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COMUNICATO STAMPA  n. 0217

 
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Riordino Province: il dibattito (2)

Gli interventi di Daniela Lastri (Pd), Gabriele Chiurli (gruppo Misto), Giuseppe Del Carlo (Udc), Ivan Ferrucci (Pd) e dell’assessore Vittorio Bugli

 

25 febbraio 2015

 

“La Regione Toscana fa bene a difendere, con la legge che stiamo approvando, un patrimonio di professionalità e funzioni essenziali per la comunità, ma non può fare tutto”, ha sottolineato Daniela Lastri (Pd), rilevando che funzioni altrettanto importanti, come l’istruzione, restano sospese. “Nel giro di poco tempo ricadranno sulla Regione – ha detto – anche questa parte di amministrazione ed i bilanci delle Province, diventati ‘per legge’ in rosso”. A suo parere, è stato un errore presentarsi all’appuntamento del superamento delle province senza un’idea precisa di come riorganizzare l’amministrazione pubblica locale. “Quando tagli uno, due, tre miliardi di euro alle Province – ha affermato – e azzeri i tributi che per Costituzione sono dovuti a tutti gli enti territoriali non fai riforme, fai il deserto”. Secondo Lastri l’applicazione della legge in discussione può rendere la situazione più chiara e trasparente e spingere il Governo, guardando all’esperienza toscana, a rivedere le proprie posizioni, anche in vista della riforma costituzionale. “Si illude chi crede che ‘lo Stato centrale e Municipale’ o al più ‘Metropolitano’ possa reggere le sfide che abbiamo davanti – ha concluso – Nessuna nazione regge senza una cultura moderna dell’autonomismo e del decentramento”.
“Dobbiamo fronteggiare un’altra ciofeca che hanno fatto questi cialtroni al Governo – ha affermato Gabriele Chiurli (gruppo Misto) – Le istituzioni sono diventate un bancomat per le loro esigenze”. Chiurli ha ricordato i tagli miliardari alle province, “sei su dieci delle quali in Toscana sono in bancarotta, con scuole che chiudono il sabato pomeriggio per mancanza di soldi”. A suo parere la Regione avrebbe dovuto fare qualcosa di più rispetto alla legge di stabilità, come ha fatto la Lombardia.
Secondo Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc) siamo di fronte ad una legge quadro, ma con una riorganizzazione dei servizi sul territorio di là da venire. “La Regione è un organo legislativo, di programmazione, indirizzo e controllo – ha osservato – In questa situazione confusa e complicata, rischia di tornare ad essere un ente di gestione”. A suo parere i servizi devono restare sul territorio, vicini ai cittadini.
“In un quadro caratterizzato da risorse incerte e dalla mancanza di chiarezza sulle competenze da esercitare alla fine del percorso di riforma – ha rilevato Ivan Ferrucci (Pd) – la Toscana ha scelto di tracciare una strada, non esaustiva per la nuova organizzazione degli enti locali, ma necessario quadro di riferimento per il lavoro da fare”. A suo parere, l’intesa con Anci ed organizzazioni sindacali e l’istituzione di un Osservatorio saranno garanzia di interventi organici nella riorganizzazione e nei vari piani regionali, in una visione complessiva.
L’assessore regionale Vittorio Bugli ha sottolineato che la legge disegna i nuovi equilibri istituzionali della Toscana, sulla base di criteri di sussidiarietà ed adeguatezza, con un ruolo nuovo assegnato ai Comuni nella gestione associata di funzioni. In questo quadro, insieme ai sindaci, è stata definita una Città metropolitana che collaborerà con la Regione per le scelte urbanistiche e infrastrutturali, come pure per il nuovo piano strategico. “Siamo consapevoli – ha sottolineato l’assessore – che la Città e l’intera area potrà attrarre risorse e fare da volano allo sviluppo economico dell’intera regione”.
Bugli ha precisato che la riassunzione di alcune funzioni va di pari passo con una maggiore possibilità dei territori di incidere sulla programmazione regionale. “Questa legge apre una nuova stagione – ha affermato – Quella della gestione associata delle funzioni, ormai indispensabile ed ineludibile”. In questa prospettiva saranno incentivate le unioni più forti e le fusioni dei comuni più strutturate, con premi crescenti per quelle con almeno cinquemila, diecimila, quindicimila abitanti.
L’assessore ha precisato che è stato utilizzato tutto lo spazio consentito dalla legislazione nazionale, ma se si apriranno nuove possibilità saranno sfruttate. “Non ci limiteremo ad una revisione istituzionale – ha concluso Bugli – ma vogliamo dare una diversa struttura organizzativa anche alla macchina, salvaguardando tutte le professionalità”. (dp) – fine –

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