COMUNICATO STAMPA n. 0108
Giorno della Memoria: la deportazione di Dino Francini nel ricordo della figlia
Presentato il libro “Perché il silenzio non sia più silenzio” di Gabriella Nocentini, Edizioni dell’Assemblea. Daniela Lastri: “Le storie meno conosciute della Resistenza sono tasselli fondamentali del patrimonio della nostra etica pubblica”
7 febbraio 2014
Firenze –“Sono intense le emozioni che si provano leggendo la storia di Dino Francini, rivista attraverso gli occhi di sua figlia Renata. Più ci si addentra nella lettura e più si comprende come sia un’opera assolutamente meritoria quella di pubblicare le storie meno conosciute della Resistenza italiana. Sono tasselli fondamentali di un mosaico che costituisce la base della nostra convivenza civile e formano quel patrimonio che sostanzia la nostra etica pubblica”. Con queste parole la consigliera regionale Daniela Lastri, dell’Ufficio di presidenza, ha presentato il libro “Perché il silenzio non sia più silenzio – Dino Francini, deportato a Mauthausen, nel ricordo della figlia” di Gabriella Nocentini, Edizioni dell’Assemblea. Il volume è stato presentato oggi pomeriggio nella sala Affreschi di palazzo Panciatichi nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria.
Dino Franciniera vicedirettore della banca Commerciale di Firenze, dove fu arrestato nel suo ufficio, nel marzo 1944, perché attivo nella Resistenza. Fu torturato a “Villa Triste”, deportato prima a Fossoli e poi a Mauthausen e morì nel sottocampo di Gusen dopo soli sei mesi dall’arrivo. In quest’opera rivive attraverso la testimonianza della figlia, allora una ragazzina già orfana di madre, corredata da fonti storiche e lettere. E’ la storia della vita di Dino, che mise in gioco la sua vita, la sua carriera di tutto rispetto, la sua famiglia già provata dalla morte della giovane moglie scomparsa quando Renata era appena nata, ma anche del dolore e delle difficoltà di chi gli è sopravvissuto, delle cicatrici indelebili, fino alla volontà, espressa da Renata con grande fierezza, di spezzare il silenzio e di non rassegnarsi a come tante persone non conoscano oggi questa tragica fetta di storia italiana.
Alla presentazione, a cui hanno partecipato Renata Francini e l’autrice, sono intervenuti anche il presidente della Fondazione Museo della deportazione e Resistenza di Prato MarcoRomagnoli e la direttrice della Fondazione Museo della deportazione e Resistenza di Prato Camilla Brunelli. (cem)
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