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COMUNICATO STAMPA  n. 0999

 
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Fusioni dei Comuni: gli effetti degli incentivi, se ne parla in Consiglio regionale

Gli interventi di Matteo Biffoni (Anci), Sereni (Unioncamere), Marras (Pd). Le conclusioni del presidente della commissione Affari istituzionali Bugliani

 

3 luglio 2017

 

Firenze –  Ad aprire la discussione sui contenuti della ricerca è statoMatteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, che ha sottolineato la necessità di ripensare la complessiva identità istituzionale della nostra Regione. “Non è solo fusione sì, fusione no – ha rilevato – Al cittadino che ha paura di perdere il contatto con il proprio sindaco o assessore, l’amministratore che crede in una certa soluzione, per il bene della sua comunità, deve sapere spiegare e chiarire. Conservare è più semplice, L’innovazione è sempre complessa”. In questa prospettiva Biffoni ha ribadito la scelta di Anci di affidarsi a processi solo su base volontaria.
SecondoAndrea Sereni, presidente di Unioncamere Toscana, la diversità di opinioni fra imprese e amministratori sulle fusioni nasce dal fatto che l’impresa guarda ai costi e all’utile, mentre gli amministratori ai bisogni dei cittadini. “La riforma delle camere di commercio, che scenderanno da 105 a 60 – ha sottolineato Sereni  - rischia di calarsi in un paese che non c’è, dopo che il 4 dicembre 2016 il paese ha scelto di andare in una direzione diversa“.
Il capogruppo Pd Leonardo Marras ha ricordato che in tutta la Toscana le comunità locali travalicano i confini comunali. “Il sistema attuale è insufficiente rispetto alla domanda effettiva di servizi – ha affermato  - Direi anche che c’è un deficit di democrazia, che deve essere recuperato”. A suo parere anche l’efficienza va misurata in maniera diversa. “Non è solo l’incentivo, o una maggiore efficienza, che sono alla base dell’esigenza di aggregare – ha sottolineato – Con la legge Del Rio, una realtà come quella toscana, che ha affidato molte funzioni alle province, oggi si trova di fronte ad un salto molto alto tra Regione e Comuni. Un salto che non è possibile superare con oltre duecentosessanta comuni”. Da qui, a suo parere, la necessità di spingere verso le fusioni, promuovendo percorsi di partecipazione per coinvolgere le comunità prima dello svolgimento del referendum.
 “Siamo alla ricerca di un nuovo approccio sul tema delle fusioni. Questa ricerca svolta sul territorio ci dà un quadro chiaro – ha rilevato il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani nel suo intervento di chiusura - I benefici che possono derivarne sono molti e poco conosciuti sul territorio. Il mondo che muove l’economia è favorevole. Dall’altra parte c’è una resistenza di carattere spesso ideologico e talora politico. Il Consiglio regionale deve continuare a dimostrare ai cittadini che le fusioni sono un beneficio, non solo in termini di semplificazione amministrativa, ma anche di vantaggio economico sul territorio”. A suo parere è però indispensabile avere un approccio corretto, che richiede il rispetto delle identità e delle volontà popolari. “La vera sfida – ha concluso - è saper comunicare ciò che di buono i percorsi di semplificazione amministrativa portano”. (dp)

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