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Serena Spinelli (Art.1-Mdp): "Favorevole a impianto complessivo, contraria a decadenza diritto alloggio in caso di condanne superiori ai 5 anni"


Marco Casucci (Lega): "Siamo fortemente contrari, legge torna a dare priorità agli stranieri"


Maurizio Marchetti (Forza Italia): "Modificata proposta della Giunta, nostro giudizio resta negativo"

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COMUNICATO STAMPA  n. 1349

 
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Alloggi Erp: il dibattito in Consiglio regionale (2)

Gli interventi di Serena Spinelli (Art. 1-Mdp), Marco Casucci (Lega), Maurizio Marchetti (Fi), Paolo Bambagioni (Pd), Roberto Biasci (Lega), Marco Stella (Fi), Elisa Montemagni (Lega)

 

di Ufficio stampa, 5 dicembre 2018

 

“Con questa legge non esauriamo un diritto importantissimo, che è il diritto alla casa, attorno a cui bisogna costruire gli interventi. Purtroppo, la percentuale di coloro che ottengono un alloggio avendone fatto richiesta si aggira sul 4%”. Così Serena Spinelli (Art. 1-Mdp) ha aperto il suo intervento. “Dobbiamo ragionare in termini di bisogno, non in termini di provenienza - ha proseguito -. Non bisogna dimenticare che gli immigrati ospitati in case popolari non superano l’8% del totale. La sinistra deve avere il coraggio di accogliere i bisogni di tutti e di dire che il mondo è cambiato”. La consigliera si è inoltre detta d’accordo sul provvedimento nel suo complesso, ma non sulla modifica che stabilisce che non saranno ammesse persone ai bandi  con condanne penali passate in giudicato per delitti non colposi per i quali è prevista la pena detentiva non inferiore a cinque anni, ovvero avvenuta esecuzione della relativa pena. “Non spetta alla Regione aggiungere una pena” ha detto, annunciando dunque che non voterà l’articolo.
Marco Casucci(Lega) ha osservato che “nel tempo si sono evidenziate chiare inadempienze della Regione Toscana” ad affrontare il problema dell’edilizia pubblica. “Ribadiamo – ha aggiunto – che si deve pensare prima agli italiani, mentre la Regione Toscana pensa prima ai troppi stranieri che fanno concorrenza agli italiani nelle graduatorie pubbliche. Su questo sono d’accordo anche molti esponenti della sinistra, basti pensare a quanto dichiarato dal sindaco Dario Nardella. Noi, dove governiamo, abbiamo riconosciuto i diritti degli italiani  e gli elettori per questo ci hanno premiato. I toscani giudicheranno”.
Secondo Maurizio Marchetti (Fi) “esiste un problema gestionale di cui bisogna tenere conto. La gestione dell’edilizia popolare – ha detto – è pachidermica, e questi provvedimenti renderanno il quadro ancora più farraginoso e pesante”. “I costi di gestione e manutenzione delle case popolari sono altissimi, i tempi di realizzazione lunghissimi e ci sono Comuni che devono fare i conti con morosità che arrivano a volte a milioni di euro - ha spiegato ancora il consigliere -. In questo quadro la Regione Toscana ha fatto in modo di bloccare la vendita degli alloggi popolari a coloro che, potendo, sarebbero felicissimi di acquistarli. Così si avrebbero risorse per realizzare nuovi alloggi. Il nostro giudizio su questo provvedimento non può essere positivo”.
“Sicuramente questa legge presenta forti criticità e complessità che solo in parte vengono affrontate e in parte invece vengono rimandate, ma non per questo si può dare un giudizio negativo”. Lo ha detto Paolo Bambagioni (Pd), aggiungendo che “purtroppo il provvedimento è figlio di questi tempi, in cui il Paese è più povero e ingarbugliato, e dunque è più difficile dare risposte adeguate”. Secondo il consigliere “una regione da sola non può risolvere il problema se non viene data una risposta a livello nazionale”, anche perché “i sindaci non mettono più a disposizione terreni per costruire alloggi popolari perché hanno già troppi problemi a gestire quelli esistenti. Negli anni si è permesso che le case popolari diventassero aree di degrado e troppi cittadini aspettano invano una risposta, tra bandi che scadono e graduatorie che devono essere rifatte daccapo”.
Per Roberto Biasci (Lega) “la parola d’ordine è sburocratizzare. La casa primaria deve avere una corsia preferenziale, si deve riuscire a velocizzare le pratiche perché la casa è un bisogno fondamentale, nella casa sta il futuro delle famiglie”. Importante, secondo il consigliere, anche mettere in vendita gli alloggi per recuperare nuove risorse e creare così una rotazione virtuosa, e rivedere le norme che chiedono agli immigrati di certificare il possesso di immobili all’estero. “Accedere a questi dati spesso non è possibile - ha detto - e questo finisce per mettere in secondo piano gli italiani”.
Marco Stella(Fi) ha sottolineato che “dobbiamo rispondere a una domanda: può una famiglia a cui viene assegnata una casa popolare pensare di occupare quell’alloggio per tutta la vita, come fin qui si è teso a fare? Le condizioni si modificano nel tempo e anche i bisogni delle famiglie cambiano. La politica deve avere il coraggio di dare una risposta alla domanda”. Stella ha, inoltre commentato che “dopo tanti anni ci aspettavano una risposta un po’ più importante alla questione dell’edilizia residenziale popolare e una riforma più ampia. E’ evidente che se non si mettono risorse le leggi non funzionano”. “Un piano di edilizia popolare – ha aggiunto – non si fa senza i soldi del governo centrale. Il governo dovrebbe investire i 10 miliardi stanziati per il reddito di cittadinanza negli alloggi, invece di finanziare chi passa tutto il giorno davanti alla tv. Il reddito di cittadinanza è un errore e questo governo deve avere il coraggio di ammetterlo e di cambiare rotta”.
Elisa Montemagni(Lega) ha preannunciato che il suo gruppo “non ha al momento una posizione predefinita perché il provvedimento è sottoposto a una caterva di emendamenti che possono cambiare molto. Certo questa legge non può rispondere da sola ai bisogni dei cittadini in difficoltà, deve essere inserita in un contesto di interventi più ampio”. Importante, anche secondo la consigliera, che ci siano controlli da parte dei gestori e che “i cittadini che non sono più in stato di bisogno, e che magari continuano ad abitare nelle case popolari sfoggiando auto costose, siano sostituiti da chi ha veramente bisogno”. Montemagni ha, infine, sottolineato l’apertura del gruppo in fase di discussione di emendamenti “purché dall’altra parte non ci sia al contrario una preclusione al dialogo e le nostre proposte siano seriamente esaminate”.

 

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