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COMUNICATO STAMPA  n. 701

 
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Legge elettorale: il dibattito politico

Al convegno della commissione Pari opportunità gli interventi dei consiglieri Del Carlo (Udc), Manneschi (Idv), Naldoni (Pd), della portavoce dell’opposizione Fuscagni e dell’assessore Allocca

 

2 luglio 2013

 

Firenze –“Bisogna stare attenti a non fare ulteriori danni in Toscana, dove con la legge elettorale regionale abbiamo aperto la strada al Porcellum nazionale. Però va detto che tutte le proposte di riforma della legge elettorale finora presentate, in primis la nostra, prevedono la cancellazione delle liste bloccate e questo è un dato sicuramente positivo”. Così ha aperto il suo intervento il capogruppo dell’Udc, Giuseppe Del Carlo, in avvio di dibattito politico al convegno “Una legge elettorale a misura di donna” svoltosi oggi a Palazzo Bastogi.
“La modifica della legge elettorale non può più essere rinviata”, ha proseguito Del Carlo. “La Toscana deve oggi dimostrare di voler cancellare le liste bloccate per restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Consiglio regionale e in Parlamento”. E sul tema specifico del convegno: “Bisogna fare attenzione nel non creare storture quando si cercherà di garantire l’elezione di candidati di genere diverso. Occorre evitare di dar vita a soluzioni che impongono scelte dall’alto e non tutelano la libertà del cittadino elettore. La nostra proposta, con doppia preferenza di genere, è contraria ai collegi uninominali e favorevole al modello proporzionale con soglia di sbarramento e con premio di maggioranza”.
Secondo Marco Manneschi, Idv, “la presenza femminile paritaria in politica rappresenta un patrimonio condiviso fra i cittadini”. I segnali che arrivano dalle esperienze locali dove, alle recenti amministrative, si è votato con il vincolo dell’elezione di genere “sono importanti ed incoraggiano a proseguire su questa strada”. Ha precisato Manneschi, proprio in riferimento a queste esperienze che hanno visto coinvolta anche la Toscana: “La Corte Costituzionale ha dichiarato la legittimità delle leggi sulla doppia preferenza di genere in virtù dell’affermazione del diritto alla non discriminazione, peraltro innovando molto il proprio orientamento”.
“Occorre che tutte le forze politiche trovino una sintesi”, ha continuato Manneschi. Che ha auspicato: “Ci sono tuttora forti resistenze a favore del listino bloccato. Ma la riforma elettorale deve mettere mano alla legge nel suo insieme ed a mio avviso anche questo aspetto va superato, restituendo la scelta ai cittadini. In questo la presenza di genere premierà persone nuove, innovative e preparate, come generalmente sono le donne”.
Sostegno all’idea di una riforma elettorale è arrivato anche dall’assessore al Welfare, Salvatore Allocca, presente al convegno in rappresentanza della Giunta toscana, che ha parlato della necessità di “dare rappresentanza alla società” e di “valorizzare l’esperienza politica e amministrativa acquisita”, perché “chi è chiamato ad amministrare deve essere in grado di farlo e non è più pensabile che si ricorra a persone prive di esperienza e talvolta anche di qualità”.
“Una stortura è quella relativa al cosiddetto voto utile”, ha affermato Allocca. “Il voto è utile quando serve a dare rappresentanza a quello che si è o si vuole, non alla legittimazione del sistema elettorale o peggio ancora di un sistema di potere. L’uninominale è invece funzionale a questi aspetti”.
Allocca si è detto inoltre favorevole ad introdurre il “doppio turno” alle elezioni regionali. “In questo modo”, ha affermato, “si può garantire sia la rappresentanza di genere che le alleanze e la stabilità di governo, dato che le due settimane intercorrenti fra il primo e secondo turno, ad esempio, potrebbero servire a perfezionare ed affinare le alleanze”.
“Forme per rispondere alle molteplici esigenze ci sono”, ha concluso, “ma spesso le forze politiche ragionano per interesse di parte e non per interesse generale. Deve invece prevalere l’interesse comune. Bisogna dare reale rappresentanza alla società e valorizzare la capacità e l’esperienza nell’amministrazione della cosa pubblica”.
“È un problema molto complesso ed è necessario capire cosa si ha disposizione. Al momento è chiaro che le istituzioni sono letteralmente capovolte”, ha detto Stefania Fuscagni, portavoce dell’opposizione, nel corso del suo intervento. “Abbiamo un Presidente della Repubblica che fa il presidente del Consiglio, un presidente del Consiglio che vale quello che vale, un Parlamento che legifera per voti di fiducia, quindi più ipertrofico del mondo. Questo è quello che abbiamo a disposizione e da qui occorre partire per sviluppare la migliore strategia possibile”. Dichiarandosi “d’accordo sul principio”, Fuscagni ha insistito più volte sulla ricerca di un percorso che però si muove su un tavolo “anomalo”. “Ogni sistema elettorale sano dipende dall’assetto politico e partitico”, ha osservato rilevando come le stesse “abitudini politiche siano intolleranti alle donne perché denunciano una modalità inerziale di comportamenti non più sopportabili”. Fuscagni, ricordando che la situazione della sua parte politica è “evidente dalle cronache dei giornali”, si è soffermata su quella che sta animando la sinistra: “All’interno di questa compagine si discute se chi vince le primarie si debba presentare alle elezioni”. La portavoce dell’opposizione ha quindi chiarito che il “PdL dice sì alla rappresentanza di genere”, ma ha anche avvertito che quello delle preferenze è un “meccanismo premiante la conservazione”. “Per la parità di genere, meglio i piccoli collegi dove si gioca sulla credibilità del singolo, o la doppia preferenza”, ha concluso.
Simone Naldoniè intervenuto confermando, a nome del gruppo Pd, l’impegno già manifestato oggi dal presidente del Consiglio Alberto Monaci e da Daniela Lastri, “a chiudere presto, entro l’anno, la corsa già iniziata verso la nuova legge elettorale. Compito quanto mai delicato, siamo impegnatissimi per farlo bene, evitando evitare di commettere errori, e non trovarci a dover cambiare di nuovo in tempi brevi”. (mc/f.cio)

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