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COMUNICATO STAMPA  n. 814

 
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Festa della Toscana: seduta solenne del Consiglio regionale

La Sala della Biblioteca degli Uffizi ha fatto da cornice alla celebrazione della terza edizione della Festa

 

30 novembre 2002

 

Le luci dei monumenti accendono l’impegno. “Venti città dei cinque continenti, da New York a Camberra, da Johannesburg a Dublino, Vienna, Parigi, insieme a tante città italiane - ha esordito il Presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini - celebrano oggi con noi l’abrogazione della pena di morte e della tortura, illuminando un monumento significativo”. La Festa della Toscana, alla sua terza edizione, è diventata giornata mondiale contro la pena di morte, e quest’anno è stata tutta declinata al femminile, “a sottolineare le tante figure di donne che hanno fatto la storia a costo della vita. Se non è facile tracciare modelli, non dobbiamo però dimenticare”, ha continuato Nencini, che si è soffermato in particolare sulle figure di Antigone e della Maddalena. “Queste sone le donne di cui non abbiamo mai parlato, cancellate dagli storici, dagli scienziati, dai filosofi. Oggi potrebbero essere le donne di quella parte del mondo che povertà ed assenza della possibilità di scegliere obbligano ai margini della società, senza voce, senza diritti, ma con la passione della dignità, con i gesti eroici compiuti ogni giorno, anche solo per allattare un figlio”. Alla Toscana il compito di dare continuità a questa ricerca, per tendere una mano ad un’altra Amina. Accanto alla ricorrenza della festa è necessario aggiungere un atto concreto. “Le celebrazioni hanno un significato se si bagnano nel presente, se diventano iniziativa politica ed istituzionale, se lasciano una traccia, un segno – ha concluso Nencini – Fare, dunque, prima di celebrare. E sul tema scelto per questo 2002 temo che il lavoro diventerà imponente”. Alle parole del Presidente del Consiglio regionale hanno fatto eco i saluti di donne impegnate in vari campi, un coro di voci per chiedere azioni concrete. Loretta Montemaggi, che ha presieduto il Consiglio regionale dal 1980 al 1983, ha sottolineato che dedicare ai diritti delle donne questa edizione della Festa della Toscana “non ha un significato puramente formale, ma anche una valenza politica molto precisa”. Facendo un bilancio sull’effettiva realizzazione delle pari opportunità nel nostro paese, Loretta Montemaggi ha osservato che se molte donne si sono fatte avanti in ogni campo, la loro presenza si ferma alla soglia del potere. “E questo sia per l’archetipo culturale che vede l’efficienza e il realismo come caratteristiche maschili, sia perché il frazionamento degli schieramenti politici fa sì che aumenti la concorrenza tra gli uomini, e quindi si riducano gli spazi per le donne”. “Sappiamo che la libertà, le responsabilità, i diritti non ce li regala nessuno: dobbiamo strapparli e poi difenderli, e sappiamo quanto costa”, ha dichiarato Emma Bonino, parlamentare europea, già commissaria per gli aiuti umanitari, da sempre impegnata nelle battaglie per i diritti civili e politici. “Giornate come questa sono fondamentali – ha continuato – perché danno visibilità al lavoro straordinario di tante donne invisibili. Speriamo che un giorno, per essere riconosciute, non sia necessario rischiare la vita”. Ludmilla Alexeeva, Presidente del Moscow Helsinki Group, ha chiesto aiuto a tutto l’Occidente per fermare la guerra in Cecenia, “una guerra di cui non vedo vicina la fine – ha detto Alexeeva – per le pressioni esercitate dal nostro Presidente e per i grossi guadagni di uomini importanti”. Sima Samar, presidente della commissione afghana per i diritti umani, ha raccontato la difficile situazione del suo paese e i progressi che sono stati fatti negli ultimi tempi. “Adesso dobbiamo ricostruire e creare rispetto per i diritti delle donne – ha detto - in un paese in cui domina la cultura della guerra. Servono appoggi e risorse per aiutare le donne dal punto di vista sociale ed economico”. Samar ha poi chiesto che, per garantire un clima di sicurezza, sia estesa nel tempo la presenza delle forze che garantiscono la pace. Angela Monson, senatrice nera di Oklahoma, che nel suo Paese ha presentato una proposta di legge per l’abolizione della pena di morte, ha portato il saluto della Conferenza delle assemblee legislative statunitensi, di cui è presidente. “Il lavoro che ancora c’è da fare per arrivare ad una reale uguaglianza tra i sessi è tanto – ha detto – Conoscere culture diverse e saper imparare l’uno dall’altro è il primo passo. Per me, essere qui oggi ha anche questo significato”. E’ stato infine Claudio Martini, Presidente della Regione, a trarre le conclusioni, proponendo due obiettivi concreti per non limitare la giornata alle “sollecitazioni culturali”. Il primo obiettivo è favorire l’accesso delle donne alla sfera pubblica e politica, anche approfittando della fase costituente per il rinnovo dello Statuto regionale. Il secondo obiettivo è ampliare la sfera dei servizi per migliorare la vita delle donne e creare una società a loro misura, partendo da tempi e spazi al femminile. In chiusura, Angela Monson e Sima Samar hanno ricevuto il Gonfalone d’argento e l’attore Andrea Buscemi ha recitato alcuni passi di Dante. (ps/cem/ab)

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