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COMUNICATO STAMPA  n. 1615

 
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Festa della Toscana: Consiglio solenne, gli interventi di Monica Barni e di Roberto Giacobbo

Al termine della seduta al Teatro della Compagnia è stata premiata Amnesty International, rappresentata dal portavoce italiano Riccardo Noury

 

30 novembre 2017

 

Firenze– La vicepresidente della Giunta regionale Monica Barni ha ricordato come il Teatro della Compagnia “sia uno spazio della cultura che abbiamo voluto fortemente riaprire nel centro di Firenze”. “Ed è bello – ha detto – vedere oggi questo teatro pieno di tanti giovani che partecipano alla vita culturale e civile della Toscana”. Barni ha ricordato come oggi si celebri “la festa di tutti noi”, l’anniversario dell’abolizione della pena di morte per la prima volta al mondo. E ha ricordato come a Firenze sia nato l’Umanesimo, come più tardi si sia configurata la Toscana come regione policentrica e unitaria, e come “il Granduca Pietro Leopoldo abbia attinto a lezioni importanti come quella di Machiavelli, che ebbe l’ambizione di poter dominare la fortuna, espresse il realismo ma anche lo slancio a perseguire un progetto, e di Violante di Baviera, che fu governatrice illuminata, pragmatica e sobria”. La vicepresidente ha poi ripercorso brevemente l’operato del Granduca Pietro Leopoldo e il contenuto delle sue numerose riforme, che “resero la Toscana un laboratorio politico riconosciuto da tutti gli illuminati d’Europa”.
Roberto Giacobbo, giornalista e conduttore del programma televisivo “Voyager”, ha poi coinvolto i numerosissimi ragazzi delle scuole presenti in teatro in un excursus in cui ha toccato vari temi, fra cui quello della pena di morte, ricordando, tra le molte altre cose, come solo negli Stati Uniti risultino essere stati condannati a morte 150 persone poi riconosciute innocenti, e come l’Italia oggi vanti, secondo una recente ricerca, uno dei numeri più bassi in Europa di cittadini favorevoli all’esecuzione capitale. “La Toscana è stato il primo Stato nel mondo ad abolire la pena di morte – ha proseguito Giacobbo rivolgendosi ai ragazzi – ma l’Italia è arrivata prima in un sacco di cose, quindi sfoderiamo l’orgoglio di essere italiani, perché siamo bravi e abbiamo una storia che gli altri si sognano”. Numerosi gli esempi da lui portati: agli italiani si deve per esempio l’invenzione degli Mp3, degli Mp4, dell’energia elettrica, del telefono. E persino della Marsigliese, l’inno nazionale francese. “Sono emerse le prove, e le presenteremo prossimamente – ha detto –, che le note della Marsigliese furono scritte dal violinista italiano alla corte di Francia Giovan Battista Viotti, il quale compose nel 1781, undici anni prima della nascita ufficiale della Marsigliese, un movimento per violino e orchestra che è il tema dell’inno poi adottato dai rivoluzionari francesi”.
Alla fine dell’incontro il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani ha consegnato una targa all’associazione Amnesty International “a riconoscimento dell’impegno costante messo per promuovere nel mondo quei valori, ai quali si ispira l’abolizione della pena di morte, di tortura e di confisca dei beni in Toscana”. A riceverlo il portavoce di Amnesty International Italia RiccardoNoury, che ha ricordato come ancora oggi in molti Stati la pena di morte sia “un orribile crimine pianificato e organizzato, che presenta dei risvolti aberranti”. Noury si è detto felice “di ricevere un riconoscimento in un momento in cui tutte le Ong ricevono schiaffoni e insulti” e ha dedicato il premio ad Ahmadreza Djalali, invitando tutti a firmare l’appello in sua difesa. Ahmadreza Djalali, ha ricordato il portavoce di Amnesty International, “è stato condannato a morte in Iran appena un mese fa con una ridicola accusa di spionaggio, perché ha rifiutato di collaborare con le autorità iraniane che gli chiedevano informazioni sui paesi che visitava. Djalali può essere salvato”. Djalali è ricercatore esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara, ed è stato arrestato dai servizi segreti mentre si trovava in Iran per partecipare a una serie di seminari nelle università di Teheran e Shiraz. (cem) 

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