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COMUNICATO STAMPA  n. 526

 
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Garante detenuti: Fanfani, inaccettabili morti in carceri Prato e Siena

Due casi in tre giorni alla Dogaia e un decesso nella Casa circondariale senese. Tre detenuti perdono la vita in circostanze ancora tutte da chiarire. Presa di posizione forte del Garante: “Dramma continuo non oltre tollerabile, mi attiverò per conoscere la verità”

 

di Ufficio Stampa, 29 maggio 2020

 

Un “inaccettabile dramma continuo”. Tre decessi in circostanze ancora tutte da chiarire, tre detenuti che in pochi giorni perdono la vita a Prato e Siena impongono una presa di posizione forte del Garante regionale Giuseppe Fanfani: “La Toscana è scossa da tre morti in carcere sulle quali ancora non vi sono notizie ufficiali. Al mio ufficio nulla è  pervenuto ma da quanto è dato sapere sono tre i detenuti morti nelle nostre strutture penitenziarie”.  “Ieri a Prato, dopo giorni di agonia, un giovane ventenne di nazionalità Turca che aveva tentato il suicidio domenica scorsa è morto. Pare soffrisse di problemi psichiatrici. Oggi – dichiara Fanfani - nel carcere di Prato è deceduto a seguito di un malore un giovane magrebino di 35 anni. Le cause sono ancora tutte da accertare. Sempre oggi si è tolto la vita nel carcere di Siena un giovane di nazionalità Italiana, trasferito da altro istituto, e posto in isolamento per motivi sanitari legati al Coronavirus”.

Il Garante regionale, pur nella difficoltà di avere notizie precise sulle vicende, e pur non avendo avuto alcuna comunicazione ufficiale, manifesta tutta la sua preoccupazione per il susseguirsi di episodi di tale gravità. “Queste situazioni – afferma - sono la conseguenza, difficilmente evitabile, di esasperazione psichica dovuta alle terribili e talvolta inumane condizioni in cui la detenzione carceraria viene eseguita. Il suicidio soprattutto si manifesta nelle persone psichicamente più fragili come appare fossero i giovani che si sono tolti la vita a Prato e Siena”. “Uno Stato moderno e civile non può assistere silente a situazioni come queste che mettono in discussione i principi di umanità che devono sempre presiedere alla detenzione carceraria” continua.

Il Garante si attiverà immediatamente per “conoscere la verità sulle morti di questi giorni” e ne farà “oggetto di attenta interlocuzione al fine di evitare che drammi di questo genere possano ripetersi”.

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