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Anna Paris (Pd): "Mps a un bivio. Fusione vorrebbe dire distruggere il suo passato e distruggere Siena"


Stefano Scaramelli (Iv): "Un dovere tutelare marchio Mps, storia dipendenti e relazione con il territorio"


Francesco Torselli (FdI): "Per almeno due anni procrastinare privatizzazione"


Marco Landi (Lega, portavoce opposizione): "Facciamo presto una seduta del Consiglio regionale a Siena"

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COMUNICATO STAMPA  n. 0211

 
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Mps: il dibattito in Aula

Gli interventi dei consiglieri Anna Paris (Pd), Stefano Scaramelli (Iv), Marco Landi (Lega), Francesco Torselli (FdI), Elisa Tozzi (Lega)

 

di Paola Scuffi, 3 marzo 2021

 

“Dai cigni neri che hanno messo in crisi più volte la ripresa del Mps fino ad arrivare ai giorni nostri”. Ha usato questa digressione Anna Paris (Pd), per tracciare il senso del suo intervento, con cui si è aperto il dibattito in Aula. Un intervento iniziato con l’immagine di una banca vista come “preda circondata da avvoltoi”, con lo Stato in oggettiva difficoltà per il periodo della pandemia. La consigliera ne ha quindi ripercorso le tappe. partendo dall’acquisto di Antonveneta, la crisi del 2011, le nuove regole di Basilea 3, la direttiva del 2016 sulla risoluzione delle crisi bancarie, fino ad arrivare al dicembre 2016, quando JP Morgan e Mediobanca si ritirano da Mps, che rimane sola. Da qui la richiesta di tempo per andare sul mercato e il rifiuto opposto dalla Bce. Paris ha ricordato che Mps oggi è una banca che risponde per il 68 per cento alle Pmi, che è al servizio di un territorio capace di attrarre investimenti, spaziando dall’agricoltura green alle nuove tecnologie, dalla logistica alla meccanica. “Io chiedo di superare gli impegni temporali con l’Europa – ha concluso Paris – per poter attuare un percorso di risanamento della banca, che necessita di capitale dallo Stato, per salvaguardarne l’integrità, il marchio, e il valore che Mps ha per Siena e per la Toscana tutta”. 
 
Dal grazieper la discussionein Aulasulla “prima azienda” della nostra regione ha preso le mosse l’intervento di Stefano Scaramelli (Iv), che ha parlato del compito della politica: “Spetta a noi accompagnare i processi futuri, presentare ipotesi e idee, chiedendo al Governo di non abbandonare il dossier Mps, una banca che per Siena e la Toscana è storia, cultura, identità, passato, lavoro, futuro, relazione straordinaria con il territorio”. Ed esprimendo fiducia nel presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi sul fatto che potrà rinegoziare con l’Europa norme concepite prima della pandemia, il consigliere si è concentrato sulla finalità, sull’ambizione cui tendere: “Dobbiamo far imanere Mps soggetto economico forte, coprotagonista di un processo di consolidamento e di crescita”. “Alla politica spetta il compito di definire questo obiettivo strategico e di accompagnare il Governo nel processo”, ha continuato Scaramelli, guardando a due aspetti principali: il ruolo delle Fondazioni bancarie e i livelli occupazionali, da difendere e far crescere in futuro. “A lei, presidente Giani, spetta l’impegno di presentare una Toscana ambiziosa, che intende mantenere testa e cuore di Mps a Siena, quale elemento unico e di forza, non solo a livello regionale ma anche nazionale”, ha concluso.
 
Per Marco Landi (Lega) “la politica deve dimostrare un cambio di marcia”, per dare una spinta e una visione strategica a Mps, senza disconoscere il territorio di riferimento, andando oltre le debolezze e le appartenenze politiche. “La politica – ha detto - è necessaria per difendere il futuro di Siena e dei suoi cittadini, il futuro della Toscana e dei suoi cittadini”.  Da qui la sottolineatura circa la necessità di una azione politica responsabile, che non può permettersi di sbagliare, e che abbia come primo obiettivo la difesa di una banca regionale, che tutela le risorse del territorio e salvaguarda i livelli occupazionali. “A lei presidente Giani il compito di intraprendere questo percorso – ha concluso Landi. – Noi saremo al suo fianco: Siena e la Toscana non possono più essere ingannati”.
 
Francesco Torselli (FdI), partendo da Mps come “banca non normale”, dal punto di vista storico e di diffusione capillare sul territorio, nonché per il legame a doppio filo con una parte politica in Toscana, si è concentrato in particolare sulle azioni del Governo e sulla salvaguardia dell’istituto di credito. Questi i punti principali affrontati: il rinvio di almeno due anni del tempo necessario alla riprivatizzazione di Mps; la salvaguardia degli sportelli sul territorio; il mantenimento del brand e della direzione generale a Siena. E ha invitato ad alzare il tiro sulla sfida: “Mps non è un caso unico, siamo chiamati ad aspettare il prossimo”. Quindi ha accennato alla competenza di Draghi nel rivedere la normativa sulle banche cooperative e popolari, invitando la Regione a ripensare al ruolo di Fidi, “non certo marginale per l’asset strategico in Toscana”.
 
Elisa Tozzi (Lega), dopo aver dichiarato di aver apprezzato gli interventi dei colleghi Paris e Scaramelli, ha ricordato che la Banca ha già presentato un piano strategico con un Mps che prevede utile dal 2023, invitando a focalizzare l’attenzione sul management. “Accanto alla determinante funzione del Tesoro sulla ricapitalizzazione – ha spiegato - auspichiamo che Mps mantenga un ruolo centrale. E Occorre anche imporre un management all’altezza; la sfida può essere vinta solo con le professionalità adeguate”. A tal proposito la consigliera ha ricordato che Mps aveva una sua banca verde, che è stata fusa, mossa che oggi non sarebbe stata compresa. “Le scelte strategiche e le persone giuste sono fondamentali – ha concluso – per un Mps all’altezza del futuro e dell’ambizione della Toscana”.
 

                                                                                                                      (segue)

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