COMUNICATO STAMPA n. 0840
Fusione Asciano e Rapolano Terme: via libera al referendum
All’unanimità la commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), ha formulato il quesito sull’istituzione del nuovo Comune delle Crete Senesi, richiesta da una proposta di legge di iniziativa popolare. Riserve sul nome scelto. La delibera è inserita nell’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale, convocato per martedì 31 luglio e mercoledì 1 agosto
di Daniele Pecchioli, 30 luglio 2018
“Siete favorevoli all’istituzione del Comune delle Crete Senesi, per fusione dei Comuni di Asciano e Rapolano Terme, di cui alla proposta di legge regionale d’iniziativa popolare n. 5?”. Sarà questa la domanda cui dovranno rispondere i cittadini dei Comuni interessati, presto chiamati alle urne.
All’unanimità la commissione Affari istituzionali, presieduta da
Giacomo Bugliani (Pd), ha deciso di procedere con il
referendum e ha formulato il relativo quesito. Il consigliere
Marco Casucci (Lega Nord) non ha partecipato alla votazione. La proposta di legge è stata sottoscritta da 2.718 firme, di cui 1.409 di cittadini residenti nel Comune di Asciano e 1309 nel Comune di Rapolano. Il nuovo Comune avrebbe una popolazione di 12.381 abitanti ed il sindaco sarebbe affiancato da una giunta di cinque assessori, con un consiglio comunale di sedici consiglieri.
La decisione è giunta al termine di una lunga serie di audizioni, iniziata con quella del comitato promotore, rappresentato da
Donato Chiezzi e
Sergio Valtambrini, che hanno spiegato le ragioni dell’iniziativa. Sono quindi stati ascoltati i sindaci dei due Comuni interessati:
Paolo Bonari (
Asciano) ed
Emiliano Spanu (
Rapolano Terme), seguiti dal Comitato per il No, rappresentato da
Alessandro Starnini, consigliere regionale dal 2000 al 2010. Le audizioni si sono concluse con i sindaci di
Montalcino,
Silvio Franceschelli, e di
Monteroni d’Arbia,
Gabriele Berni.
Alla luce di quanto emerso dalle audizioni, il presidente Bugliani ha annunciato che la delibera sull’indizione del referendum sarà accompagnata in aula da un ordine del giorno, nel quale si precisa che per la fusione è necessaria la maggioranza dei voti favorevoli in ciascuno dei due comuni. Il Consiglio si riserverà, inoltre, in caso di esito favorevole, di valutare l’opportunità della fusione, in considerazione del nome scelto dal comitato promotore, sul quale sono state sollevate diverse perplessità da parte di più soggetti.
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