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COMUNICATO STAMPA  n. 0907

 
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Mediazione familiare: Remaschi, nostro impegno a rafforzarla in Toscana

Giornata di studi organizzata dalla commissione Sanità. Il presidente: “Il mediatore è una scommessa per il futuro, possiamo iniziare dal nuovo Piano socio-sanitario che stiamo per approvare”. Il vicepresidente Mugnai (Forza Italia): “Figura sempre più centrale in società contemporanea”. Sestini: “Conflittualità accresciuta. Nel 2012, in Toscana, 5.548 separazioni e 3.796 divorzi”

 

29 settembre 2014

 

“La mediazione familiare è un tema importante sotto molti punti di vista. In questi anni difficili è emerso che la famiglia è il vero ammortizzatore sociale e serve uno strumento capace di affrontare situazioni problematiche”. Così il vicepresidente della commissione Sanità in Consiglio regionale Stefano Mugnai (Forza Italia) ha aperto i lavori della giornata di studio “Mediazione familiare: per i genitori, per i figli, per la comunità”. Un confronto sulla figura del mediatore familiare che svolge funzione “sempre più centrale nella società contemporanea”. “Il percorso della mediazione – ha rilevato Mugnai – è ancora lungo. C’è un vuoto normativo evidente e la giornata di oggi può servire a dare un contributo reale verso una normativa completa”.
“La mediazione familiare è stata inserita tra i livelli essenziali delle prestazioni sociali nel nuovo Piano socio-sanitario della Toscana. Questo convegno è un approfondimento sul tema ed è la prima volta che commissione Sanità e Consiglio regionale vi si addentrano”. Così Grazia Sestini, garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza ha introdotto i lavori ricordando come a differenza della “mediazione civile, quella familiare non è disciplinata dalla legge ma può essere istituita dai servizi sociali o dalle regioni, così come esiste l’offerta privata di mediazione ad opera di associazioni o singoli professionisti”. “Il bisogno aumenta per l’accresciuta conflittualità familiare” ha osservato Sestini, rilevando come nel 2012, in Toscana, ci sono state 5.548 separazioni e 3.796 divorzi. “È cresciuta anche la conflittualità in separazioni e divorzi così come sono aumentati i figli minori coinvolti in difficili situazioni”, ha detto. E proprio da qui, da questa esperienza che il Garante ha “incrociato più volte”, che “ci rendiamo conto quanto sia giusto parlare di mediazione”. “Compito mio e della commissione è quello di supportare l’avanzamento del Piano regionale e offrire alla Giunta suggerimenti e strumenti perché sia attuato”. “Capire cos’è la mediazione, in cosa si differenzia dalle altre forme di conciliazione, chi coinvolge e come potrebbe essere strutturata a partire dalle esperienze fatte, è il punto da cui partire per rispondere a domande quali chi è il mediatore, cosa fa e qual è il percorso da intraprendere per diventarlo” ha concluso.
Dopo i saluti di Mugnai e Sestini il convegno è proseguito con gli interventi programmati e scanditi in due sessioni. La prima dedicata ad inquadrare l’istituto della mediazione familiare sotto il profilo delle fonti legislative, la seconda, organizzata in forma di tavola rotonda coordinata dal garante Sestini, per dar voce alle esperienze svolte sul campo da operatori e interlocutori che hanno portato approcci e punti di vista diversi.
A chiudere i lavori il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale Marco Remaschi che ha portato anche i saluti del vicepresidente e assessore regionale al Welfare Stefania Saccardi impossibilitata a partecipare, ma che tramite Remaschi si è detta “disponibile a tener conto, con la massima attenzione, delle riflessioni emerse nel corso del convegno”.
“Perché la mattinata di oggi non rimanga un’iniziativa senza seguito – ha detto il presidente – dovremo impegnarci a rafforzare l’istituto della mediazione e potremo cominciare dal Piano socio-sanitario integrato che andremo ad approvare ad ottobre”. Il convegno è stato, secondo Remaschi, una “occasione per i professionisti del territorio per tracciare linee progettuali di una rete di competenze e relazioni” e “opportunità e valorizzazione di una ricchezza che va collocata nell’ambito delle risorse della famiglia”. “L’introduzione della figura del mediatore è una scommessa per il futuro alla quale guardiamo con grande ottimismo”, ha continuato Remaschi ricordando come già nel Piano regionale si sia dato “più spazio, forza e chiarezza a questo strumento”. “È evidente a tutti che esiste una maggiore conflittualità nelle separazioni. Dobbiamo prestare la giusta attenzione e mettere in campo iniziative che sappiano dare risposte adeguate e appropriate”. “È vero – ha continuato – che c’è un percorso sperimentale avviato con il Piano 2007-2010, ma è troppo poco. Sono necessarie, anche in mancanza di una normativa di riferimento, risorse adeguate per fare sistema, anche attraverso l’integrazione tra pubblico e privato, e dare una risposta complessiva e più aderente ai bisogni”. L’impegno finanziario richiamato dal presidente della commissione non deve essere visto come una “spesa”, ma come un “risparmio di risorse e di energie complessive una volta che il sistema è a regime”. “Se la Toscana riuscirà, nel corso della prossima legislatura, a mettere in campo misure oggettive per estendere, migliorare, potenziare e implementare la mediazione, sarà un cambio di passo notevole al quale, comunque, io credo non possiamo sottrarci” ha concluso.
Ai lavori del convegno hanno partecipato anche i consiglieri Gian Luca Lazzeri (Più Toscana) e Simone Naldoni (Pd), membri della commissione regionale sanità. (f.cio)


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