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COMUNICATO STAMPA  n. 116

 
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Ricordo: foibe, la seduta solenne in Consiglio

L'intervento del presidente del Consiglio regionale

 

13 febbraio 2018

 

Firenze– Il presidente del Consiglio regionale ha aperto i lavori della seduta solenne per il giorno del Ricordo, oggi in palazzo del Pegaso. Nel corso della seduta sono poi intervenuti l’assessore alla presidenza della Giunta regionale e lo storico Marco Cimmino.
Secondo il presidente del Consiglio per parlare delle foibe bisogna partire da una parola: scusa. A più di 70 anni di distanza, quando si esce dalla dimensione della cronaca e si entra in quella della storia, bisogna rendersi conto che certe impostazioni ideologiche ritardarono la comprensione di quello che effettivamente stava accadendo. Eravamo dominati dalle ideologie.
Il presidente dell’assemblea regionale ha ricordato la figura del maresciallo Tito, guardata con simpatia anche in Occidente. In realtà dietro Tito c’era il senso di una punizione esemplare dell’essere italiani nei territori in cui il maresciallo aveva fatto avanzare uno stato talmente innaturale che poi si è sgonfiato da solo.
La storia oggi ci offre nella sua più ampia chiarezza ciò che hanno vissuto gli italiani solo per essere italiani. Il presidente dell’assemblea regionale, che ha partecipato, rappresentando l’intero Consiglio, alla cerimonia del 10 febbraio al cimitero di Trespiano, al cippo sulla pietra del Carso, con il comitato giuliano dalmata di Firenze, ha citato le testimonianze di chi ha vissuto l’esodo e il racconto su quanto accadde. Trecentocinquantamila persone e più furono costrette a imbarcarsi per fuggire dalle loro terre, undicimila morti tra foibe e campi concentramento. C’è un senso di struggimento fortissimo per quanto accaduto in quelle terre che Dante Alighieri nella Divina Commedia identifica come italiane nel senso più naturale del termine. Mentre per secoli sono appartenute alla serenissima repubblica di Venezia. Per comprendere perché quelle terre non furono più italiane dopo la II guerra mondiale c’è da pensare a come le autorità italiane accolsero la proposta di referendum lanciata dagli americani, forse per il timore che ciò significasse anche il referendum in Alto Adige, oltre che in Istria e Dalmazia. Il presidente Alcide De Gasperi forse ne fu condizionato.
Oggi quei morti e quegli esuli sono ricordati degnamente, con onore e rispetto, si colma un vuoto con la solidarietà che avrebbe riscaldato molto i cuori di chi ne aveva bisogno nel dopoguerra. In Toscana questa giornata ha poi una dimensione particolare perché quest’anno, per la prima volta, l’assessorato alla cultura della Regione ha voluto che, così come accade da 10 edizioni per la Giornata della memoria, un pullman di studenti fosse accompagnato nei luoghi che ricordano la drammatica vicenda delle foibe. Ad accompagnare gli studenti questa mattina la vicepresidente del Consiglio, per questo non presente in aula. Una iniziativa che nasce da una mozione approvata dall’assemblea toscana a cui la Giunta ha dato esecuzione. (Cam - segue)
 
 

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