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COMUNICATO STAMPA  n. 0816

 
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Legge elettorale: il dibattito

Gli interventi di Alessandro Antichi (Fi), Lucia Matergi (Pd), Vanessa Boretti (Pd), Marco Taradash (Ncd) e Severino Saccardi (Pd)

 

9 settembre 2014

 

Firenze –“Questa è una legge che funzionerà. Saprà fare quello che serve: selezionare la classe politica migliore”. Così Alessandro Antichi(Forza Italia) ha aperto il dibattito sulla legge elettorale regionale dopo le relazioni di Daniela Lastri(Pd) e Marco Manneschi(Toscana civica regionale). Per Antichi il testo in discussione “rappresenta il tentativo per dare alla Toscana uno strumento utile ad affrontare un futuro difficile”. “Non scegliamo per noi”, ha rilevato con forza il consigliere, “piuttosto diamo ai cittadini lo strumento per decidere”. Su questioni ancora spinose quali preferenze e listino sulle quali si articolerà il lungo dibattito, Antichi ha osservato come siano stati “sdoganati istituti e trovato soluzioni innovative come la preferenza agevolata”. E ancora i collegi piccoli, ma “non piccoli abbastanza”, che a detta del consigliere “aiutano il contatto con i cittadini” o il listino facoltativo e corto che “agevola l’offerta politica” e che “non è un escamotage per sfuggire al confronto”. “Stiamo parlando di cose importanti”, ha concluso Antichi ricordando che ciò che “conta, e che vogliono i toscani, è avere una buona politica e selezionare un’altrettanto buona classe politica”.
Di proposta “necessaria, voluta dai cittadini e di cui il Consiglio si fa portavoce”, ha parlato Lucia Matergi(Pd) secondo la quale il testo è una “occasione per dotare la Toscana di uno strumento di sicura valenza democratica”. La legge aggiunge “innovazioni coerenti con una società volta alla rappresentanza e alla parità”, ha ricordato la consigliera pur evidenziando “elementi in cui sembrano appannarsi alcuni dei presupposti dai quali l’iter legislativo aveva preso le sue mosse”. Il riferimento era al listino regionale bloccato che con “spirito costruttivo e con l’intento di migliorare il testo di legge” la consigliera ha auspicato possa essere “un tema da superare per dare alla Toscana una riforma elettorale coerente al suo interno e soprattutto rispondente alla domanda di politica buona che ci viene dai cittadini”.
“C’eravamo assunti un compito importante e più che condivisibile: modificare una legge che aveva tolto ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti”. Così Vanessa Boretti(Pd) ricordando anche la seconda questione di fondo che ha sempre condiviso e cioè “porre rimedio al problema della disparità di genere”, ma anche punti sui quali ha detto di “non aver mai cambiato idea: niente più liste bloccate, niente più listini, niente più nominati”. Da qui il rilievo che “l’impalcatura della legge è buona e soprattutto migliora la situazione attuale”, ma ci sono “almeno due aspetti, non banali ed emersi all’improvviso”, sui quali ha espresso “forti perplessità: soglie di sbarramento eccessivamente penalizzanti e per certi versi anche poco comprensibili e listino regionale bloccato facoltativo”. Boretti ha concluso dicendo di “volere una nuova legge elettorale toscana, volere una legge migliore” e soprattutto evidenziando che “quando si modificano le regole del gioco occorre puntare sempre alla mediazione più alta nell’interesse della democrazia, delle istituzioni, dei cittadini e rispettosa della Costituzione”.
“Non mi pare che ci sia stata tutta quella partecipazione popolare richiamata dal presidente Manneschi nella sua relazione. Noi consiglieri, per primi, siamo rimasti sorpresi dalla scomparsa della legge perché era arrivato un ordine di servizio. Il testo in discussione non è quello arrivato dal percorso costruttivo svolto”. Così Marco Taradash(Ncd) che su listino e preferenze ha dichiarato quanto non siano “sbagliati o giusti in sé”. “I cittadini vogliono una buona politica non questo o quel sistema elettorale”. “E non si può avere tutto” ha osservato muovendo un’obiezione di fondo: “Preferenze e listino non possono stare insieme, anche per ragioni costituzionali. Ci vuole chiarezza e trasparenza”. “Preferirei – ha continuato – un sistema tutto a listini corti e partiti che siano strumenti di partecipazione democratica”. “Non inganniamo gli elettori”, ha concluso.
“Per il cittadino comune questa legge arriva con un ritardo enorme” ha esordito Severino Saccardi(Pd). “Oggi – ha detto – siamo a fare una grossa autocritica. Fino ad ora sono stati eletti consiglieri senza primarie o con primarie in cui la partecipazione era molto scarsa”. Per il consigliere “l’impianto complessivo della legge è buono anche se presenta elementi discutibili quali il listino”. Pratica che secondo Saccardi è stata fatta per “garantire e non per assicurare qualità nella politica”. “È comunque un passo avanti che però lascia un retrogusto non buono” ha concluso. (f.cio) – segue –
 
 

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