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Irene Galletti (capogruppo M5s): "Per salvare Mps, la politica deve fare grande passo indietro anche sulle nomine"


Marco Casucci (Lega, vicepresidente Consiglio regionale): "Golden power e nuovo ruolo Fidi Toscana. Evitiamo errori del passato"


Marco Stella (Forza Italia): "Centroisinistra ha la responsabilità del disastro Mps "


Vincenzo Ceccarelli (capogruppo Pd): "Con atto unitario maggior forza ad azione Regione a tutela Mps"

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COMUNICATO STAMPA  n. 0212

 
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Mps : il dibattito in Aula (2)

Gli interventi di di Diego Petrucci (FdI), Elena Rosignoli (Pd), Elisa Montemagni (Lega), Irene Galletti (M5S), Marco Casucci (Lega), Massimiliano Pescini (Pd), Alessandro Capecchi (FdI), Marco Stella (Forza Italia) e Vincenzo Ceccarelli (Pd)

 

di Sandro Bartoli e Daniele Pecchioli, 3 marzo 2021

 

“La politica non può girarsi dall’altra parte, ma deve tutelare le risorse del territorio” ha affermato    Diego Petrucci (FdI), che ha ricordato come la fondazione sia stata guidata da sedici componenti, quattordici dei quali di nomina politica. “Stamattina tutti i soggetti politici declinano il concetto di sovranismo nella gestione del credito, che condividiamo – ha affermato Petrucci. – Nel disastro causato dalla sinistra, la Toscana deve comunque provare ad avere una banca regionale, che abbia la testa, la governance ed assuma decisioni qui”. In questa prospettiva, ha aggiunto, abbiamo giudicato favorevolmente le affermazioni del presidente Giani su un ripensamento del ruolo di Fidi Toscana, che può diventare una sorta di cassa depositi e prestiti regionale.

“Monte dei Paschiè un bene comune, che ha mantenuto il suo ruolo di banca tradizionale e punto di riferimento per piccole e medie imprese e risparmiatori – ha sottolineato Elena Rosignoli (Pd). - Una risoluzione unitaria darebbe al presidente Giani più forza per interloquire con lo Stato e prolungare la presenza dello Stato nel capitale della banca, per il tempo necessario a farla uscire dalle difficoltà”.

“Una gestione non professionale, con pesanti coinvolgimenti della politica, locale e nazionale, è costata oltre 23 miliardi di euro e molti strascichi giudiziari”, ha rilevatoElisa Montemagni (Lega), che ha ricordato le difficoltà per l’istituto di credito nate con l’acquisizione di Banca 121 prima e poi di Banca Antonveneta, costata 9 miliardi di euro. Dopo vari piani di salvataggio, ha aggiunto, che nel 2017 la banca è stata nazionalizzata, con una ricapitalizzazione di 5 miliardi di euro, e che oggi la Fondazione ha un patrimonio di 400 milioni di euro e chiederà il risarcimento di 3,8 milioni di euro per gli aumenti di capitale sottoscritti sulla base di informative non corrette. “Dobbiamo salvaguardare i livelli occupazionali e fare in modo che resti a Siena la direzione generale – ha detto Montemagni. – Occorre anche una moratoria di trenta mesi per la cessione delle quote detenute dal Mef e la proroga del golden power di dodici mesi nei confronti di soggetti europei. La Regione deve infine dotarsi di un advisor professionale, che possa intervenire nella controversia tra Fondazione e Istituto di credito”. A suo parere dovrebbe essere valutato un impegno finanziario diretto della Regione in Mps quale ‘presidio istituzionale’ a tutela della comunità senese e toscana, parallelo alla riforma di Fidi Toscana.

“Grazie a noi, per la prima volta nella storia, nel 2015 è stata istituita in Toscana la prima commissione di inchiesta sulla crisi bancaria più grande d’Europa. Sono spariti circa 50 miliardi di euro di ricchezza. In circa dieci anni è stato azzerato un patrimonio accumulato in quasi 550 anni di storia”. Lo ha ricordato Irene Galletti (M5S), che ha sottolineato la ‘necessità per la politica e le istituzioni di adoperarsi per la salvezza di Mps e la tutela dei lavoratori. Ma allo stesso, “un secondo dopo” aver compiuto l’atto formale di indicare il rappresentante regionale nella Fondazione,  “dobbiamo tirarcene fuori, perché è stato proprio l’intreccio tra politica e credito che ci ha condotto alla situazione attuale”.

