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Il presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi sulla ricerca Irpet

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COMUNICATO STAMPA  n. 1100

 
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Usura e sovraindebitamento: il ‘caso’ Toscana

Presentata la ricerca Irpet, chiesta dalla commissione sviluppo economico, in palazzo Bastogi. Il presidente Anselmi: “Famiglie e imprese colpite; povertà e situazioni di disagio non devono indurre a marginalità e a esclusione”

 

di Camilla Marotti, 15 ottobre 2018

 

 “Non stiamo parlando di un tema astratto, la crisi ha morso anche in Toscana”. Gianni Anselmi, presidente della commissione sviluppo economico,  ha aperto i lavori di presentazione della ricerca commissionata a Irpet  “Il fenomeno dell’usura e del sovraindebitamento in Toscana”, nel pomeriggio di oggi, 15 ottobre, nella sala delle Feste di palazzo Bastogi.

 “Famiglie e imprese sono state colpite” conferma Anselmi, che indica l’aumento del rischio povertà in Toscana riferendosi ai numeri che emergono dalla ricerca:  “Tra il 2008, anno della crisi, e il 2016, la percentuale degli individui che sperimentano gravi forme di disagio è passato da poco meno del 4 al 7 per cento”. L’incremento delle situazioni di disagio sociale – “con famiglie che non sono ancora oltre la soglia di povertà, ma a rischio di toccarla, e anche con l’incremento di famiglie in povertà ufficiale secondo i dati Istat” – conferma una situazione che richiede “strumenti di intervento ancora più capillari e in grado di assicurare non solo assistenza, ma anche un circuito di economia attiva”.

“Povertà e situazioni di disagio non devono indurre a marginalità e a esclusione” afferma ancora Anselmi, che ricorda la presentazione,  avvenuta pochi giorni fa da parte dell’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi, del “Piano di intervento sulla povertà, con risorse ingenti stanziate, 120 milioni di euro nel triennio 2018-2020, orientato su interventi di varia natura”, nel quadro degli “indirizzi di attuazione del reddito di esclusione”.  La Toscana dovrà essere “teatro speciale” per gli strumenti di politiche integrate, che vanno oltre il sostegno al reddito.  C’è bisogno di politiche sostenibili “per la crescita”, cominciando dalla necessità di qualificare l’occupazione.  “Bisogna mettere in campo politiche di intervento senza diminuire quelle per la crescita – ripete – ricordando l’importanza di sviluppo, occupazione, formazione professionale, lavoro, occupabilità: “le persone devono rimanere al centro della nostra azione”.
Dentro questa lettura c’è tutta l’importanza dell’incontro di oggi - per cui Anselmi ringrazia in particolare la vice presidente Ilaria Bugetti, ma anche tutte le strutture della seconda Commissione consiliare che hanno lavorato per la riuscita - . Un momento di riflessione con cui il Consiglio regionale, muovendo dagli strumenti normativi in campo, cerca di dare risposte alle criticità  attraverso “una maggiore diffusione e consapevolezza”, ma anche creando un punto di scambio dove far incontrare i soggetti coinvolti e chiamati in causa dalla stessa normativa.

Nel parterre di interventi il direttore di IrpetStefano Casini Benvenuti, cui è affidata proprio la presentazione della ricerca che mette a fuoco, ricorda ancora Anselmi, la necessità  di diffondere la conoscenza  di strumenti e procedure che famiglie e imprese hanno a disposizione per confrontarsi su questo particolare fenomeno. Serve promuovere una “reticolarità di scambio di informazioni e di linee di indirizzo tra le varie istituzioni e i soggetti che sono coinvolti”. 
 
