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COMUNICATO STAMPA  n. 1198

 
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Carceri: Corleone, mostra di Sambonet per spingere chiusura opg

Dal 2 al 18 dicembre al teatro Chille de la Balanza: 70 studi e 40 disegni. Il garante detenuti: “Opg di Montelupo sia il primo a chiudere, venga rispettata la scadenza del 31 marzo 2015”

 

28 novembre 2014

 

 
Firenze– I volti trasformati dalla violenza dell’istituzione totale. Quaranta disegni e settanta studi di Roberto Sambonet raccontano il disagio mentale di chi ha vissuto in un ospedale psichiatrico. I ritratti che l’artista e designer milanese Sambonet ha realizzato tra il 1951 e il 1952 nel manicomio di Juqueri, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, saranno in mostra al teatro Chille de la Balanza a San Salvi dal 2 al 18 dicembre. L’esposizione “I volti dell’alienazione”, curata dal garante dei diritti dei detenuti Franco Corleonee da Ivan Novelli, è stata presentata questa mattina in Consiglio regionale.
“La mostra – ha detto Corleone – vuole essere un richiamo alla responsabilità umana e civile, un tentativo di unire cultura e politica. Si vuole contribuire alla campagna per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove sono ancora internate meno di mille persone”. “L’auspicio – ha aggiunto il garante – è che la scadenza per la chiusura degli opg, fissata al 31 marzo 2015, venga rispettata e che lo psichiatrico di Montelupo che ancora detiene 122 internati sia il primo a chiudere”.  
Sambonet ha trascorso sei mesi nei reparti dell’ospedale conducendo una sua personale ricognizione e ha ritratto, a china o a matita, gli internati in una serie di opere di grande intensità, tutte capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti. Una sorta diviaggio di umana partecipazione, uno scavo nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che fu raccolto nel 1977 nel volume Della Pazzia(M'Arte Edizioni, Milano 1977).
Qui l’artista accosta ai ritratti dei malati di mente testi di autori che nei loro scritti hanno affrontato e raccontato il tema della pazzia, come Allen Ginsberg, Domenico Campana, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Edgar Lee Masters, William Shakespeare, Voltaire e altri.
Corrado Marcetti della Fondazione Michelucci ha spiegato l’opera di recupero della villa medicea dell’Ambrogiana, ridotta a prigione psichiatrica e spazio dell’alienazione.
“Una mostra – ha detto Sissi Abbondanza, di Chille de la Balanza – da vedere per riflettere sul senso della persona”.
La mostra è stata promossa dalla Società della Ragione, onlus impegnata sui temi del carcere, della giustizia e dei diritti, umani e sociali, con la collaborazione dell’archivio pittorico Roberto Sambonet e di StopOPG. L’inaugurazione sarà martedì 2 dicembre alle 18.30 e sarà visitabile da lunedì a sabato con orario 15-19 e domenica dalle 10.30 alle 19. (bb)
 
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Roberto Sambonet, nato a Vercelli nel 1924, importante pittore, designer e grafico, ha avuto un legame particolare con Milano. Si è formato all’Accademia di Brera e ha partecipato attivamente alla vita cittadina frequentando l’ambiente delle avanguardie artistiche, che avevano come punto di ritrovo il bar Giamaica. Partecipò all’avventura del gruppo dei Picassiani con Cassinari, Morlotti e Treccani. Tra il 1948 e il 1953 si trasferì in Brasile, dove il suo linguaggio artistico visse una maturazione molto importante, che lo condusse verso quell’essenzialità della linea che divenne tratto fondamentale della sua opera, nella pittura, nella grafica e nella produzione di celebri oggetti di industrial design. 
 

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