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COMUNICATO STAMPA  n. 0162

 
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Funzioni provinciali: agricoltura, via all'adeguamento normativo

La pdl è stata licenziata a maggioranza in commissione Sviluppo economico e rurale. Voto contrario di Lega Nord. Anselmi: "Con questa misura si attua un riordino amministrativo complessivo di tutto il corpo delle leggi che fanno capo al settore rurale"

 

9 febbraio 2016

 

 
Firenze – La proposta di legge, licenziata a maggioranza, con il voto contrario di Lega Nord e favorevole di Pd e M5S, questa mattina in commissione regionale Sviluppo economico e rurale è volta a riordinare tutte le leggi regionali vigenti in materia di agricoltura, foresta, caccia e pesca nel mare e nelle acque interne al fine di adeguarle al riordino istituzionale avviato a livello regionale con la l.r. 22/2015 (riordino delle funzioni provinciali, ndr).“Il nuovo assetto istituzionale delle leggi in materia di agricoltura – ha detto il presidente della commissione regionale Sviluppo economico e rurale Gianni Anselmi (Pd) – ha un impatto su una serie di corpi normativi che non fanno capo ad un unico testo di legge, ma afferiscono a diversi provvedimenti regionali”.
L’adeguamento ha comportato interventi puntuali nei singoli articoli delle leggi in materia di agricoltura, per indicare quale ente competente, al posto delle province e delle unioni di comuni, la Regione. Nel caso della legge regionale che disciplina la tartuficoltura è stato necessario, ai fini della verifica dell’idoneità alla raccolta, ridefinire anche la composizione della commissione d’esame, prevedendo comunque la possibilità di mantenere un’articolazione territoriale delle sessioni, da definire con delibera di Giunta regionale. Riguardo alla disciplina dell’agriturismo, oltre agli adeguamenti, è stata eliminata la comunicazione dei prezzi da parte degli operatori per rispondere all’esigenza di ridurre gli oneri delle imprese. Il presidente ha ricordato che si va ad impattare “sulla legge 31 del ‘90 in materia di proprietà coltivatrice, sulla 50 del ’95 in materia di tartufo, sulla 15 del ’97 sulla tutela e valorizzazione delle attività rurali in via di cessazione e poi su zootecnia, snellimento in materia di agricoltura, caccia e foreste, funghi”. “Con questa misura – ha concluso il presidente – si attua dunque un riordino complessivo di tutto il corpo delle leggi che fanno capo al settore rurale”.
Il consigliere regionale Simone Bezzini (Pd) ha presentato un emendamento che “precisa la destinazione e le modalità di ripartizione dei proventi derivanti dal pagamento degli importi relativi all’abilitazione da parte del raccoglitore di tartufi”. “Si stabilisce che il 60 per cento delle somme riscosse venga assegnato a determinati comuni ricompresi nelle aree geografiche di raccolta”.
“Con questo emendamento – ha commentato Anselmi – si restituisce al territorio la possibilità di gestire le iniziative di promozione”. In particolar modo Anselmi ha evidenziato il tentativo, con questa legge, di rendere operative le commissioni esaminatrici per la verifica dell’idoneità alla raccolta di tartufi che rimarranno articolate a livello territoriale. (bb)

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