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COMUNICATO STAMPA  n. 1224

 
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Politica e istituzioni: Lelio Lagorio, esempio di coerenza e integrità

A palazzo del Pegaso giornata dedicata allo statista e intellettuale. Giani: “nei suoi tanti livelli di impegno è sempre stato leader, capace di guardare lontano e di spendersi per gli altri, per la politica, per le istituzioni”; Silvia Lagorio: “mio padre alla politica, intesa come arte, ha dedicato la sua vita, lasciando un segno”

 

di Paola Scuffi, 9 novembre 2018

 

 “C’è una biografia che lascia il segno, quella dell’attuale presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, che all’età di trent’anni scrisse ‘Il Granduca’, un epiteto che da sempre ha accompagnato e seguito Lagorio in ogni suo incarico politico o professionale”. Così ha esordito il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, introducendo oggi, venerdì 9 novembre, i lavori della giornata di studio e riflessione su “Lelio Lagorio, lo statista e l’intellettuale”, organizzato dall’Assemblea toscana in collaborazione con la Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”.


 “Se ripercorriamo insieme la storia di Lagorio troviamo coerenza, successo e carisma in qualsiasi incarico ricoperto, dalla docenza universitaria all’esercizio delle professioni di giornalista e avvocato”, ha continuato il presidente, ricordando la stanza a lui dedicata, nella biblioteca dello studio Predieri, per raccontare “il suo essere cultore dell’umanesimo e della storia”, anche se già chiamato a ricoprire incarichi politici, nella provincia e nel comune di Firenze, alla guida del partito socialista, o come primo presidente della Regione toscana, dal 1970 al 1978. “Un periodo in cui la Regione era un jet scomodo, un elemento rivoluzionario di vera autonomia – ha sottolineato Giani – fatto di libertà e democrazia, che vide Lelio, con l’equilibrio e la forza che lo hanno sempre caratterizzato, far riemergere l’istanza autonomista e regionalista dell’Assemblea costituente, che ancora oggi ci invita a un nuovo protagonismo”.
 
E nel continuare il percorso professionale e politico dell’”integerrimo rappresentante delle istituzioni”, il presidente ha ricordato il suo rilevante ruolo nella dialettica e nel rinnovamento del proprio partito, che lo portò a essere Ministro della Difesa, Ministro del Turismo e dello spettacolo, capogruppo in Parlamento europeo; fino alla decisione di “scegliere di lasciare la politica, nel momento più giusto, quando l’onda del rinnovamento sembrava inarrestabile e lo portò a ritirarsi, per dedicarsi agli studi, anche di storia locale”.
 
“Grazie a Lelio Lagorio per la sua testimonianza – ha affermato Giani – nei suoi tanti livelli di impegno è sempre stato leader, capace di guardare lontano e di spendersi per gli altri, per la politica, per le istituzioni”. “Una vita vissuta appieno che tutti hanno avuto modo di apprezzare, come dimostrano i tanti studiosi e amici che affollano sala Gonfalone di palazzo del Pegaso: quello di oggi è solo un momento di partenza – ha annunciato – che sarà seguito da altri, in particolare dalla celebrazione dei 50 anni della Regione Toscana, che non potrà che partire dal ricordo di Lelio”, ha concluso il presidente rivolgendo un saluto particolare ai membri della sua famiglia, alla moglie e alla figlia Silvia, “che ha messo il cuore” nell’appuntamento di oggi.
 
Un sentimento di amore che è scaturito dalle parole di chi ha amato in silenzio, lasciandosi forgiare da un uomo integro, rappresentante delle istituzioni, intellettuale competente: “mio padre alla politica, intesa come arte, ha dedicato la sua vita – ha detto commossa Silvia Lagorio, ringraziando tutti per la bella giornata di ricordo. Sono stata fortunata: con il suo esempio mi ha insegnato il senso del dovere, il rispetto degli altri, la ricerca costante del dialogo e la forza della memoria”. “Mi piace concludere ricordando uno scritto di mio padre per il suo Maestro Piero Calamandrei, in occasione del ventennale della scomparsa: cos’è in fondo la vita se non un’alzata di spalle all’eternità, dove il senso sta proprio nel tentativo di lasciare un segno nel nostro passaggio, e credo che mio padre lo abbia davvero lasciato”, ha concluso Silvia, salutata da un forte e partecipato applauso. 
 
I lavori sono quindi proseguiti con gli interventi – moderati daEnzo Cheli dell’università di Firenze – di Giuseppe Morbidellidell’università La Sapienza di Roma su “La formazione, gli studi universitari e post universitari”;Stefano Merlini, dell’università di Firenze su ”Impegno istituzionale nella Regione Toscana”; Giorgio Morales, già sindaco di Firenze, che si è soffermato su “Lelio Lagorio e l’esperienza nel Comune di Firenze”; Ariane Landuyt, dell’università di Siena, per affrontare il tema “Lelio Lagorio nel Partito Socialista Italiano”.A portare la loro testimonianza anche Giuseppe Matulli, Valdo Spini, Michele Ventura.
 
Nel pomeriggio, alle 15.30, si aprirà la seconda sessione del convegno, moderata dal direttore de “La Nazione” Francesco Carrassi con gli interventi di Leopoldo Nuti, dell’università di Roma Tre su “La difesa e la politica estera”edi Roberto Barzanti su“L’esperienza europea”.
 
Alle 16Paolo Ermini, direttore del “Corriere Fiorentino”, farà da moderatore agli interventi di Fulvio Conti, dell’università di Firenze su “Lelio Lagorio, storico e scrittore”e del giornalista e scrittore Renzo Ricchi  su“Città e Regione”. 
 

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