COMUNICATO STAMPA n. 0454
Pari opportunità: puntuale applicazione delle legge sulle quote rosa
Nella risoluzione sull’attività svolta nel 2013, approvata a maggioranza dal Consiglio, si richiama la normativa sulla rappresentanza femminile nelle società controllate dalla pubblica amministrazione
29 aprile 2014
Firenze – Il Consiglio regionale ha espresso apprezzamento per l’attività svolta nel 2013 dalla Commissione regionale per le pari opportunità (Crpo) e, con una risoluzione, ribadisce l’impegno a rendere effettivi i principi e le disposizioni contenuti nella Costituzione e nello Statuto regionale. In particolare, si impegnano l’assemblea legislativa e la Giunta, per le rispettive competenze, ad una puntuale applicazione della legge sulle quote rosa nella composizione dei consigli di amministrazione delle società controllate dalla pubblica amministrazione. La legge 120/2011 prevede, infatti, che gli organi di amministrazione e di controllo siano composti da almeno tre membri, di cui almeno un terzo dal genere meno rappresentato, adeguando opportunamente, se necessario, gli statuti societari.
E’ stato il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi ad illustrare brevemente il testo, sottolineando che qualche piccolo problema si è verificato, magari più per distrazione che per effettiva volontà. Da qui la necessità di un controllo più attento per passare dalle enunciazioni ai fatti.
Secondo Gabriele Chiurli la commissione non va tenuta per figura. A suo giudizio, dopo che lo scorso anno si è deciso di ampliarne l’attività, nulla è cambiato e si sono fatti solo convegni e campagne di comunicazione.
Marina Staccioli ha sottolineato che lo Statuto regionale colloca la Commissione per le pari opportunità tra gli organi di tutela e garanzia, ma nella realtà i principi di parità non sono rispettati, se non in modo formale, con nomine femminili in organismi di scarsa importanza e visibilità, quando invece la banca dei saperi attesta che ci sono competenze specifiche che dovrebbero essere valorizzate.
L’importanza del ruolo della commissione è stato ribadito da Daniela Lastri, secondo la quale i problemi vengono affrontati proprio grazie alla sua attività, che investe anche le amministrazioni comunali e le società controllate, pur non avendo poteri di commissariamento in caso di inadempienza. In questa prospettiva ha ricordato che sono in corso revisioni sia della legge sulle nomine, sia della stessa legge istitutiva della commissione.
Negli anni Sessanta o Settanta nessuno avrebbe osato chiamarci veline, ha osservato Stefania Fuscagni, denunciando la regressione culturale in atto su questi temi e sottolineando la necessità di fare i conti con questa evoluzione. A suo parere il mancato collegamento fra mondo della ricerca e mondo del lavoro ha penalizzato in modo particolare le donne.
La risoluzione è stata approvata a maggioranza. (dp)
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