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COMUNICATO STAMPA  n. 702

 
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Rifiuti: distretti produttivi, consultazioni sulla proposta di legge per modelli di economia circolare

In seduta congiunta le commissioni Ambiente e Sviluppo economico hanno ascoltato tutti i soggetti interessati. Apprezzamento generale. Il presidente Gianni Anselmi anticipa emendamenti per inserimento tema bonifica e reindustrializzazione ecologica aree costiere

 

di Ufficio stampa, 13 giugno 2019

 

Ampliare i settori di interesse dei tavoli regionali, ridurre i tempi previsti per il loro funzionamento e accelerare la discussione sul fabbisogno impiantistico toscano. Sono questi i suggerimenti che i soggetti chiamati a contribuire alla limatura della proposta di legge in materia di economia circolare per i rifiuti hanno avanzato alle commissioni Ambiente e Sviluppo economico del Consigli regionale, guidate rispettivamente da Stefano Baccelli e Gianni Anselmi, entrambi del Pd.
 
Ato Toscana Costa, Ato Toscana Sud, Cgil, Legambiente, Ordine dei biologi, Confindustria, Cna Toscana, sono stati ascoltati in audizione questo pomeriggio, giovedì 13 giugno, e da tutti è arrivato un chiaro apprezzamento al testo, già illustrato dall’assessore all’ambiente Federica Fratoni, che traduce in politiche attive quello che è un principio nella normativa regionale, nazionale e comunitaria, ma che soprattutto formalizza tavoli regionali sui distretti produttivi della Toscana (lapideo, tessile, cartario, conciario, produzioni chimiche, apparecchiature elettroniche, scarti edili).
 
Il principio ispiratore delle disposizioni che andranno a modificare la legge toscana 60/1996, e cioè la promozione e lo sviluppo di azioni e strumenti per ridurre la produzione di rifiuti (articolo 1 della proposta in discussione), è stato condiviso da tutti ma il cuore e il perno su cui ruota la filosofia della legge sono i tavoli regionali per la promozione dell’economia circolare (articolo 2). Tavoli che, a detta di tutti i soggetti ascoltati, dovrebbero riguardare più settori. Il raggio di azione dovrebbe essere più ampio e guardare anche ai comparti orafo, della pelletteria, dei prodotti organici e vegetali, per citarne solo alcuni emersi in sede di confronto. Oppure, è stato suggerito, indicare in legge una elencazione meno esaustiva che permetta, nel futuro, di abbracciare e coinvolgere nuove filiere.
 
L’importanza dei tavoli regionali è tale che è arrivata unanime la richiesta di ridurre i tempi per il loro funzionamento. Nella proposta sono previsti 180 giorni dall’entrata in vigore ma il termine è giudicato troppo lungo rispetto alle ambizioni di un progetto normativo che vuole segnare un passaggio culturale non indifferente: lasciare l’economia lineare per un modello ben più sostenibile e su cui il dibattito è attualissimo.
 
C’è poi il capitolo del fabbisogno impiantistico della Toscana, ampiamente discusso nel corso della seduta, e sul quale è stata chiesta una integrazione nel punto in cui si prevede il “Documento d’azione per la promozione dell’economia circolare per la riduzione della produzione di rifiuti” (articolo 4). Il documento dovrebbe infatti contenere “azioni per soddisfare il fabbisogno necessario all’ottimizzazione della gestione delle quantità dei rifiuti generati, con particolare riferimento a quelli prodotti dai principali cicli produttivi, nel rispetto del principio di prossimità”. Al criterio di vicinanza è stato chiesto di affiancare anche quello di autosufficienza.
 
Soddisfazione per il confronto è stata dichiarata da Gianni Anselmi. Il presidente della seconda commissione ha anticipato emendamenti al testo che, a suo dire, rappresenta il “tentativo di introdurre una visione pubblica in un settore che nell’ordinamento attuale è orientato da dinamiche di mercato”. Sull’articolato la riflessione è ancora aperta e dovrà avere un respiro ancora più ampio. Per Anselmi, infatti, il passaggio ulteriore, in un’ottica di “distrettualizzazione dei flussi di materia”, che il presidente condivide per intero, sarà quello per governare la reindustrializzazione ecologica delle aree costiere della Toscana. Il problema di materiali stoccati da decenni, il tema delle bonifiche che si interfaccia con quello dei materiali inerti sono tutti punti che dovrebbero rientrare nel disegno di legge. Rigenerare “giacimenti territoriali che potrebbero essere, anche, una grande occasione di lavoro”, è una opportunità da cogliere, ha spiegato Anselmi pur nella difficoltà di un ripristino ambientale che si muove all’interno di Siti di interesse nazionale (Sin) e quindi con una normativa molto stringente.
 
Una anticipazione di voto è stata dichiarata dal vicepresidente della commissione Ambiente, Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle), che pur “rivendicando la paternità di molti dei contenuti presenti nel disegno di legge della Giunta”, ha assicurato un “sostegno forte”. Ha poi portato all’attenzione un rischio di illegittimità legato alle “Linee guida in materia di sottoprodotti” (articolo 3 della proposta). Secondo quanto previsto, la Giunta può individuare modalità operative e risolvere problemi applicativi relativi alla classificazione dei rifiuti. Se questo articolo è a rischio impugnazione perché interviene su una norma di livello nazionale (origine e caratteristiche dei rifiuti sono stabilite con decreto legislativo), a detta di Giannarelli sarebbe meglio stralciarlo subito e adoperarsi in conferenza Stato/Regioni affinché il Governo emani i decreti specifici “in tempi brevi”.

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