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COMUNICATO STAMPA  n. 1380

 
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Sanità: disabilità e autismo, unanime il Consiglio su risoluzione

Per garantire a ciascuna persona il diritto ad avere una vita piena, autodeterminata e libera, l’atto di indirizzo impegna la Giunta regionale ad avviare su tutto il territorio regionale progetti individuali. Interventi di Scaramelli, Spinelli, Marras, Quartini, Sarti, Alberti

 

di Ufficio Stampa, 20 novembre 2019

 

Firenze –Il Consiglio regionale ha approvato con voto unanime una risoluzione per garantire a ciascuna persona con disabilità e autismo il diritto di avere una vita piena, autodeterminata e libera. Un obbiettivo perseguibile ricercando sistematicamente l’inclusione sociale e la partecipazione, evitando soluzioni che portino la persona ad allontanarsi da esse. Per questo si impegna la Giunta ad “avviare su tutto il territorio regionale la predisposizione dei progetti individuali per le persone con disabilità”, compreso l’autismo, “così come previsto dalla legge”, e ad “intervenire con le Asl e le articolazioni socio-sanitarie territoriali per la piena applicazione della delibera di Giunta n. 1449/2017”, relativamente al “percorso di attuazione del modello regionale di presa in carico della persona con disabilità”. Presa in carico che prevede la definizione del progetto di vita e del budget salute. Quest’ultima indicazione serve a “dare il segno di un reale cambiamento culturale in merito al concetto di ‘progetto individuale di vita’quale prodotto di un processo di diagnosi multidimensionale, valutazione e programmazione condivisa”che è necessario a promuovere “tutte le opportunità di formazione, abilitazione, apprendimento, partecipazione delle persone con disabilità e autismo”, in ogni fase della vita e in ogni situazione (dalla scuola all’età adulta). Solo attraverso questo percorso, infatti, si può “consentire loro di utilizzare pienamente le risorse culturali e sociali della comunità”e di inserirsi in processi lavorativi, accedere a soluzioni abitative inclusive e non “custodialistiche”e sostenere e potenziare la rete delle loro “relazioni personali e affettive”ed esprimere i loro “talenti, preferenze e desideri”.
Alla Giunta si chiede anche di impegnare i soggetti pubblici del sistema (Asl, Comuni, Società della salute) a concertare progetti di formazione e occupazione con le organizzazioni del terzo settore, le istituzioni scolastiche, agenzie formative, Università e categorie economiche; a promuovere e sostenere progetti abitativi inclusivi; a monitorare, con il supporto dell’Ars e del suo Osservatorio dell’Autismo, “la qualità e i risultati dei percorsi abilitativi, riabilitativi e terapeutici”, mantenendo un costante confronto con le associazioni e le famiglie.
 
“Non è un risultato di arrivo. Questo atto è un punto di partenza. Vorrei che ciascuno di noi si sentisse corresponsabile della sua attuazione nei propri territori. Fuori le bandiere dei partiti, dentro la responsabilità personale”. CosìStefano Scaramelli (Italia Viva), presidente della commissione Sanità, ha concluso la sua breve relazione introduttiva alla risoluzione, nata in seguito ad una manifestazione che ha visto sfilare per le vie di Firenze oltre 1500 persone. “Volevamo dare una risposta alle persone che convivono con l’autismo – ha affermato – Una disabilità che rappresenta un ostacolo al vivere sogni, emozioni, desideri e realizzare il proprio percorso di vita. Volevamo, insieme alle associazioni, dare una risposta per ridurre questo ostacolo, con percorsi individualizzati, in un processo di autodeterminazione. Non vogliamo istituire percorsi riabilitativi nei territori, ma abilitativi, cioè misurandosi, come istituzioni toscane, per consentire di migliorare la qualità della loro vita”.
 
“Questa risoluzione non risolve il problema, ma vuole ribadire un concetto, che questa Regione ha il dovere ma anche il diritto, per quello che ha fatto in questi anni, di ribadire – ha affermato Serena Spinelli (Misto) - Al centro ci sono le persone, con le loro caratteristiche e le loro fragilità, e la comunità tutta ha un unico obbiettivo: provare a capire che cosa vogliono fare della loro vita e fare di tutto perché non ci siano scelte fatte contro di loro, o fatte sopra di loro, perché non sappiamo ascoltarli. È difficile, perché parlano un linguaggio che non è il nostro abituale. Se, però, non lo fa la Toscana, se non proviamo a farlo noi …a che serviamo?”.
 
“È un passaggio molto importante. Sta dando la giusta attenzione a questi temi, in modo anche umile – ha aggiunto Leonardo Marras (Pd) –  Non è un atto formale quello che facciamo, dopo aver ascoltato chi rappresenta questo mondo, i genitori in primo. In generale, c’è un senso di disarmo, a volte, perché non capiamo fino in fondo di cosa c’è bisogno. Come possiamo, cioè, costruire un sistema  di protezione  sociale, che non dia risposte standardizzate”.
 
“C’è un cambiamento di paradigma  - ha sottolineato Andrea Quartini (M5S) -  Le persone con disabilità vogliono essere chiamate persone con disabilità, perché è così che a queste persone si riconosce un pieno diritto di cittadinanza, un diritto fondamentale dell’uomo”.
 
“Sono orgoglioso di aver inserito il budget di salute – ha rilevato Paolo Sarti  (Sì-Toscana a sinistra) – E’ l’insieme delle risorse (economiche, strumentali, professionali, umane) necessario per fare tutto questo”.
 
“Se non ci pensa la politica, chi ci pensa?”  si è chiesto Jacopo Alberti (Lega), annunciando il voto favorevole sulla risoluzione.

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