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COMUNICATO STAMPA  n. 1376

 
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Tpl Toscana: contratto ponte, il dibattito in Aula

Gli interventi di Giacomo Giannarelli (M5s), Nicola Ciolini (Pd), Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), Jacopo Alberti (Lega), Marco Niccolai (Pd), Paolo Marcheschi (FdI), Ilaria Bugetti (Pd), Elisa Montemagni (Lega), Serena Spinelli (gruppo misto), Leonardo Marras (Pd) e la replica dell’assessore Vincenzo Ceccarelli

 

di Camilla Marotti e Ufficio stampa, 19 novembre 2019

 

Qui sono in gioco gli interessi di pendolari e lavoratori, quello che ci interessa è una conclusione positiva; il tema non è nemmeno più il risparmio”. Giacomo Giannarelli (M5S), interviene nel dibattito sul  trasporto pubblico locale e rivolge un “appello alla politica, perché non si divida la Toscana in cittadini di serie A e cittadini di serie B”. Il consigliere comunque raccoglie “la notizia di oggi: c’è una nuova data, non si va oltre l’11 dicembre. Chiedo all’assessore Ceccarelli che torni in aula la prossima seduta o in ogni caso in quella del 17 dicembre, con l’auspicio che per allora si possa chiudere la partita, che ci sia la sentenza del Consiglio di Stato”. Nel mentre, come rimarca il consigliere Nicola Ciolini (Pd), “la preoccupazione riguarda il servizio, se e come sarà erogato nei prossimi mesi; la sentenza ancora non ha data e non si sa che cosa dirà”. “La situazione non è certo delle più soddisfacenti”, commenta ancora il consigliere, riferendosi a 3, 6 mesi in cui è necessario definire “in sicurezza” il trasporto, con obblighi di servizio, finanziamenti.
 
Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), pure ricordando di avere previsto “i rischi di una gara unica e gigantesca, oltre all’insensatezza dell’ambito unico regionale”, e richiamando i rischi delle ‘aree marginali’, precisa che “se tutto fosse andato bene, comunque non ci sarebbe stata la necessità di modificare il cronoprogramma”. “Si è fatto bene a slittare di almeno 30 giorni”, aggiunge Fattori, ma richiamando una propria mozione, conferma: “Sarebbe stato meglio sospenderlo, e stabilire una qualche soluzione transitoria, che dia una qualche certezza nei prossimi mesi”. Perché il punto resta: “Che fa la Regione se al termine dei 30 giorni il Consiglio di Stato non si pronuncia?”. Secondo Fattori “serve un piano B”.  
 
“Che succede se il Consiglio di stato dice alla Regione Toscana di annullare la gara e procedere con una nuova?”, chiede Jacopo Alberti (Lega), rivolgendosi ai banchi di Giunta. Ripercorrendo la vicenda il consigliere afferma che “un’eventuale assegnazione andava fatta dopo la pronuncia del Consiglio di Stato”.
 
Marco Niccolai (Pd) ricorda i tagli al trasporto pubblico “del governo Berlusconi, nel 2011: la Regione fece un intervento straordinario per evitare il collasso dei servizi sui territori”. Poi, “su delega degli enti locali la Regione ha proceduto a una gara unica, che ha vari meriti”, tra cui “garanzie in punto di risorse per questo settore, che così viene messo al riparo”, e quindi maggior sicurezza ai lavoratori del settore, e anche miglioramenti per il rinnovo del parco mezzi”. Con riferimento alle ‘aree marginali’, Niccolai cita esempi che rimandano ai meriti del finanziamento da parte della Regione, per l’incremento di corse a vantaggio di pendolari e studenti. “Ritornare al sistema preesistente, quello provinciale, significherebbe mandare questo settore in una strada senza sfondo”, conclude.
 
“I toscani hanno perso: avete fatto une gara unica che è durata 10 anni, cercando di unire in consorzi società che avevano fatto bene il servizio di trasporto, anche se magari c’erano degli sprechi. La gara è andata malissimo, hanno vinto dei francesi e questo non è libero mercato, perché si tratta di monopolisti che stanno comprando tutto il tpl in Toscana”, afferma Paolo Marcheschi (FdI). Il consigliere, che domanda alla maggioranza come si fa a considerare “equità sociale il fatto che una famiglia per mandare un bambino a scuola da Firenzuola e Borgo San Lorenzo spende 700 euro all’anno”, ricorda che si potevano seguire le indicazioni del Consiglio regionale, attendendo la sentenza, nel frattempo assicurando stabilità del servizio e gestendo le risorse per avere “più equità possibile”.  
 
