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COMUNICATO STAMPA  n. 1177

 
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Festa della Toscana: Giani con Renzi, la cultura contro la paura

Il presidente del Consiglio inaugura la Festa alla Pergola. Splendido concerto di Cacciapaglia. Il teatro affollato di studenti delle scuole. L'intervento di Matteo Renzi: "C'è bisogno di reazione delle nostre comunità, non dobbiamo cedere alla paura"

 

28 novembre 2015

 

Firenze – Le note del piano di Roberto Cacciapaglia, compositore di fama internazionale, sono risuonate ricche e bellissime al Teatro della Pergola, accompagnando il pubblico folto di autorità e di ragazzi delle scuole nella magia dell’albero della vita all’Expo di Milano. La festa, anzi l’inaugurazione delle celebrazioni della Festa della Toscana 2015, a più riprese ha parlato all’Italia e al mondo.
Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, accompagna l’alternanza di momenti istituzionali e momenti culturali della manifestazione che attende l’arrivo del premier, Matteo Renzi. Giani ringrazia Riccardo Nencini, che ideò la Festa oggi giunta alla XV edizione, e racconta la Toscana dei Lorena, quella straordinaria stagione di riforme che dà il titolo alla manifestazione: “Riforme per una buona amministrazione. L’età di Pietro Leopoldo, il presente della Toscana, il futuro dell’Italia”.
Il presente e il futuro occupano un posto di riguardo, perché “il tema è attualissimo”, ricorda il presidente del Consiglio: “103 stati ad oggi non hanno abolito abolito la pena di morte, tra questi Cina, Stati Uniti, India”. “In altri 43 la pena di morte è prevista ma non si applica da 10 anni; le uccisioni passate da regolare sentenza, nel 2014, sono state oltre 3500”.
Ma anche la Toscana che nel 700 “sperimenta idee che poi sfoceranno nella rivoluzione francese” interpreta un riformismo che caratterizza in qualche modo il presente e “L’Italia di oggi, che ha bisogno di riforme  per lo sviluppo e il ruolo che la nostra civiltà vuole avere”.
Giani racconta che quando ha invitato Matteo Renzi alla Pergola l’ha fatto “senza enfasi”, perché riconosce “il suo impegno e la sua voglia di fare nel lavoro che sta portando avanti per le riforme”.
Il premier prende la parola ed è “a casa”, ha davanti una platea con tanti ragazzi, è in un teatro che è cuore di storia toscana e fiorentina e in cui ricorda la scomparsa di Luca De Filippo. Decide di lasciare perdere “28 pagine sulle riforme” per parlare invece di Italia e di libertà, di cultura e identità.
Renzi parla di vita contro la morte, cominciando dalle ultime vittime di Francia, il 13 novembre. Davanti, dice, abbiamo un “nemico molto pericoloso, nessuno può sottovalutarlo. Tutti insieme stiamo cercando di avere regole più stringenti, ma accanto a questo c’è bisogno di una reazione delle nostre comunità”. E anzi, “quello di cui abbiamo veramente bisogno in questo momento storico è di ricordarci chi siamo”.
I terroristi che hanno massacrato gente al ristorante, davanti allo stadio, al teatro, non hanno colpito obiettivi militari ma “luoghi delle quotidianità”. “Perché vogliono distruggerci, ma non dobbiamo rassegnarci alla paura”.
Accanto agli investimenti militari e per la sicurezza, devono esserci “quelli per la formazione e la cultura”. Il richiamo è anche ai sindaci che siedono in platea: “Siete custodi di ansie e paure dei cittadini”, ma bisogna dare “un messaggio di forte speranza”. “Firenze, la Toscana e l’Italia devono fare quello che sanno fare, investire in cultura”, perché “il più grande valore sta nel senso di identità, in ciò che l’Italia è”.
Ieri, ai funerali delle vittime francesi, ricorda Renzi, la cerimonia si è conclusa sulle note di Va’ pensiero: “La musica è un valore universale, che parla la cuore dell’uomo”. Come le note struggenti di Cacciapaglia, il maestro che ha aperto la mattinata alla Pergola e che un certo punto ha interrotto l’esibizione per prendere la parola: “Oggi celebriamo libertà, diritti umani e l’abolizione della pena di morte; è un orgoglio per la Toscana, per tutti noi, per tutto il Paese”. (Cam) 

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana