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COMUNICATO STAMPA  n. 1072

 
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Leggi razziali: Giani, da San Rossore la vergogna e le scuse della Toscana

Seduta del Consiglio regionale, all’interno della sala Giovanni Gronchi, dove è esposta la mostra itinerante dal titolo “1938-La Storia”

 

di Maria Antonietta Cruciata e Paola Scuffi, 10 ottobre 2018

 

In occasione dell’80esimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali a San Rossore, l’Ente Parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli ospiterà fino al 5 novembre 2018, all’interno della Sala “Giovanni Gronchi”, la mostra itinerante dal titolo “1938 – La Storia”, ideata e realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma.
 
La seduta del Consiglio regionale a San Rossore oggi, mercoledì 10 ottobre, è stata anche l’occasione per visitare la mostra e riflettere su uno dei periodi più bui della nostra storia.
 
“Ho voluto fortemente che la nostra Assemblea si riunisse proprio a San Rossore, da sempre luogo simbolo per chi ha responsabilità di governo”, ha esordito il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, proponendo un excursus storico: dal Granduca Pietro Leopoldo che il 30 novembre 1786 aboliva la pena di morte, con una firma al Palazzo Reale di Pisa, alle vicende di una città sempre pronta a ospitare, generazione dopo generazione, granduchi e importanti personalità della letteratura e delle istituzioni. “Ma se questi sono i momenti belli che ci rendono orgogliosi, come Regione Toscana, di avere in proprietà e gestire San Rossore – ha continuato il presidente – ci sono anche momenti brutti, quando Vittorio Emanuele III firmava il capitolo sulle leggi razziali”. “Ottanta anni dopo, la coscienza, la cultura, la civiltà della nostra Toscana si ribella con forza a quel triste capitolo di storia e, fisicamente, come Consiglio regionale ci riuniamo proprio in questa sede, nella sala dove è allestita la mostra, per dire no alle leggi razziali, per provare vergogna e per chiedere scusa a tutti coloro che sono stati condizionati da quella sciagurata legge”. “Il nostro rifiuto si leva forte e chiaro: non vogliamo più vedere né vivere momenti così drammatici”, ha concluso Giani.
 
La mostra, ideata e realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah,  spazia dal 1938 al 1943, quando il governo di un Paese che si considerava “civile” calpestò con violenza i diritti di una parte dei suoi cittadini. Tutte le persone di origini ebraiche, considerate inferiori dal punto di vista “biologico”, vennero infatti escluse da ogni ambito della società nazionale.
 
Un capitolo tragico ricordato attraverso fotografie, manifesti, giornali, in gran parte inediti e originali, relativi all’intera realtà nazionale, provenienti da numerosi archivi e collezioni private. Trentasette pannelli, rigorosamente illustrati e documentati, raccontano il percorso che portò a quella disgraziata decisione, che ebbe il suo atto iniziale e definitivo proprio a San Rossore.
La mostra si avvale del patrocinio della presidenza del Consiglio dei Ministri, del ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell’unione delle Comunità ebraiche italiane, e della Comunità ebraica di Roma.
 
La visita della mostra è stata introdotta da Saulle Panizza, professore ordinario di diritto costituzionale dell’Università degli Studi di Pisa e dall’ingegner Bruno Possenti, presidente dell’A.N.P.I. di Pisa.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana