COMUNICATO STAMPA n. 0290
Sanità: riforma del sistema toscano, il dibattito (2)
Gli interventi dei consiglieri regionali Marco Carraresi (Udc), Monica Sgherri (Rc-Ci), Mauro Romanelli (gruppo misto), Giovanni Donzelli (Fdi), GianLuca Lazzeri (Più Toscana) e Daniela Lastri (Pd)
11 marzo 2015
Firenze – “Il mio voto è favorevole – ha detto il consigliere regionale Marco Carraresi (Udc) nel suo intervento in aula – perché vedo questa riforma come un bicchiere mezzo pieno, un punto di partenza, un fatto positivo che darà piccole risposte alla necessità di risorse che abbiamo”. “Purtroppo – ha aggiunto Carraresi – arriviamo in ritardo, questo lavoro doveva essere fatto in 5 anni e non lasciato decantare. Dovevamo intervenire per riorganizzare non per tagliare”. Il consigliere ha parlato di un “sistema ingessato, arricchito di enti che ne hanno complicato la gestione e sotto la scure di pesanti condizionamenti”.
Voto contrario convinto è stato espresso dalla capogruppo Rc-Ci Monica Sgherri “ad una proposta di legge – ha detto - che trova i suoi pilastri nel forte accentramento istituzionale con le tre aziende di area vasta governate da ‘supermanager’ e nell’attacco frontale al lavoro pubblico sanitario e ai suoi professionisti che si realizzerà con duemila esuberi nei prossimi due anni e con la perdita di 2500 dipendenti per il blocco del turn over”. Sgherri ha ricordato “il presidente Rossi troverà 100 dei 240 milioni di euro necessari per coprire i tagli nazionali nei nuovi esuberi”. “Rossi – ha ribadito la consigliera - ha individuato un’altra fonte di risparmio nel demansionamento del lavoro sanitario. Questa logica economicistica comporterà una riduzione dei servizi”. “In Toscana – ha concluso Sgherri – le liste d’attesa restano lunghissime e la Toscana è una delle regioni con i ticket più alti ed ha deciso di tagliare oltre duemila posti letto ospedalieri mentre la spending review nazionale gliene imponeva solo 1500”.
Sulla stessa linea l’intervento di Mauro Romanelli(gruppo misto) che ha espresso voto contrario. “Ci troviamo di fronte ad un principio di arbitrarietà – ha detto il consigliere regionale – che impone tagli senza riorganizzazione. Si pensa al risparmio con la politica degli esuberi e del demansionamento, misure che genereranno carenze nei servizi, inefficienze e perfino aggravi di costi”. Romanelli ha suggerito un risparmio con “l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti pericolosi, il prepensionamento degli psicologi e sul conforto religioso ai cittadini con l’impiego di personale volontario”.
Voto contrario anche da parte del capogruppo Fdi Giovanni Donzelli che si è domandato “questa legge è una proposta di riforma o di involuzione?” Il consigliere regionale ha dipinto un quadro negativo della sanità toscana. “Una Toscana – ha detto – che è fanalino di coda per le liste d’attesa”, dove “nelle strutture ospedaliere ci sono medici e infermieri con ferie non godute” e che gestisce “le operazioni immobiliari sanitarie con i piedi”. “Questa riforma – ha detto il capogruppo - non semplificherà, anzi moltiplicherà la burocrazia”. La soluzione, secondo Donzelli: “bisognava levare le mani del Pd dalle corsie. Così mantenete gli sprechi e i privilegi, peggiorate i servizi, lasciate immobili di proprietà vuoti affittandone altri per lo stesso utilizzo”.
Gian Luca Lazzeri(Più Toscana) ha parlato di questa riforma come di un “intervento importante sul territorio, di una legge ponte, di una risposta forte”. “C’erano troppe asl e troppi direttori generali, con questa legge accorpiamo e riorganizziamo, creando tre aziende di area vasta governate da tre direttori”. Lazzeri ha presentato alcuni emendamenti per la valorizzazione delle risorse umane con attenzione al benessere organizzativo e per la personalizzazione delle cure anche per la medicina complementare integrata.
Ha annunciato la non partecipazione al voto, invece la consigliera Pd Daniela Lastri che si è detta non soddisfatta di quest’atto. “Nell’informativa della Giunta – ha detto – si spiega che 100 milioni saranno tagliati dal personale ma degli altri 150 milioni di tagli non si ha notizia”. Apprezzamento è stato espresso per il lavoro della commissione che “ha apportato modifiche per cercare di evitare che le nuove asl di area vasta non fossero troppo lontane dai cittadini”. Lastri in chiusura del suo intervento pone alcuni interrogativi: “Governeranno nuove asl ma di queste non sappiamo niente? Il gruppo dirigente attuale delle asl va a casa, avranno fatto male o bene? Fa bene alla sanità non avere direttori sanitari e amministrativi? Erano tutti inutili? Tre asl sono meglio di 12? E perché non 1 sola? Cosa si diranno le 3 asl con le 3 aziende universitarie”. “Nessuno di questi quesiti – conclude Lastri – viene sciolto con questa riforma e in alcuni casi c’è un’evidente complicazione delle relazioni e degli organismi”. (bb)
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