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Antonio Mazzeo, Partito democratico


Irene Galletti, Movimento 5 stelle


Tommaso Fattori, Sì-Toscana a sinistra


Elisa Montemagni, Lega


Maurizio Marchetti, Forza Italia


Andrea Pieroni, Partito democratico


Alessandra Nardini, Partito democratico


Monica Pecori, gruppo misto


Giacomo Giannarelli, Movimento 5 stelle


Paolo Marcheschi, Fratelli d'Italia


Massimo Baldi, Italia Viva


Gabriele Bianchi, gruppo misto

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COMUNICATO STAMPA  n. 542

 
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Discarica Grillaia: sì a chiusura immediata, Giunta revochi delibera per conferimento amianto

Approvata mozione per il ritiro della delibera che consente il conferimento di 270mila metri cubi di eternit prima della definitiva chiusura

 

di Ufficio stampa, 9 giugno 2020

 

Riesaminare la posizione assunta dalla Regione che con delibera ha espresso una “pronuncia positiva di compatibilità ambientale” relativamente alla messa in sicurezza definitiva e al ripristino ambientale con il recupero volumetrico della discarica La Grillaia, nel Comune di Chianni. La pronuncia prevede di portarla ad esaurimento con il conferimento di 270mila metri cubi di eternit prima della definitiva chiusura con ripresa delle attività di conferimento di cemento amianto per i prossimi 5 anni. È quanto chiede il Consiglio regionale, che ha approvato a maggioranza (non hanno partecipato al voto Lega e Forza Italia) la mozione con primo firmatario Antonio Mazzeo (Pd) sottoscritta anche da consiglieri di opposizione. Sul tema erano iscritte all'ordine del giorno dei lavori anche altri tre atti di indirizzo (Fratelli d'Italia, Sì-Toscana a sinistra e Movimento 5 stelle) poi confluiti nel testo proposto dalla maggioranza in cui figurano le firme anche di Andrea Pieroni e Alessandra Nardini del Pd, Stefano Scaramelli (capogruppo Italia Viva) e di Serena Spinelli (gruppo misto).

Come illustrato da Mazzeo, il testo unitario “dimostra che non è il tempo della polemica politica. Insieme chiediamo la revoca della delibera di Giunta, esercitando la nostra funzione di indirizzo e di ricerca di risposte per i cittadini”. Il consigliere ricorda quanto il territorio abbia investito molto su turismo e viticoltura. “La nostra posizione deve essere chiara: chiusura della discarica e gestione comune per una soluzione definitiva. Nei prossimi due mesi la Giunta dovrà dare una risposta definitiva”, aggiunge Mazzeo.
L'impegno a fermare l'iter è condiviso dalla consigliera del Movimento 5 stelle Irene Galletti che parla di una “necessaria gestione dei rifiuti. Nella mozione si cita il Piano dell'amianto, ma si dovrebbe ricordare che manca anche quello sui rifiuti”. Se per Galletti La Grillaia deve “essere un simbolo”, serve anche “fare un passo indietro e prendere le distanze da condotte che cercano di imporre impianti, oggi una discarica domani un inceneritore”. “Prendiamoci tutti, prima della fine della legislatura, un impegno forte”, conclude.
La necessità di dare una risposta unitaria convince Tommaso Fattori (capogruppo Sì-Toscana a sinistra) che si dice però “abbastanza sconcertato per quanto accaduto in questi mesi. Da un parte la Giunta annuncia la svolta verso l'economia circolare che significa lasciarsi alle spalle discariche e inceneritori, dall'altra procede su siti come cava Fornace e La Grillaia, una discarica che andrebbe bonificata a conferimento rifiuti zero”. Fattori, puntando sulla necessità di “promuovere l'inertizzazione dell'amianto”, cita altre scelte della Giunta come il gassificatore a Livorno, un impianto a suo dire che “nulla ha a che vedere con l'economia circolare” e riprende poi dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale "con il richiamo ai carri armati per costruire impianti". Eugenio Giani precisa il voto convinto alla mozione: “Ho visitato il sito nel 2017 e ho chiara la percezione che la discarica sia assolutamente inopportuna”. E sulle sue affermazioni richiamate da Fattori replica: “Accetto che alcuni siti deformino le mie parole e riportino il contrario del mio pensiero. Non mi aspettavo capitasse in Consiglio”.
La capogruppo Elisa Montemagni annuncia la decisione dell Lega di non partecipare al voto non perché contraria alla filosofia di fondo, ma perché reputa la mozione un “copia e incolla di quanto accaduto per Cava Fornace”. Aggiunge poi il rischio di un risarcimento da oltre 30milioni, in considerazione del fatto che è già stato stilato un piano di investimento. “Non posso votare un atto simile. Sarebbe stato più coraggioso – aggiunge poi rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza – presentare una mozione di sfiducia alla Giunta visto che la decisione assunta è politica”.
D'accordo a non partecipare al voto anche il capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti: “Concordo sul ritiro della delibera, ma ai colleghi di maggioranza dico che non si può passare dalla lotta al governo. La decisione l'ha assunta la vostra Giunta. Sembra di essere su scherzi a parte”, conlude.
Sostegno al testo arriva da Stefano Scaramelli (capogruppo Italia Viva) che precisa il ruolo del Consiglio: “È una funzione di indirizzo e dobbiamo avere il coraggio di assumerci le nostre responsabilità”.
“Servono soluzioni condivise. Il dissenso nei territori è alto e dobbiamo ascoltare voci ed esigenze” dichiara Andrea Pieroni (Pd). “C'è un progetto che ha avuto un parere favorevole sotto il profilo della compatibilità ambientale, ma non corrisponde al profilo politico. Confido che la politica prevalga sulle scelte tecniche e auspico un percorso che riesamini la posizione in tempi rapidi. Possiamo rimettere in discussone scelte prese a livello tecnico”, spiega.
Anche per Alessandra Nardini il ruolo della politica è quello di una strada diversa nel merito e nel metodo. “Rivediamo la decisione, con coraggio, istituendo un tavolo per la creazione di una filiera pubblica”. Non solo revoca, quindi, ma anche un percorso a guida e impegno della Regione perché è la garanzia più importante che possiamo offrire”, spiega.
Condivisione al testo arriva anche da Monica Pecori (gruppo misto) anche se la consigliera ricorda altri casi e altri cittadini “rimasti inascoltati e ignorati”. “Prenderò la mozione di oggi e la ripresenterò sostituendo La Grillaia con Bulera, Rimateria, inceneritore di Scarlino, Case Passerini, gassificatore di Stagno, perché la stessa enfasi che ascolto oggi sia indirizzata anche verso altri territori”, spiega.
Secondo Giacomo Giannarelli (M5S) la mozione “è credibile grazie alla nostra firma”. Il consigliere ricorda che i Piani amianto e rifiuti non ci sono anche se “avevamo tutto il tempo per farli”. Ricordando impegni presi cui non si è mai dato seguito come Cava Fornace, e spiegando la necessità di una politica sull'amianto, perché “tocca la sensibilità dei territori”,  Giannarelli rivolge un invito alla maggioranza: “Se entro 15 giorni la delibera non viene ritirata dovreste dimettervi da consiglieri del Pd o sfiduciare l'assessorato competente. Diversamente perdereste ogni credibilità”.
“La mozione contiene un forte richiamo politico. I contenuti sono frutto di anni e anni di scelte sbagliate. Se l'obiettivo è comune, le responsabilità politiche restano e su queste non faremo sconti” dichiara Paolo Marcheschi (Fratelli d'Italia). “Oggi vogliamo scrivere una pagina nuova, ma il flop totale della politica dei rifiuti di questa Giunta resta intatto”.
Sì convinto alla mozione arriva da Massimo Baldi (Italia Viva). “Esercitiamo il nostro sacrosanto diritto di rivolgerci alla Giunta amichevolmente, ma nell'ambito del nostro ruolo di indirizzo” e rivolgendosi alle opposizioni chiarisce: “In cinque anni non ho mai ascoltato proposte su come gestire l'elemento residuale dei rifiuti”.
A chiusura del dibattito Gabriele Bianchi (gruppo misto) ricorda proposte di sintesi tra aziende e politica per “soluzioni pratiche”. Tra queste ricorda l'accordo sulla bioraffineria di Gela.

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