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COMUNICATO STAMPA  n. 1599

 
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Firenze '66: le ferite dell'alluvione attraverso le emozioni, il saluto di Giani al convegno

'L'alluvione delle emozioni, 50 anni dopo': i segni indelebili nella vita interiore di chi visse quell'evento tragico. Il presidente dell'Assemblea toscana Eugenio Giani è intervenuto questa mattina nella sala delle Feste di palazzo Bastogi

 

27 ottobre 2016

 

Firenze – Il presidente Eugenio Giani ha voluto portare il saluto del Consiglio regionale al convegno ‘L’alluvione delle emozioni, 50 anni dopo’, che si è tenuto questa mattina nella sala delle Feste di palazzo Bastogi. Una sala gremita per uno dei primi appuntamenti nel ciclo delle commemorazioni che si terranno anche nelle sedi dell’Assemblea toscana, cinquanta anni dopo l’ultima delle grandi offese portate dall’Arno, nei secoli, a Firenze.
L’alluvione lascia i segni indelebili delle emozioni profonde in chi si trova a viverla, così come accade per altri grandi eventi traumatici e disastri naturali. Nel convegno di questa mattina, ci si è occupati dell’alluvione che colpì Firenze e la Toscana nel 1966 proprio guardando alle conseguenze emotive nelle persone che si trovarono a vivere quel cataclisma. La difficoltà di gestire il disturbo post-traumatico, il ricordo del trauma, la paura, la capacità di rielaborare. Il convengo ha visto gli interventi dello psicologo Riccardo Fantechi, che quella mattina del 4 novembre 1966 aveva “la febbre a 40” e piombò “in una situazione anche psicologica davvero difficile”, come ha ricordato, e Isabel Fernandez, la presidente europea dell’associazione per l’Emdr, percorso di psicoterapia che lavora su diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.
Nel corso dell’incontro, l’attore e doppiatore Stefano De Sando – che presta la voce a Dustin Hoffman nella fiction sui Medici ed è da anni la voce italiana di Robert De Niro – ha letto e interpretato belle pagine del libro ‘La costruzione della bellezza’ di Pier Francesco Listri e Maurizio Naldini. (s.bar)

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