 
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 La ricerca

Il fenomeno dell’usura e del sovraindebitamento in Toscana” è un’indagine condotta dall’Irpet, per conto della commissione regionale Sviluppo economico.
Il lavoro ha l’obiettivo di offrire un quadro d’insieme del sovraindebitamento in Toscana: un fenomeno complesso, difficilmente quantificabile e identificabile e che spesso rappresenta l’anticamera del  ricorso al mercato illecito dell’usura.
La ricerca evidenzia che negli ultimi anni, complice la crisi economica e una cultura consumistica, il numero dei soggetti sovraindebitati è aumentato in modo esponenziale. La crisi economica ha influito notevolmente sui redditi e sui risparmi delle famiglie, determinando un’importante diminuzione del potere d’acquisto degli individui. Questo ha contribuito ad aumentare il ricorso a forme di finanziamento esterno per garantire un livello di consumo altrimenti non sostenibile.  Il fenomeno è in larga parte sommerso e si diffonde in silenzio, spesso emergendo all’attenzione pubblica solo dinanzi a un fatto di cronaca o a un’inchiesta giornalistica.
Tutto questo, in un quadro in cui la percentuale di individui a rischio di povertà o esclusione sociale è passata in Toscana dal 15,2% del 2008 al 16,9% del 2016. 
 
In Toscana ci sono oggi 615mila individui che vivono in una condizione di vulnerabilità perché a rischio di povertà o esclusione sociale, 44mila in più rispetto al 2008. Tra i tre sottoindicatori sulla base dei quali Irpet ha calcolato il rischio di povertà o esclusione sociale quello che presenta maggiori criticità è il grado di deprivazione materiale severa, che misura la quota di individui che vivono in famiglie che sperimentano varie forme di disagio, come, ad esempio, il non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione, l’avere arretrati nel pagamento del mutuo, dell’affitto, delle bollette o di altri debiti o il non poter sostenere spese impreviste.
Nel 2008 solo il 3,9% degli individui sperimentava queste forme gravi di disagio, mentre nel 2016 è in severa deprivazione materiale il 7% della popolazione toscana.
La quota di famiglie in povertà assoluta è cresciuta dal 2,0% al 3,2% tra il 2008 e il 2015. Nel 2015 erano povere in senso assoluto in Toscana 53mila famiglie e 120mila individui: 21mila nuclei familiari e 54mila soggetti in più di quelli rilevati ad inizio della crisi. L’impoverimento che ha caratterizzato le famiglie toscane ha tuttavia colpito in modo diverso gli individui e le famiglie. L’asimmetria degli effetti provocati dalla recessione attraversa prevalentemente due dimensioni, fra loro intrecciate: l’età e la posizione attiva o inattiva rispetto al lavoro. Sono i giovani, rispetto agli anziani, e i lavoratori, rispetto ai pensionati, infatti coloro che hanno sperimentato in questi anni una maggiore probabilità di diventare poveri. Le uniche categorie per le quali l’incidenza della povertà assoluta non è aumentata dopo la crisi sono gli over-65 e i pensionati.
 
La ricerca dunque, dopo un’attenta analisi del contesto socio economico toscano, del quadro normativo in materia e dei soggetti coinvolti (i ‘sovraindebitati’, i creditori e i soggetti intermedi deputati a offrire assistenza e tutela) e delle principali criticità del fenomeno, propone soluzioni e spazi di intervento. Tra le proposte la costituzione di un  tavolo regionale di coordinamento già previsto dalla legge regionale n. 86/2009, l’elaborazione di linee guida volte a uniformare gli approcci degli organismi di composizione della crisi quantomeno sul territorio regionale, con una conseguente riduzione dei costi complessivi della procedura, e, infine, la creazione di una rete, che coinvolga, oltre agli organismi di composizione della crisi, tutti gli operatori sul territorio potenzialmente implicati nelle procedure di gestione della crisi da sovraindebitamento: da coloro i quali sono a diretto contatto con il cittadino, come le misericordie o i servizi sociali comunali, ai possibili fideiussori del sovra indebitato, quali, ad oggi, la Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura. La Regione Toscana potrebbe in questo senso svolgere un fondamentale ruolo di regia, così come previsto dalla legge regionale n. 86/2009. (a cura dell’Ufficio Stampa, 15 ottobre 2018) 

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