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COMUNICATO STAMPA  n. 1065

 
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Violenza di genere: Fondazione non può essere intestata a femminicida

Approvata all’unanimità la mozione del gruppo Pd illustrata da Enrico Sostegni. Sottoscrivono l’atto anche Serena Spinelli (Art.1-Mdp), Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt)

 

di Camilla Marotti, 9 ottobre 2018

 

“Non si può accettare che una Fondazione sia intitolata ad un femminicida”. Non si può, cioè, “accettare l’idea che in qualche modo la vittima abbia una responsabilità in quanto è accaduto”. Enrico Sostegni è il primo firmatario della mozione del Pd che contro la violenza di genere dice ‘no’ all’intitolazione della Fondazione a Federico Zini. L’atto è stato votato all’unanimità dall’Assemblea e sottoscritto in Aula anche da Serena Spinelli (Art.1-Mdp), Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt).

La mozione ripercorre la vicenda del venticinquenne che lo scorso maggio, a Prato, ha ucciso la fidanzata e poi, una volta a casa, a San Miniato, si è tolto la vita. Allo Zini è intitolata una Fondazione costituita dal padre, che ha come intento quello di combattere la violenza di genere e aiutare i bambini in condizioni di disagio anche collaborando con altre realtà presenti sul territorio.

Sostegni in aula non fa nomi, ma ricorda che dietro la cronaca tragica degli eventi di maggio vi è il numero, sempre crescente, di femminicidi nel Paese. “Quello di Prato, a maggio, era il 32esimo, adesso siamo a 64”. Il punto, continua il consigliere, non è mettere in discussione “Il dramma di due famiglie”, il lutto devastante. “Il fatto molto importante è culturale”, perché “c’è un dato culturale alla base di ogni femminicidio e della gran parte dei casi di violenza”. E per questo intitolare una Fondazione a un femminicida “è inaccettabile”.

Sulla mozione è intervenuto anche il consigliere Nicola Ciolini (Pd), ricordando come la vicenda abbia "suscitato l'attenzione di molte amministrazioni comunali, tra le quali quelle dell'area pratese, che hanno approvato mozioni simili". "Credo che sia molto importante che il Consiglio regionale, su questo tema, assuma una posizione unanime", ha aggiunto.

L’atto impegna la Giunta a “continuare con le misure di contrasto alla violenza di genere su tutto il territorio regionale, nonché a valutare quali ulteriori azioni possano essere intraprese, per disincentivare ogni iniziativa volta ad alimentare un messaggio ambiguo rispetto alle politiche di contrasto alla violenza di genere, che punti a giustificare o riabilitare chi commette femminicidio”. 

L’unanimità invocata e ottenuta da Sostegni serve anche a far sì che gli uffici regionali competenti non consentano la costituzione della Fondazione. Un’iniziativa che, ricorda la mozione, ha comunque provocato una raccolta di firme spontanea per esprimere contrarietà, con l’adesione di rappresentanti delle istituzioni locali e regionali.

L’intitolazione a un femminicida, si legge in narrativa, oltre a rappresentare una possibile mancanza di rispetto nei confronti della vittima e dei suoi familiari, potrebbe rappresentare anche un ulteriore deterrente per le donne a denunciare le violenze subite.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana