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COMUNICATO STAMPA  n. 0502

 
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Beni civici: ecco la nuova disciplina regionale

Approvata la legge, frutto di un lungo lavoro in commissione tra maggioranza, minoranze e Giunta regionale. Gli interventi di Rossetti, Marignani, Benedetti, Gambetta Vianna, Chiurli, Sgherri

 

13 maggio 2014

 

Firenze –Per favorire una gestione più semplice ed efficace dei beni civici, il Consiglio regionale ha approvato una specifica legge, che intende mantenere e custodire il valore storico identitario dei beni civici, fermi restando i principi di inalienabilità, inusucapibilità, imprescrittibilità, alla base della legislazione nazionale.
E’ stato il presidente della commissione Agricoltura Loris Rossettiad illustrare il testo, sottolineando il lungo lavoro svolto da maggioranza e minoranze, insieme alla Giunta regionale, per individuare delle soluzioni condivise.
Tre i punti principali c’è da segnalare un’esatta individuazione delle competenze della Regione e degli enti gestori, che rappresentano la popolazione proprietaria dei beni civici e per conto della quale agiscono, unita ad un rirordino ed una sistemazione generale. L’obbiettivo è promuovere lo sviluppo sostenibile del patrimonio civico, in una visione più imprenditoriale del demanio collettivo.
Il vicepresidente della commissione Claudio Marignani ha sottolineato che dopo ben 37 anni si giunge ad un impianto normativo omogeneo su una materia finora dominata dall’incertezza e fonte anche di abusi, anche se permangono zome d’ombra, come 99 comunni non censiti
Secondo Roberto Benedettila legge rappresenta una novità assoluta nel panorama legislativo nazionale e farà da apripista per iniziative analoghe nelle altre Regioni.
Considerazioni condivise da Antonio Gambetta Vianna, che ha sottolineato il ruolo importante delle comunità nella gestione dei beni.
Gabriele Chiurliha annnciato voto contrario, perché, a suo parere, sentenze della Corte costituzionale hanno definitivamente stabilito che nonc’è spazio per la ‘demanializzazione’ dei beni civici.
La consigliera Monica Sgherri,ricordando che il 70% della biodiversità risiede negli usi civici, ha sottolineato l’importanza della clausola valutativa e della banca dati regionale per un costante monitoraggio degli effetti. A suo parere la rappresentanza, anche quando il territorio coincide con quello comunale, non può essere garantita dal sindaco. (dp) 

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