P.d.D. n. 1774 “Legge regionale 6.8.98 n. 52: Piano regionale per le politiche dell’impiego e per le politiche attive del lavoro 1998-2000.

OSSERVAZIONI


Il Consiglio delle Autonomie locali

- valuta positivamente che i contenuti del “Piano” siano stati oggetto di concertazione con le parti sociali, con le Amministrazioni provinciali e con i rappresentanti dell’ANCI regionale, dell’UNCEM regionale e dell’URPT;

- ritiene positivo che la Regione Toscana, pur differendo l’operatività delle disposizioni
concernenti l’esercizio dei compiti e delle funzioni conferite ai sensi del D.lgs. N. 469/97 a
causa della mancata emanazione dei DPCM di cui all’art. 7 dello stesso Decreto legislativo,
approvi il “Piano”, dando così avvio intanto al trasferimento alle Province dei compiti e delle funzioni in materia di promozione e sostegno del lavoro che fino ad ora ha esercitato
direttamente;

- condivide pienamente l’esigenza posta dal “Piano” circa la definizione di una strategia di
intervento che si basi sui seguenti elementi:

a) centralità delle azioni di intervento per l’occupazione nell’ambito delle più ampie azioni di sviluppo locale in uno stretto rapporto con le istanze istituzionali e con tutti gli altri soggetti pubblici e privati del territorio;
b) integrazione, nel quadro delle politiche per l’occupazione, delle politiche di orientamento, formazione, incontro domanda e offerta e di tutte le altre iniziative nel campo delle politiche sociali e dell’istruzione in grado di rafforzare e qualificare l’offerta di lavoro;
c) priorità alle azioni a favore dei giovani e delle donne tenuto conto delle diversificazioni
territoriali, con particolare riguardo alla nuova imprenditorialità e ad una maggiore diffusione dei contratti a causa mista;
d) sostegno ed intervento nelle “aree” produttive nelle quali si evidenzia una emergenza
occupazionale, o che si rilevano più a rischio occupazionale in quanto la loro struttura
economica produttiva si dimostra più debole rispetto ai processi in atto a livello internazionale, al fine di contrastare situazioni di disoccupazione di lunga durata o costosi processi di mobilità;
e) attenzione nella definizione degli interventi, agli squilibri territoriali e alle peculiarità
economiche e sociali e alle prospettive di sviluppo dei vari territori;
f) attenzione ai problemi collegati con la diffusione dei lavori atipici e incentivo all’emersione del lavoro irregolare e all’abusivismo nel campo del lavoro autonomo e dell’artigianato;

- ritiene che i nuovi Servizi per l’impiego dovranno essere caratterizzati da una forte integrazione fra il collocamento, l’orientamento e la formazione professioanle, tale da stimolare l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro e che al processo di costituzione dovranno partecipare attivamente anche i Comuni e le CC.MM. che, necessariamente, dovranno assumere un maggiore e più qualificato ruolo nei confronti degli utenti dei Servizi, siano essi cittadini o imprese;

esprime poi le seguenti osservazioni al “Piano”:

- alle Province, per l’esercizio delle funzioni ad esse conferite ai sensi dell’art. 4 della L.R. n. 52/98 e per la costituzione di qualificati Servizi territoriali per l’impiego, anche dal punto di vista strutturale, dovranno essere trasferite adeguate risorse. Quelle previste dal Programma finanziario del “Piano” sono ritenute insufficienti;

- rispetto alle funzioni che la Commissione provinciale tripartita è chiamata a svolgere si
suggerisce di sostituire, al punto 6.2.2. del “Piano”, concerta con la Provincia: con “esprime il proprio parere su”;

- con la soppressione degli Uffici di collocamento si è aperto un nuovo spazio di azione per
soggetti privati a carattere no-profit che operano per l’incontro della domanda e dell’offerta di lavoro. Il Consiglio delle Autonomie locali raccomanda attenzione nei confronti di tali soggetti e la loro integrazione nella Rete regionale.

 

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