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COMUNICATO STAMPA  n. 0431

 
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Ultima seduta: Monaci, assemblea morigerata e salda nelle sue prerogative

Il presidente pronuncia il saluto a conclusione dei lavori: “Mandato consiliare ha operato nell’esclusivo interesse generale. Mai corollario a scelte o decisioni altrui”

 

28 marzo 2015

 

Firenze – Ci sono stati “momenti di assoluto dolore” in questi cinque anni in Consiglio regionale. Così quando Alberto Monaci ricorda Alessia Ballini e Dario Locci l’assemblea scoppia in un applauso che non è di maniera. Ma c’è anche, nel saluto del presidente all’ultima seduta della legislatura, la riconferma puntigliosa di funzioni e prerogative dell’assemblea legislativa, alla luce di cronache politiche recentissime e di modifiche istituzionali sopravvenienti. Così, una buona parte degli incisi a braccio che rompono la scansione del discorso preparato per l’ultimo giorno, Monaci la dedica all’importanza, enfatizzata per l’ennesima volta, delle funzioni di indirizzo e di controllo delle assemblee legislative: “Prerogative e funzioni verso cui è dovere istituzionale portare rispetto e apportare sostegno”. Questa del resto, è stata una legislatura che ha visto i consigli regionali, “anche questo nostro, oggetto di campagne mediatiche di delegittimazione, alle quali abbiamo sempre cercato di rispondere con la correttezza di un operato nell’esclusivo interesse generale, al servizio della comunità toscana. Mai corollario a scelte o decisioni altrui”, puntualizza.
Da oggi l’aula, in base alla legge, non potrà più legiferare. Il presidente insiste “sull’indirizzo e il controllo” di cui è titolare il Consiglio e agli assessori ricorda “che, per questi 85, 90 giorni che restano, il controllo sull’operato del Governo regionale rimane”. Monaci quindi comunica all’assemblea: “Il collega Parrini ha parlato anche per me e di questo lo ringrazio”, riferito alle affermazioni del consigliere in chiusura della seduta di venerdì, dopo l’intervento dell’assessore Marson.
Il futuro si misura anche sulla sfida della riforma del Titolo V e del Senato delle Autonomie: “Guai – aggiunge Monaci -, se la revisione dell’assetto istituzionale trovasse una declinazione nei fatti repressiva delle assemblee elettive, massimamente di quelle regionali uniche titolari, col Parlamento, della funzione legislativa. Ne soffrirebbe quella stessa democrazia che le riforme invece vorrebbero evolvere”.
Chi verrà in Consiglio regionale avrà in consegna “un’assemblea morigerata e salda nelle sue prerogative e competenze”. (Cam)

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