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Più Toscana
comunicato n. 60 del 31 gennaio 2013

 
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RIFIUTI SANITARI / ESTAV CENTRO – Lazzeri (Più Toscana): “Puntare su nuove tecnologie per rendere il rifiuto da speciale a urbano. Alla Estav Centro si risparmierebbero 22,3 milioni di euro + iva in 3 anni”

“Triturare, sterilizzare ed essiccare i rifiuti sanitari per smaltirli come rifiuti solidi urbani, con un costo di smaltimento inferiore di 5 volte”

«L’Estav Centro spende quasi 28 milioni di euro oltre iva per lo smaltimento dei rifiuti sanitari speciali, quando usando nuove tecnologie basate sulla triturazione, la sterilizzazione e l’essiccamento si possono smaltire questi rifiuti come urbani, risparmiando fino a 5 volte il costo di smaltimento». È la denuncia del consigliere regionale di Più Toscana, Gian Luca Lazzeri, commentando il valore dell’appalto (con scadenza maggio 2016) di 27.921.343,90 iva esclusa con il quale l’Estav Centro fa smaltire ad una ditta terza i rifiuti sanitari speciali delle Aziende sanitarie di sua competenza.
Il bando è suddiviso in tre lotti. Il primo da 7.332.296,60 euro iva esclusa riguarda l’Asl 3 di Pistoia, Asl 4 di Prato ed Estav Centro; il secondo da 9.007.583,40 euro iva esclusa l’Asl 10 di Firenze, l’Asl 11 di Empoli e l’Ispo di Firenze; il terzo da 11.581.463,90 euro iva esclusa le Aziende ospedaliere di Careggi e Meyer di Firenze.
«Se adottassimo le nuove tecnologie presenti in diversi Paesi europei e in alcuni presidi ospedalieri toscani – spiega Lazzeri – potremmo polverizzare questi tipi di rifiuti smaltendoli come semplici rifiuti urbani, con un costo inferiore di almeno 5 volte. Per esempio, il bando dell’Estav Centro, secondo le nostre valutazioni, sarebbe stato di “soli” 5,6 milioni oltre iva invece di quasi 28, con un risparmio di 22,3 milioni di euro».
L’esponente di Più Toscana ricorda l’esperienza del “Converter” sperimentato all’ospedale pediatrico di Massa. «Questo progetto, voluto dal precedente presidente della commissione Sanità, Fabio Roggiolani – continua Lazzeri –, aveva dato degli ottimi risultati che erano stati certificati anche dall’Università di Napoli. I rifiuti, resi non pericolosi, furono trattati in loco con una riduzione del volume intorno al 60-70% e del peso del 30%, finendo smaltiti come semplici rifiuti urbani. Col metodo attuale, invece, i rifiuti sono destinati all’incenerimento. Serve – conclude Lazzeri – una scelta coraggiosa di campo da parte della Regione sia per preservare il nostro ambiente, sia per risparmiare 56 milioni di euro oltre iva in 3-4 anni per tutti i bandi delle varie Estav».

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