Proposta di Risoluzione n.2 “Documento di programmazione economica e finanziaria per l’esercizio 2006. Adozione”.

PARERE OBBLIGATORIO               

 

IL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI

 

Visti in primo luogo

-l’art.66 dello Statuto regionale;

-la LR 36/2000 recante “Nuova disciplina del Consiglio delle Autonomie locali”;

-il Regolamento interno del Consiglio regionale;

-il Regolamento interno del Consiglio delle Autonomie locali;

 

Visti in secondo luogo

-la Proposta di Risoluzione n.2 “Documento di programmazione economica e finanziaria per l’esercizio 2006. Adozione”;

-la relativa scheda tecnica redatta dal settore di assistenza al CdAL;

-l’allegato documento denominato “ Considerazioni in merito alla Proposta di Risoluzione n.2…”;

-il circostanziato documento dell’UNCEM Toscana in data 27/6/2005, redatto in merito alla P. di Risoluzione n.2 di cui si tratta;

 

Richiamato

-il documento congiunto firmato dalla Giunta Regionale, dall’ANCI Toscana, dall’UNCEM regionale e dall’URPT, a seguito della discussione sul DPEF, avvenuta in sede di Tavolo di concertazione istituzionale;

 

Ritenuto in primo luogo

-di giudicare come prevalenti gli elementi positivi di giudizio in ordine ai contenuti analitici e  programmatici della Proposta di Risoluzione n.2 relativa al DPEF 2006 più volte rammentata;

 

 

Ritenuto in secondo luogo

-di dover recepire espressamente le considerazioni critiche di cui all’allegato documento denominato “Considerazioni in merito alla Proposta di Risoluzione n.2” ed in particolare quelle contenute:

>sotto la lettera A), punti: 1; 2 III); 3 g), h), i), l) ed m);

>sotto la lettera B), punti: 1), 2), 3) e 4);

>sotto la lettera C), punti: 1) e 2); 

 

DELIBERA

 

1)      di esprimere parere favorevole sulla Proposta di Risoluzione n.2, subordinatamente all’accoglimento della seguente condizione:

-che siano recepite le considerazioni critiche riportate in premessa, nel “Ritenuto in secondo luogo”, con riferimento alle lettere A) e B)

 

 

2)       di formulare, a titolo collaborativo, la seguente raccomandazione:

 -che siano recepite le considerazioni critiche riportate in premessa, nel “Ritenuto in secondo luogo”, con riferimento alla lettera C).

 

 

3)      di allegare al presente atto il richiamato documento dell’UNCEM Toscana

     del 27/6/2005.

 

 

ALLEGATI:

 

Documento del CdAL approvato nella seduta del 19.07.05

 

 

Considerazioni in  merito alla Proposta di Risoluzione n. 2 Documento di programmazione economica e finanziaria per l'esercizio 2006. Adozione“.

 

 

Il contesto generale

Il contesto generale nel quale viene ad inserirsi la P. di Risoluzione n.2 relativa al DPEF 2006, è schematicamente caratterizzato dai seguenti elementi:

-un preoccupante aggravamento della situazione economica del paese e degli equilibri finanziari dello Stato;

-una perdurante situazione di precarietà ed incertezza delle risorse regionali, derivante dalle scelte del Governo in merito all’autonomia finanziaria delle regioni (valga per tutti l’esempio dell’IRAP che finanzia quasi la metà della spesa sanitaria, che come è noto rappresenta la più importante voce di spesa regionale, e della quale è assai incerta la sorte);

-una fase economica di stagnazione che investe anche la nostra regione;

-la mortificazione dell’autonomia finanziaria delle regioni e degli enti locali, sancita all’art.119 della Costituzione, contrassegnata dall’inconcludenza dell’Alta commissione di studio nominata dal Governo (l’ultima delle numerose proroghe accordate per il completamento del suo lavoro iniziato ormai da oltre due anni, ne fissa la data di scadenza al 30 settembre 2005) e dalla conseguente mancata individuazione dei principi di coordinamento della finanza pubblica, oltre tutto in presenza di un orientamento giurisprudenziale della Corte costituzionale che tende ad escludere la possibilità per la Regione di dare vita, con una propria normativa, ad un nuovo ordinamento tributario regionale, in assenza dei ricordati principi di coordinamento stabiliti dallo Stato;

-un ulteriore peggioramento del quadro delle risorse a disposizione degli enti locali, determinato dalle scelte strategiche compiute dal Governo con la legge finanziaria di quest’anno (compressione sia della capacità d’entrata, che di quella di spesa; patto di stabilità utilizzato come strumento di contenimento e svuotamento dell’autonomia finanziaria costituzionalmente garantita) e, a quanto sembra, confermate anche per il futuro, come risulta dalle anticipazioni sul DPEF statale del 2006; la risultante del descritto stato delle cose è la quasi impossibilità per gli enti locali di mantenere ad un livello accettabile i servizi prestati.

 

Le priorità programmatiche desumibili dal DPEF 2006

Dalla lettura del DPEF 2006 si possono cogliere, come prioritarie, le seguenti indicazioni programmatiche:

-introdurre meccanismi di selezione degli interventi e di utilizzo delle risorse ad essi destinate, coniugando gli investimenti pubblici e quelli privati, per ridare slancio allo sviluppo;

-concentrare l’azione regionale e di tutti i soggetti firmatari del Patto per lo sviluppo qualificato e maggiori e migliori lavori in Toscana nel sostegno ai sistemi produttivi locali della Toscana;

-produrre uno sforzo per adeguare il sistema economico e produttivo ai nuovi livelli di competitività globale, da parte di tutti i soggetti sociali ed istituzionali, in un’ottica di moderna governance, utilizzando gli strumenti  della concertazione e della programmazione pattizia recentemente introdotta; il raggiungimento di questa finalità è perseguito dalla Regione con l’ulteriore potenziamento del Programma straordinario degli investimenti;

-operare scelte, all’interno del bilancio regionale, finalizzate a restituirgli capacità di manovra, anche sottoponendo a verifica  la ripartizione della c.d. spesa storica;

-contrastare la tendenza dimostrata dallo Stato a comprimere e vincolare la finanza degli enti locali, attraverso l’individuazione di specifici interventi, con copertura assicurata da un gettito tributario finalizzato;

 

-prestare un attenzione particolare ai profili dell’occupazione femminile;

-porre le condizioni per la realizzazione dei diritti di cittadinanza per coloro che hanno scelto la Toscana come luogo di vita e di lavoro;

-perseguire la sostenibilità ambientale come elemento costante di riferimento per i processi produttivi di beni e servizi, la residenza, la mobilità, la disponibilità e gestione della risorsa idrica, dei rifiuti e delle fonti energetiche;

-dare una disciplina adeguata ai servizi pubblici locali, quale strumento essenziale per lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione degli importanti patrimoni pubblici che essi sottendono;    

-articolare la strategia del DPEF negli otto programmi strategici integrati (cfr. pag.16), ripresi dal programma di governo recentemente approvato dal Consiglio regionale .

 

 

Considerazioni critiche

 

A) In tema di risorse per gli enti locali

 

1)Sul piano generale va preso atto che manca l’impegno a mantenere inalterato il volume dei trasferimenti agli enti locali, a fronte delle funzioni conferite, anche mediante l’istituzione del fondo unico di cui all’art.64 dello Statuto.

2)Sul versante della pressione fiscale, a fronte della necessità di garantire risorse finanziarie da mettere a disposizione degli enti locali, si osserva che:

I)si prevede una loro sostanziale invarianza (v. pag. 62 e 64);

II)si precisa che le eventuali nuove entrate tributarie dovranno essere oggetto di concertazione con le parti sociali e risultare funzionali alle nuove politiche di sviluppo, già tracciate nel programma di governo 2006 (v. pag. 65);

III)non c’è nessun impegno preciso a fornire – come più volte richiesto ed in sedi diverse dagli enti locali- la base legislativa indispensabile all’introduzione delle c.d. “tasse di scopo” da parte degli enti locali (v. pagg. 54 e 55).

 

3)Sul sistema degli Enti locali

      -mentre si osserva che:

a)è messo in risalto il valore del ruolo degli enti locali, quali soggetti esponenziali delle rispettive comunità locali, all’interno del contesto istituzionale e di governo del sistema regionale;

b)è specificamente menzionato il rafforzamento del Consiglio delle Autonomie locali, quale dato che può consentire un significativo salto di qualità nella costruzione di un evoluto sistema regionale delle autonomie;

c)è dato rilievo al nuovo ruolo che gli enti locali debbono assumere all’interno dei processi di programmazione, con particolare riguardo ai nuovi strumenti di programmazione di natura pattizia introdotti ed anche con riferimento al versante della verifica delle politiche regionali, oltre che della loro definizione e realizzazione;

d) è più volte sottolineata l’importanza dell’attuazione del principio di sussidiarietà;

e)è dato rilievo all’impegno regionale al sostegno delle politiche di innovazione organizzativa degli enti locali, soprattutto attraverso l’incentivazione delle gestioni associate di funzioni e servizi;

f)è confermato l’impegno per lo sviluppo delle politiche di coesione e solidarietà territoriale, che sarà prioritariamente perseguito con scelte a favore delle aree urbane, dei piccoli comuni e di quelli in condizione di maggior disagio territoriale, sociale ed economico; 

