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COMUNICATO STAMPA  n. 0352

 
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Cave: slittano termini per ricognizione beni indisponibili di Massa e Carrara

Lo prevede la proposta di legge presentata da Gianni Anselmi e Stefano Baccelli approvata all’unanimità dal Consiglio. Il differimento interessa anche la stipula delle convenzioni per il prolungamento delle concessioni e l’emanazione dei regolamenti comunali

 

18 aprile 2018

 

FirenzeSlittano i termini per lo svolgimento di attività legate al settore del marmo, una fra tutte la ricognizione dei beni appartenenti al patrimonio indisponibile dei comuni di Massa e Carrara. Le date da rispettare, alcune già scadute e comunque condizionate alla definizione della nuova disciplina regionale in materia di cave, saranno posticipate.

Lo prevede una proposta di legge di iniziativa dei presidenti delle commissioni Ambiente e Sviluppo economico, Gianni Anselmi e Stefano Baccelli, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale.

La materia, molto complessa, è oggetto di un’iniziativa legislativa da parte della Giunta che arriva a seguito della sentenza della Corte costituzionale (n. 228 del 20 settembre 2016). Sentenza che ha dichiarato illegittima la legge regionale 35/2015 nella parte relativa ai beni estimati (art.32 comma 2) e ha imposto alla Toscana di adeguare il proprio ordinamento. La natura pubblica o privata dei beni estimati infatti, ha sancito la Corte, appartiene all'ordinamento civile ed è quindi di competenza statale.

Nelle more della revisione della 35 e degli approfondimenti su modifiche anche sostanziali alla nuova disciplina in materia di cave, alcuni sollevati nel corso delle consultazioni avviate a novembre scorso, si inserisce il testo di Anselmi e Baccelli che “riallinea i termini e premette quell’analisi di dettaglio che abbiamo concordato di operare” ha spiegato il presidente della commissione Sviluppo economico illustrando i contenuti.

Il differimento interessa quattro scadenze contenute in altrettanti articoli della legge 35.
In particolare è fissato al 31 dicembre 2018 la ricognizione dei beni appartenenti al patrimonio indisponibile di Massa e Carrara. Viene quindi modificato l’articolo 32 che indicava il termine del 31 ottobre 2016.
La seconda modifica riguarda l’articolo 38 e quindi la stipula delle convezioni per il prolungamento delle concessioni nel periodo transitorio (ossia il periodo durante il quale i titolari possono proseguire l’attività produttiva prima che la concessione ricada nella procedura di evidenza pubblica). Il nuovo termine è fissato al 30 giugno 2019 e la convenzione dovrà contenere il piano economico-finanziario, le modalità di verifica del rispetto degli impegni assunti per tutto il periodo della proroga.
Posticipati anche i termini per l’emanazione dei regolamenti comunali di Massa e Carrara. Nella legge vigente (articolo 39) è prevista la data del 31 ottobre 2016, nel testo licenziato si propone di “dare respiro ai consigli comunali” ha dichiarato Anselmi, e posticipare l’approvazione al 30 giugno 2019.
L’ultima misura riguarda una scadenza che interessa direttamente il Consiglio regionale: l’adozione del piano regionale cave (Prc) previsto all’articolo 57, viene posticipato al 31 dicembre di quest’anno.

In sede di dichiarazione di voto il vicepresidente della commissione Ambiente, Giacomo Giannarelli (M5s), ha annunciato sostegno esprimendo apprezzamento per il lavoro fatto: “dimostra attenzione verso territori e  istituzioni locali”. A detta del vicepresidente occorre “più tempo” per provare a sistemare “in modo definitivo” anche il tema delle “concessioni all’interno del distretto lapideo”. Per Giannarelli permangono tuttavia ritardi da parte della Regione, alcuni dei quali definiti “clamorosi”, perché “non fornisce gli strumenti necessari ai Comuni per lavorare regolarmente”. Come già fatto nel corso della seduta di commissione di ieri, martedì 17 aprile, ha rinnovato la richiesta di una “celere programmazione” della proposta di legge parlamentare di iniziativa regionale, presentata dal suo gruppo, e riferita alla “definizione del bene estimato”. Il punto, ha spiegato, crea “non pochi problemi ai Comuni che devono disciplinare l’attività estrattiva perché non sanno cosa scrivere nei regolamenti”.

Per il presidente del gruppo Sì – Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, la proroga “è del tutto evidente”. “È utile ricordare, anche incidentalmente – ha aggiunto - che ci troviamo in questa situazione grazie alle lobby del marmo che hanno esigenze in contrasto con il Piano di indirizzo territoriale e porta avanti insistenti pressioni per modificare la legge regionale”. Secondo Fattori l’obiettivo “non è solo il blocco della parte inerente ai beni estimati, c’è anche il tema dei vincoli per l’apertura di nuove cave, l’interpretazione di cosa si intenda per cave dismesse e la questione delle norme relative alla rimessa a ripristino dopo gli abusi”. Al di là del voto a favore il consigliere ha esortato a “non dimenticare il contesto”. (f.cio)

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana