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COMUNICATO STAMPA  n. 0127

 
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Geotermia: risoluzione per definire le aree non idonee agli impianti

La proposta è stata approvata dal Consiglio regionale con voto favorevole all'unanimità

 

1 febbraio 2017

 

Firenze – E’ stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale una proposta di risoluzione “in merito alla definizione delle aree non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia geotermica in Toscana”.
L’atto, frutto di un lungo lavoro della commissione Ambiente con momenti di ascolto e confronto con i territori,  sopralluoghi e acquisizione di dati, è stato illustrato all’aula dal presidente della Commissione Stefano Baccelli(Pd). Baccelli ha sottolineato come con  l’atto si sia arrivati a proporre una definizione delle aree non idonee all'installazione di impianti di produzione di energia geotermica in Toscana e che questo rappresenta un "passo in avanti", compiuto con gli obiettivi “di arrivare ad una buona sintesi” e “spingere verso il punto di equilibrio tra occasione di sviluppo e tutela del territorio”.
“Questo lavoro condiviso – ha spiegato Baccelli – prende atto che la geotermia è un’opportunità per la Toscana, ma che è necessario contemperarla con le esigenze di tutelare il pregio paesaggistico e ambientale”.
Il testo prevede il confronto costante con la commissione consiliare e il coinvolgimento dei Comuni. La 'zonazione' dovrà infatti essere raggiunta attraverso una "ricognizione che tenga conto sia dei vincoli esistenti di natura paesaggistica e ambientale, che della vocazione produttiva del territorio, a partire dalle produzioni agricole di particolare pregio. Saranno quindi i Comuni a individuare, e proporre alla Regione, le aree non idonee allo sfruttamento dell'energia geotermica che dovranno comunque essere coerenti con le linee guida regionali. L'individuazione delle aree non idonee inoltre, così come previsto per la Via (Valutazione di Impatto Ambientale), dovrà tener conto anche delle "implicazioni che l'attività geotermica comporta sul piano idrologico, rischio inquinamento delle falde, qualità dell'aria e induzione di micro sismicità". Per quanto riguarda l'area dell'Amiata, la proposta di risoluzione prevede di "rendere permanenti le azioni di monitoraggio già in atto", anche per “sviluppare ulteriori approfondimenti tecnici sugli impatti ambientali della coltivazione geotermica”.
Tommaso Fattori (Sì – Toscana a Sinistra) ha giudicato favorevolmente il percorso fatto, ma ha espresso dubbi per il fatto che si sia scelto di concentrarsi solo sui nuovi impianti e di non coinvolgere gli impianti esistenti, affrontando temi nodali come la riconversione. In particolare ha criticato “la decisione di cassare dalla risoluzione la parte che prevedeva un gruppo scientifico ad hoc per valutare gli impatti”. Per questo Fattori ha annunciato il suo voto a favore della proposta di risoluzione solo a fronte di garanzia da parte del presidente della commissione Ambiente, garanzia che poi Baccelli ha fornito, di ascoltare in Commissione scienziati ed esperti che abbiano sollevato questioni sugli impatti della geotermia.
Giacomo Giannarelli (M5S) ha giudicato la proposta di risoluzione “un successo per il Movimento 5 Stelle”, perché “siamo stati i primi a far presente che per la geotermia non esistevano allegati delle zone non idonee”. “Certo siamo solo all’inizio di un percorso, ma è positivo che oggi si prenda l’impegno di fare gli allegati – ha proseguito -. Proseguiremo con la massima attenzione in questo lavoro”.
Leonardo Marras (Pd) ha espresso soddisfazione per un atto che mette un correttivo “a una situazione per cui si erano presentati numerosi progetti di ricerca senza regole e vincoli, con il paradosso che c’erano problemi ad usare un palo di acciaio per vincoli paesaggistici ma non ad aprire una centrale idroelettrica”. “Questo – ha proseguito Marras – ha creato una tensione sociale ed era necessario arrivare a stabilire delle regole. Siamo arrivati a un punto di equilibrio di cui essere orgogliosi”.
Elisa Montemagni (Lega nord) ha detto di condividere la proposta di risoluzione. “Abbiamo una risorsa – ha detto – e dobbiamo sfruttarla rimanendo coerenti con la cultura e con la struttura del territorio”. (cem/f.cio)

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