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Più Toscana
comunicato n. 66 del 4 febbraio 2013

 
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AGRICOLTURA – Il caso tenuta di Javello finisce sui banchi della Regione. “Dare possibilità a guardie di abbattere i ‘nocivi’”

Gambetta Vianna (Più Toscana) raccoglie la denuncia della marchesa Maria José Borghese e presenta un’interrogazione in Consiglio Regionale. “Intervenire immediatamente con abbattimenti di ungulati per salvare le aziende dalla morsa della crisi”

«La tenuta di Javello è una delle più importanti della Toscana e come tale bisogna impegnarci per tutelarla. Gli ungulati le stanno creando un danno sempre più irreparabile ed è dovere delle Istituzioni impegnarsi per difendere l’impresa dei marchesi Savino-Borghese. Quello della fattoria di Javello è l’ennesimo esempio di ciò che quotidianamente capita alle aziende agricole a causa degli ungulati “nocivi”». È quanto afferma il capogruppo di Più Toscana in Regione e membro della II commissione “Agricoltura”, Antonio Gambetta Vianna, in merito alle difficoltà dell’azienda sulle colline tra Prato e Pistoia di proprietà di Maria José Borghese dovute ai cervi che mangiano i ributti e non fanno nascere le nuove piante. Ed è proprio per questo motivo che il consigliere regionale ha deciso di presentare un’interrogazione in Regione per chiedere cosa intenda fare la Giunta Rossi per aiutare la fattoria di Javello e tutte quelle aziende che quotidianamente subiscono attacchi da parte di ungulati e per sapere se non sia il caso di attivarsi presso le Province per dare la possibilità alle guardie di abbattere questi ungulati “nocivi”.
«La crisi – afferma Gambetta Vianna – sta attanagliando anche i settori trainanti dell’economia toscana, tra cui l’agricoltura. Per questo motivo, le aziende private non vanno abbandonate a se stesse. Ha ragione il marchese Vincenzo Savino di Auletta quando afferma che con la gestione dell’Atc vengono abbattuti solo pochi esemplari all’anno sui circa 4mila cervi stimati. Forse affidare ai proprietari l’abbattimento selettivo dei cervi è troppo, ma potremmo trovare un buon compromesso se dessimo questo incarico, oltre ai cacciatori abilitati, anche alle guardie venatorie e ambientali volontarie e alla polizia provinciale. In questo caso, è necessario che la Provincia dia al personale di vigilanza preposto la possibilità di abbattere i cervi».
Gambetta Vianna pensa anche alla carne di cervo: «se gli appositi controlli sanitari dimostrano che è sana, la carne potrebbe essere data in beneficienza, in modo da influire positivamente anche sullo smaltimento delle carcasse».

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