“Oggi vorremmo che la vulnerabilità del servizio non fosse tale” conferma Ilaria Bugetti (Pd), che però, come Niccolai, ricorda, da amministratore qual era, quando ci fu quel taglio che colpiva un servizio strategico, “i cittadini neanche se ne accorsero, perché sia la Regione che i Comuni ripianarono i danni fatti”.  La consigliera richiama le necessità anche “delle frazioni cittadine”, accanto alle ‘aree fragili’ di solito intese e comunque chiede “un atto politico di responsabilità”, per una soluzione di salvaguardia di studenti e lavoratori.
 
Elisa Montemagni (Lega) ripercorre le tappe della gara che “è unica a livello europeo”; una “scelta politica che trova paternità nel Pd. Si poteva prevedere che magari chi usciva scontento facesse ricorsi” e nel frattempo, continua, “i soldi utilizzati arrivano dal fondo destinato alle case popolari e non sono mai tornati indietro, i servizi e i mezzi sono sempre più scadenti e i biglietti sempre più cari”. “Difendete scelte che hanno portato a questo – dice rivolta alla maggioranza – e, a ora, non abbiamo una soluzione. Oggi – conclude – dobbiamo prevedere le conseguenze dei ricorsi e cercare soluzioni ai problemi che ci sono e che ci saranno”.
 
“Vorrei un paese in cui il trasporto pubblico locale è gratuito”, dice Serena Spinelli (gruppo Misto),  ricordando all’aula che si discute “di un servizio essenziale”. “Non so se la gara unica è stata la scelta corretta, ma ora si deve arrivare in fondo”, aggiunge la consigliera; “far funzionare il sistema nel migliore dei modi possibili”. La conclusione di Spinelli “è un sogno: la sperimentazione tariffaria tra ferro e gomma, su cui dobbiamo lavorare in maniera più serrata”. Ricordando che “il trasporto pubblico locale è un elemento straordinario di disuguaglianze in questo paese”.
 
“Non è vero che sulla questione non c’è stato dibattito. E non è vero che stiamo facendo la difesa d’ufficio di una scelta. Delle garanzie per l’utenza ci siamo occupati fino ad ora, sistematicamente e sostenendo dei costi. Nessuno ha mai messo in discussione la garanzia del servizio”. Il capogruppo Pd, Leonardo Marras nel suo intervento invita a “valutare le cose come stanno: questo contenzioso potrebbe fare scuola, ha un peso specifico molto importante e quando arriverà la sentenza, la prima risposta sarà per la tutela di tutta l’utenza”. Secondo Marras la comunicazione è “matura” e di “grande responsabilità politica e amministrativa”.
 
“La gara, in questi anni, ha salvato il Tpl nella sua quantità e in parte nella sua qualità, che poteva essere migliorata ancora se non ci fossero stati i contenziosi”. L’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli chiude il dibattito e ricorda un po’ la genesi della procedura di affidamento, partendo dai tagli operati a livello nazionale che “nel 2011, per la Toscana ha significato, nel settore, una riduzione di 67milioni e nel 2012 di 92”. “Nel 2013 è stato ripristinato e reso stabile il fondo di sostegno al Tpl e per questo la regione ha potuto procedere con la gara che ha obiettivi chiari: garantire risorse certe, avere investimenti, maggiore integrazione tra i titoli di viaggio”, ha ricordato ancora Ceccarelli. Lo scenario possibile che si attende ha tre possibilità: “Conferma dell’attuale assegnazione, ribaltamento o, in qualche modo, rifare tutto da capo. Aspetteremo la sentenza perché è scritto nel contratto e negli accordi siglati. Se arriva o arriva in modo parziale, andremo in ‘obbligo di servizio’ per garantire la continuità”, ma, ha aggiunto, “il meno possibile anche perché costringe a costi maggiori, ingessa il servizio, ritarda l’ingresso di nuovi mezzi”.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana