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COMUNICATO STAMPA  n. 175

 
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Lando Conti: Giani, figura cruciale nella storia della Toscana

Il presidente del Consiglio regionale al convegno che celebra i trentatré anni dalla morte del sindaco ucciso dalle Brigate Rosse nel 1986. Il vicepresidente Marco Stella: “Fu trucidato. Incivile pensare ai figli dei terroristi e non ai familiari di chi è stato ucciso”. Il figlio Lorenzo: “Il sorriso è la sua grande eredità”

 

di Ufficio Stampa, 8 febbraio 2019

 

“Lando Conti era una figura di equilibrio intellettuale più che politico. L’unico leader che ha animato il protagonismo del polo laico-socialista,  fino ad essere considerato degno di ricoprire la figura di sindaco, non c’è stato bisogno di altri. Aveva la personalità giusta, lo spessore adatto e la capacità di interpretare il senso collettivo di trasformazione dell’amministrazione di Firenze. Diventerà figura cruciale nella storia della Toscana”. Così il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha aperto i lavori del convegno che celebra i trentatré anni dalla morte di Lando Conti, il sindaco di Firenze ucciso dalle Brigate Rosse nel 1986.
 
L’appuntamento intitolato “Lando Conti: un cittadino che faceva politica”, è stato anche un modo per ricordare il drammatico capitolo del terrorismo: “In certi momenti – ha spiegato Giani – occorre schierarsi perché la vicenda va letta in questa logica, non rimossa.  Bisogna parlarne, occorre capire, e far capire, che la degenerazione dell’ideologia può portare a uccidere oltre 300 persone, oggi facciamo quasi fatica a ricordarlo”.  E nel citare “l’aspetto umano” di chi ha conosciuto Conti, il presidente del Consiglio regionale ha ricordato il “senso politico della sua uccisione: colpendo lui si colpì un uomo tanto più importante perché aveva determinato quei processi di gestione, amministrazione e buon governo di Firenze quanto sguarnito nella difesa da parte dello Stato”.
 
A parlare del sindaco “trucidato”, anche il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Stella. “Oggi non ricordiamo solo quell’atto gravissimo che colpì Firenze e l’Italia tutta, ma la persona e la figura, il politico e il cittadino prestato alla politica”. “Molto più lungimirante di altri amministratori”, perché, ha detto Stella, Conti “non si limitò ad amministrare il quotidiano ma pensò alla città del futuro”. Fu infatti il sindaco, ha continuato ancora il vicepresidente che “fece la battaglia per l’aeroporto e per Castello. Fu il sindaco che in quella Giunta deliberò il trasporto che oggi vediamo, cioè il sistema delle tramvie”.  E nel ricordare la figura di “uomo e padre”, Stella ha concluso con un plauso per il ritorno di Cesare Battisti in Italia e un monito: “Si è fatto troppo poco per le famiglie e per le vittime. È impensabile e incivile pensare ai figli dei terroristi e non ai familiari di chi è stato barbaramente ucciso”.
 
Presente al convegno, anche il figlio Lorenzo Conti che ha ricordato il padre come “un uomo cui piaceva lavorare per la propria città”. “A quei tempi – ha continuato – si faceva politica senza stipendio, per senso del dovere e per passione. Oggi molto è cambiato, non so dire se in meglio o in peggio. Di certo la sua più grande eredità è il sorriso. La sua volontà di sdrammatizzare sempre tutto, la sua voglia di coltivare la tolleranza e la non violenza. Questi valori forti mi sono rimasti addosso”, ha concluso.
 

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