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COMUNICATO STAMPA  n. 0376

 
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Riforme: il dibattito su Senato e Titolo V (4)

Gli interventi dei consiglieri Paolo Marcheschi, Monica Sgherri, Daniela Lastri

 

2 aprile 2014

 

Il consigliere Paolo Marcheschi ha sottolineato come la questione delle riforme sia stata posta male, dividendo i fronti fra ‘dinosauri’ e innovatori, quando invece esistono basi comuni e comunità di intenti su cui lavorare. Secondo Marcheschi invece che davanti a una stagione delle riforme sembra di essere davanti agli ultimi giorni dei saldi, in cui ci si affretta a comprare quello che è rimasto disponibile. Ancora, il consigliere ha spiegato che a parer suo il vero problema non è quello dei costi, ma quello dell’efficienza delle istituzioni democratiche, perché se esse funzionassero bene nessuno chiederebbe quanto costano. E’ necessario secondo Marcheschi che la riforma sia definitiva e non faccia danni e che si abbia il coraggio, se si ritengono Senato e Province enti inutili, di abolirli del tutto invece di trasformarli in feticci senza senso.
Secondo la consigliera Monica Sgherri se è vero che c’è stato un ritardo nell’affrontare le riforme, adesso il rischio è quello di fare le cose in modo frettoloso. Sgherri ha ribadito che a suo parere la riforma del Senato non può essere disgiunta dal combinato disposto della legge elettorale ed ha espresso grande preoccupazione per un periodo, riferibile come ‘terza Repubblica’, che nasce sotto il segno dell’esclusione. Da un lato l’Italicum presenta gli stessi estremi di incostituzionalità delle stesse norme  elettorali già dichiarate incostituzionali, e comunque la legge maggioritaria ha portato a una compressione della rappresentanza e l’abolizione delle preferenze a mettere tutte le scelte in mano a pochi politici. Dall’altro accompagnare adesso alla riforma in discussione una legge elettorale per cui con il 35% si ha la maggioranza, rischia di consegnare il potere a una minoranza del paese. Quanto al Senato delle autonomie, Sgherri ha sottolineato che la trasformazione di molti enti in organismi di secondo grado è funzionale a togliere al cittadino il diritto di votare. Si tratta dunque di una riforma da correggere profondamente.
La consigliera Daniela Lastri ha invece ricordato le proposte fatte da alcuni gruppi di lavoro, che in alcuni casi prevedono un numero di deputati e senatori inferiore a quello della proposta attuale, la quale pertanto non rappresenta l’unica soluzione possibile e necessariamente la migliore. Per Lastri il meccanismo indicato dalla proposta di riforma è tale che con il premio di maggioranza il premier avrà un forte potere in Parlamento e il Senato difficilmente potrà far valere la propria voce; dunque non esiste bilanciamento, si va verso un governo totalizzante. Ancora, ha osservato la consigliera, il regionalismo viene colpito, malgrado non tutte le Regioni lo meritino. La Toscana non è né sprecona né inefficiente, e del resto è difficile poter affermare che in questi anni lo Stato, per parte sua, abbia agito bene. La consigliera ha messo in dubbio che la Repubblica possa fondarsi solamente su uno Stato centrale, e ribadito che dunque è necessario pensare a un Senato a base regionale e con poteri forti. (cem) – segue –  

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