una legge che riconosce per la prima volta l’indennità di discontinuità, che deve essere finanziata, è necessario che vengano riconosciute le particolarità di questo settore. I ristori della Regione Toscana, è stato spiegato, è capitato che abbiano lasciato indietro i lavoratori iscritti alla gestione separata perché non sono stati riconosciuti come lavoratori dello spettacolo. A dimostrazione del fatto che chi legifera non riconosce spesso la varietà che il settore porta con sé. E’ importante che chi legifera sia a stretto contatto con il settore per conoscerne le specificità e non lasciare indietro nessuno”. La presidente della commissione Giachi, che ha ascoltato con interesse e si è confrontata con gli operatori del settore, ha annunciato l’inizio una campagna di ascolto con l’obiettivo di disegnare la Toscana del futuro in campo culturale. La passione, ha aggiunto, gioca un ruolo fondamentale in campo culturale, ma nasconde anche una dinamica di sottoccupazione, di scarso impiego, di lavoro poco inquadrato e di sfruttamento di professionalità che non vengono riconosciute, ma che esistono. Quello degli operatori del mondo della cultura è un settore ad alto tasso di individualità. E l’obiettivo degli Stati Generali è di cominciare a parlare con loro per mettere in luce le priorità di intervento, le necessità e i bisogni per organizzare in modo più strategico l’investimento pubblico in questi che sono settori importanti. La finalità è quella di disegnare insieme il futuro delle politiche culturali in Toscana per metterle al centro delle attività di programmazione strategica perché come ha rivelato l’indagine online elaborata da IRPET si tratta di un settore che impiega quasi 100mila lavoratori nella regione e produce il 2% del Pil senza contare l’indotto turistico che genera il 12% del Prodotto interno lordo. Si tratta di un settore che produce lavoro, ha bisogno di organizzarlo meglio e necessita di finanziamenti meglio distribuiti e programmati.