 

-si rileva del pari che:

g)non è riconosciuto il carattere del tutto peculiare ed autonomo del ruolo del sistema degli enti locali all’interno del modello della governance regionale, che deriva in primo luogo dal nuovo titolo V della Costituzione ed anche dallo Statuto;

h)diretta conseguenza dell’elemento di cui al punto precedente è la pura e semplice iscrizione del sistema degli enti locali, con una posizione paritaria rispetto a quella di tutti gli altri attori (pubblici o privati che siano), in un indistinto modello di governance, che ha come unica stella polare il Patto per uno sviluppo qualificato e maggiori e migliori lavori in Toscana, recentemente sottoscritto (v. pag.52);

i)si fa riferimento alla valorizzazione degli enti locali e delle loro forme cooperative ed associative, in funzione “della migliore interpretazione ed attuazione della sussidiarietà” (v. pag.53), con una formulazione assai infelice, per i seguenti motivi:

-in primo luogo si riconducono ad un’unica categoria realtà istituzionali tra loro diverse ed affatto peculiari, quali le Comunità montane, i Circondari, i Comuni, le Province, etc.);

-in secondo luogo non si fa cenno alcuno al rapporto tra i diversi modelli organizzatori nei quali può articolarsi l’assetto istituzionale del potere locale nella nostra Regione (Comunità montane e Circondari soprattutto) ed i due principi costituzionali che accompagnano quello di sussidiarietà  e cioè quelli di differenziazione e di adeguatezza;

-in terzo luogo non c’è un impegno univoco a incrementare le risorse destinate alla gestione in forma associata di servizi e funzioni tra gli enti;

-in quarto luogo non è dato sufficiente risalto al progetto di revisione della LR 77/1995, attraverso un percorso che veda il contributo primario del sistema degli enti locali;

l)non è autonomamemente affermato il rafforzamento delle politiche nei confronti dei territori

montani  congiuntamente alla riforma dell’ordinamento delle Comunità montane;

m)manca l’affermazione del ruolo degli enti locali nelle politiche di sviluppo economico locale, con particolare riferimento alle politiche di sviluppo rurale ed agricolo;

 

B) Sul piano settoriale

1)per ciò che riguarda il “welfare della Toscana”, manca l’impegno a mantenere inalterati i trasferimenti ai Comuni destinati ad i servizi a favore del disagio sociale, dei disabili, dei non autosufficienti, degli anziani e dei minori;

2)per ciò che riguarda la politica per la casa manca l’impegno a rivedere la legislazione in vigore, da un lato, rafforzando i poteri dei comuni in termini di scelte economiche e finanziarie, dall’altro lato, mettendo in campo politiche nuove, in grado di far fronte alle esigenze abitative delle diverse categorie di cittadini;

3)è di fatto assente il tema dell’agricoltura come fattore determinante, ad un tempo,  di coesione sociale, della immagine della Toscana nel mondo e fonte di ricchezza, attraverso prodotti di qualità altissima;

4)in relazione ai temi cruciali della raccolta e smaltimento dei rifiuti, della difesa del suolo, delle risorse idriche e del ciclo integrato delle acque, dell’inquinamento atmosferico e dei servizi pubblici locali, vi debbono essere precise scelte strategiche nel piano straordinario degli investimenti, accompagnate da adeguate risorse, perché si tratta di tutti elementi che costituiscono vere e proprie pre-condizioni allo sviluppo;

 

 

 

 

C) Ulteriori considerazioni

1)è indispensabile verificare che il linguaggio del DPEF, soprattutto con riferimento agli strumenti della programmazione, sia in tutto corrispondente alle previsioni della LR 49/99, evitando l’introduzione di nuove categorie di atti;

2)la governance, quale modello di organizzazione dei pubblici poteri, dovrebbe attraversare tutti programmi strategici integrati e non essere circoscritta in uno apposito (giustappunto il “2.8 Governance,conoscenza, partecipazione”).