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Bas van Fraassen

La logica e la filosofia della scienza hanno avuto una straordinaria crescita nel Novecento. Da quella piccola schiera di pionieri che, all’inizio dello scorso secolo, inaugurò una nuova stagione nel dialogo fra scienza e filosofia si è passati a una grande comunità internazionale di ricerca, che unisce studiosi di logica, matematica, fisica, biologia, economia, storici delle rispettive discipline e infine filosofi della scienza.
La crescente complessità delle indagini nel campo della logica e nel campo della filosofia della scienza ha portato a una progressiva separazione non solo fra le due discipline ma anche fra un settore e l’altro di ciascuna disciplina. Ci sono però studiosi che nella loro opera hanno testimoniato e continuano a testimoniare il fecondo commercio di idee fra logica e filosofia della scienza. Tra essi, uno dei più eminenti è sicuramente Baastian (Bas) Cornelis van Fraassen. I suoi contributi, di grande originalità e di rilievo multidisciplinare, hanno favorito la tessitura di un rinnovato dialogo fra scienza e filosofia, dando impulso al settore solitamente indicato come “logica filosofica” e arricchendo con ampie e scrupolose analisi il panorama dell’epistemologia contemporanea.
Sul piano generale, la formulazione, da parte di van Fraassen, di un raffinato “empirismo costruttivo”, quale cornice unitaria, e, sul piano più specifico, i suoi lavori concernenti temi quali il rapporto tra leggi e simmetria, la natura dei fenomeni quantistici, il concetto di spiegazione, i paradossi, gli operatori modali, il carattere soggettivo della probabilità, costituiscono un ineludibile punto di riferimento per chiunque oggi intraprenda studi di filosofia della scienza.
Nato in Olanda, a Goes, il 5 aprile 1941, nel 1956 è emigrato in Canada, e qui ha compiuto gli studi conseguendo la laurea in filosofia, nel 1963, presso l’università dell’Alberta, seguita dal PhD presso l’università di Pittsburgh, tre anni dopo. In Canada è stato docente presso l’università di Toronto, mentre negli Stati Uniti ha insegnato presso le università di Yale, della California del sud, di San Francisco e di Princeton (dalla quale nel 2008 ha preso congedo). Membro di numerose società e accademie fra le più prestigiose, van Fraassen ha unito alla sua attività di ricerca anche un infaticabile impegno nel ruolo di editor per riviste come il Journal of Symbolic Logic e il Journal of Philosophical Logic nonché per numerose associazioni scientifiche internazionali.
Dal suo primo volume, An Introduction to the Philosophy of Time and Space, che è del 1970, al recentissimo Scientific Representation, uscito nel 2008, la produzione scientifico-filosofica di van Fraassen è stata vastissima: fatta non solo di articoli e monografie, ma anche di saggi critici e di importanti curatele. Alcune delle monografie di van Fraassen hanno segnato l’evoluzione della filosofia della scienza negli ultimi decenni. Fra esse, due spiccano in particolar modo: The Scientific Image (1980, opera tradotta in varie lingue e uscita in italiano nel 1985 con il titolo L’immagine scientifica) e The Empirical Stance (2002). In queste due opere si trova lucidamente esposta la prospettiva generale entro la quale van Fraassen analizza e ricostruisce il senso del sapere scientifico, esaminato nel divenire del rapporto fra teorie e fenomeni e con la consapevolezza dei limiti dell’umana conoscenza: la concezione semantica delle teorie si compenetra con un atteggiamento pragmatico e con una lettura “prospettica” delle osservazioni, confluendo in un raffinato empirismo che ha paradigmaticamente presenti i problemi legati all’interpretazione della meccanica quantistica.
Accanto a testi di carattere propriamente epistemologico, van Fraassen ha anche scritto pregevoli introduzioni alla meccanica quantistica e alla logica. Lungo è infine l’elenco dei lavori di ricerca che van Fraassen ha dedicato a problemi di logica: alcuni suoi articoli hanno introdotto concetti e metodi originali intorno ai quali sono cresciuti nuovi settori di questa disciplina.
È raro trovare uniti nella stessa persona un alto livello di competenza scientifica e una raffinata coscienza filosofica. Non meno raro è trovare in un filosofo della scienza, accanto a una convinta difesa di tesi sostenute con chiarezza e rigore argomentativo, una generosa attenzione per linee teoriche alternative e un appassionato invito alla prudenza nel giudicare lo stato dell’arte. Questa duplice rarità si trova esemplificata in van Fraassen. La raffinata forma di empirismo che è legata al suo nome reca una lezione di saggezza che, andando oltre l’ambito scientifico, favorisce la fioritura di quei valori che animano un autentico spirito democratico.

Per i motivi qui sinteticamente espressi, il comitato scientifico di Pianeta Galileo è stato unanime nell’attribuire a Bas van Fraassen  il Premio Giulio Preti.