“Quello che nella scorsa legislatura disse Claudio Borghi in questa aula, mi aiuta oggi a chiarire la posizione della Lega e fa giustizia delle polemiche di questi giorni - ha dichiarato Marco Casucci (Lega). -  Troviamo una posizione unitaria, ma con impegni corposi, all’altezza del dibattito che stiamo facendo”. A suo parere sono importanti la moratoria di trenta mesi per la cessione delle quote dello Stato e la proroga di dodici mesi per la golden power per l’Europa, come pure la scelta dell’advisor per la richiesta di risarcimento della fondazione. “Si rischia di perdere l’ultimo presidio creditizio della Toscana. Dobbiamo ripensare il ruolo di Fidi Toscana - ha concluso. - La Regione deve trovare gli strumenti, anche innovativi, per essere vicina al nostro territorio. Si batta un colpo”.

“Dare forza al presidente è dare forza alla Toscana. È un appello che rivolgiamo a tutto il Consiglio” ha dichiaratoMassimiliano Pescini (Pd), sottolineando che l’obbiettivo è la salvaguardia del patrimonio di un territorio. “C’è il forte impegno della Regione perché questa storia non si interrompa – ha concluso - ma riprenda invece il proprio cammino in una nuova sinergia con altri istituti di credito in un sistema rinnovato”.

 “Dov’era allora Banca d’Italia, guidata da Mario Draghi? Spero sappia, come presidente del consiglio, in che modo rimettere mano ad un gravissimo errore, costato 23 miliardi di euro”, ha affermato Alessandro Capecchi (FdI), che ha espresso “disagio e sdegno per la morte di David Rossi, volato da una finestra di Rocca Salimbeni, che capiremo solo tra qualche anno”. “Ne usciamo con le ossa rotte a livello di credibilità europea – ha concluso. - Mussari è stato il presidente della Fondazione che controllava la Banca, poi il presidente della Banca e infine, dopo i grandi risultati, il presidente dell’Abi, in un paese in cui se il sottoscritto chiede un mutuo, gli occorrono firme fino al quarto grado di parentela. E’ una vergogna”.

“Avete un bel coraggio a presentarvi in Aula e intervenire non per chiedere scusa, ma per individuare un percorso per il Monte dei Paschi”, dice il consigliere Marco Stella (Forza Italia) rivolto ai consiglieri del Partito democratico. “La responsabilità di quanto è successo è di chi questa vicenda l’ha governata, di chi ha avuto responsabilità di guida”. Individuare un percorso, obietta Stella, “sarebbe ora l’errore più grande. Oggi serve piuttosto un ragionamento molto più grande, che qualcuno a Roma, tra questi Giorga Meloni, ha cominciato ad affrontare sul sistema-paese. I nostri asset industriali sono da anni sotto attacco, non difendiamo più niente di strategico. Qui si tratta ora di definire una politica industriale. Se Mps finirà nelle mani di investitori stranieri, i risparmi di tanti cittadini italiani finiranno nelle mani di investitori stranieri. Queste considerazioni non sono sovranismo, ma piuttosto politica industriale, tutela degli interessi di imprese e famiglie”, aggiunge il consigliere di Forza Italia. “Tra pochi giorni, saremo chiamati a nominare un membro della deputazione del Monte dei Paschi: cosa gli diremo?”. Stella è comunque disponibile ad una risoluzione unitaria “su questo che è un tema centrale della politica regionale. Non mi sento di indicare un tempo al presidente Draghi, ma ritengo fondamentale una proroga. Sappiamo che il Monte dei Paschi , che ha ancora 8miliardi di crediti deteriorati, non potrà rimanere da solo. Dovrà seguire logiche di mercato, non altre logiche, che hanno portato alla perdita di 30miliardi di liquidità che erano dei cittadini italiani”. La proroga come primo punto tra le tre priorità che indica Stella, “poi il mantenimento della direzione generale in Toscana e la tutela dei posti di lavoro”.
 
Il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli, accoglie la proposta di convergere su una risoluzione che esprima una posizione unitaria del Consiglio regionale. “È il momento di guardare al futuro, mettere a frutto una sintesi e consegnare al presidente della Regione obiettivi comuni. Il mandato che affideremo al presidente dovrà essere scevro da polemiche”. Al consigliere Stella risponde che “si potrebbe contrapporre lo stesso ragionamento su vicende di banche del Veneto o della Lombardia, dove la sinistra non ha avuto un ruolo”. Guardare al futuro, prosegue Ceccarelli, “significa invece tutelare i maggiori asset strategici, gli ultimi rimasti, e Mps è uno di questi; e tutelare il marchio e la storia prestigiosa del Monte dei Paschi. E convenire che la politica deve stare un passo indietro rispetto al ruolo della finanza. E, in ultimo, scrivere una nuova pagina a sostegno dell’economia per imprese e famiglie”.
 

                                                                                                                                              (fine)

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