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COMUNICATO STAMPA  n. 0820

 
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Legge elettorale: il dibattito (5)

Gli interventi di Marta Gazzarri (Toscana civica riformista), Paolo Enrico Ammirati (Forza Italia), Alberto Magnolfi (Nuovo centrodestra), Marco Manneschi (Tcr)

 

10 settembre 2014

 

Firenze Marta Gazzarri(capogruppo Toscana civica regionale) ha ricordato come l’attuale legge elettorale toscana sia stata sotto la lente d’ingrandimento in quanto ispiratrice della legge nazionale e come l’attuale Consiglio abbia subìto le ricadute negative dell’ingovernabilità registrata a livello nazionale. Da qui l’esigenza di cambiare e la presentazione dell’attuale proposta di legge che “cerca di limitare gli effetti negativi introducendo un voto di preferenza agevolato e 13 circoscrizioni, in modo da favorire il rapporto tra consiglieri e territorio”. “Inoltre – ha proseguito la consigliera – la nostra proposta punta a garantire la certezza della governabilità, a favorire l’aggregazione e introduce la parità di genere”. “Certo – ha concluso – nessuna legge elettorale è perfetta. I cittadini devono sapere scegliere chi li può rappresentare al meglio”.
Paolo Enrico Ammirati (Forza Italia) ha ripercorso in aula alcuni passaggi tecnici al fine, ha precisato, “di evitare fraintendimenti”. “Questa legge, nonostante io conservi alcuni dubbi, è frutto di un accordo che spero abbia tenuto conto delle esigenze dei toscani”, ha affermato il consigliere, il quale ha poi dichiarato di conservare alcune perplessità di fondo: “Non sono convinto – ha elencato – della bontà del sistema delle preferenze, perché anche in Toscana in passato questo ha generato sfasci. Sono invece a favore dei listini, i partiti devono migliorare ed esprimere i bisogni del territorio”. Ancora, “nutro dubbi sul fatto di non aver previsto incompatibilità tra ruolo di assessore e consigliare, perché si rischia di consegnare tutto il governo a un unico partito”. Nonostante ciò, Ammirati ha annunciato voto favorevole nell’auspicio che “la funzione assembleare possa essere più consona ed efficiente”.
Secondo Alberto Magnolfi(capogruppo Nuovo centrodestra), la spinta a fare una nuova legge elettorale viene da lontano e il gruppo di lavoro coordinato da Daniela Lastri ha lavorato bene, perseguendo alcuni obiettivi: garantire la rappresentanza, rafforzare la stabilità e l’autorevolezza del governo, tentare di “rinsaldare un po’ il rapporto con gli elettori, archiviando la categoria dei nominati”. “Il gruppo stava ottenendo buoni risultati, che sono ancora alla portata del Consiglio”, ha precisato il consigliere; questo fino a un’operazione politica che “ha cambiato non solo i contenuti del testo di legge ma soprattutto il senso complessivo dell’intera proposta. Si dice che così si sono finalmente riconquistate le preferenze, quando sappiamo bene che in questo modo le preferenze sono solo un fatto virtuale, uno specchietto per le allodole che scaverà un fossato ancora più profondo tra la politica e i cittadini”. “Quando si fa un’operazione politica ci sono dei costi e dei benefici – ha concluso Magnolfi –. Se si pensa di poter ricostruire un grande centrodestra prendendo qualcuno a pedate nel sedere, questo è autolesionismo. E anche al Pd dico, a chi giova? Vedo una lacerazione profonda nel vostro gruppo. Senza contare che, lo affermano fior di professori, la legge così messa avrà grossi problemi davanti alla Corte Costituzionale”.
Marco Manneschi(Tcr) ha ricordato che “una volta realizzato che non era possibile stabilire dei collegi uninomali, certo soluzione ideale ma non realisticamente applicabile, si è deciso di ricorrere a collegi piccoli, liste ristrette, competizione non esasperata e di reintrodurre, in qualche modo, le preferenze”. “Questo – ha proseguito Manneschi – non è la panacea di tutti i mali, ma rappresenta un buon punto di equilibrio. Perché adesso dobbiamo buttare tutto a mare?”. Con questo meccanismo, secondo il consigliere, i cittadini possono scegliere, e adottare una soglia di maggioranza è un criterio di buon senso. Inoltre, il listino bloccato è facoltativo, chi vuole lo può adottare e se ne assume la responsabilità davanti all’elettorato. Si è poi cercato di premiare e incentivare le alleanze e le coalizioni. In definitiva, “una proposta perfettibile, ma che gode di sufficienza piena”, e in cui magari sarebbe da correggere un meccanismo che premia Firenze rispetto ai territori meno popolati. (cem) – segue –

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