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COMUNICATO STAMPA  n. 1283

 
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Educazione di genere: da Toscana contributo a proposta legge nazionale

Una delegazione della commissione regionale Pari opportunità è stata ascoltata a Roma dalla commissione parlamentare Cultura

 

9 settembre 2016

 

Firenze – Una delegazione della commissione Pari opportunità del Consiglio toscano è stata ascoltata a Roma dalla commissione Cultura della Camera dei deputati per l’elaborazione della proposta di legge nazionale sull’introduzione dell’educazione di genere nelle attività didattiche delle scuole italiane. Nel piano 2017 della commissione regionale Pari opportunità, infatti, è previsto uno specifico percorso di sostegno all’educazione di genere nelle scuole e pertanto il contributo della commissione presieduta da Rosanna Pugnalini è stato considerato significativo a livello parlamentare.
“Riteniamo che il coinvolgimento delle scuole nella diffusione del principio di pari opportunità e nelle azioni di contrasto agli stereotipi di genere sia il principale strumento per un cambiamento culturale che possa portare a risultati apprezzabili nel medio e lungo periodo”, si legge nel documento firmato dalle consigliere di parità Mirella Cocchi, Gilda Fronzoni e Siliana Biagini che hanno rappresentato a Roma la commissione.
Le tre delegate hanno ricordato le azioni e le leggi in materia di pari opportunità e di violenza di genere in Toscana, dove a partire dal 2011 esiste il “codice rosa” che identifica percorsi di accesso nelle strutture sanitarie per le vittime di violenza e in particolare di violenza di genere e dove la Giunta regionale ha di recente deliberato un accordo di collaborazione con l’Ufficio scolastico per specifici progetti di formazione e sensibilizzazione nelle scuole contro le discriminazioni e la violenza di genere. Il documento è stato consegnato alla commissione parlamentare.
La delegazione toscana, secondo quanto si legge nella nota, ha evidenziato l’esistenza di due fenomeni “purtroppo sempre più ben evidenti”, ovvero che “la violenza contro le donne è una delle violazioni dei diritti umani più invasiva e diffusa e in alcuni contesti la più nascosta” e che “la discriminazione verso chiunque sia portatore di una differenza assume sempre più spesso aspetti drammatici e sfocia nella violenza”.
“La violenza sulle donne è la spia di un malessere profondo delle relazioni e di una diffusa crisi dei valori”, si legge nel documento. “La vera battaglia contro questa e ogni altra violenza comincia nelle aule delle nostre scuole. L’antidoto alla prevaricazione e ad ogni forma di discriminazione non può che essere la cultura dell’inclusione e del rispetto”. La scuola della parità, di conseguenza, “è la scuola che accoglie, che include, che insegna la differenza come valore e ricchezza, che educa alla cittadinanza attiva”.
La proposta di legge nazionale, secondo le delegate toscane, non può che essere “accolta positivamente” sia perché “va a coprire un vuoto legislativo” sia perché “con provvedimenti concreti mira a realizzare l’uguaglianza sostanziale”. Tranne qualche eccezione, detto per inciso, molti Paesi europei “dispongono di politiche pur diversificate in materia di parità tra i sessi nel campo dell’istruzione”.
“L’obiettivo primario è superare i tradizionali ruoli e gli stereotipi legati al sesso”, si legge ancora nella nota. Che tuttavia, esortando Stato nazionale e Regioni, evidenzia anche che “scarse sono invece le iniziative dei Governi volte ad informare i genitori sulle tematiche della parità tra i sessi ed a coinvolgerli maggiormente nella promozione della parità di genere nel mondo dell’istruzione” mettendo l’accento sulla necessità di una “formazione sistemica” e della “revisione del linguaggio” per facilitare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. (mc)

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana