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Portavoce dell`opposizione
comunicato n. 280 del 30 agosto 2020

 
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Fase 3, Alberti: “In ospedale ok controlli, ma si usi anche buon senso”

Fase 3, Alberti: “In ospedale ok controlli, ma si usi anche buon senso”
Numerose segnalazioni sull'esclusione degli accompagnatori durante le visite. Il Consigliere regionale della Lega: “Valutare soprattutto casi particolari”
È giusto che negli ospedali della Toscana ci siano controlli sugli accessi degli accompagnatori, ma sarebbe anche auspicabile un minimo di libertà di manovra e di giudizio da parte degli operatori sanitari, per i casi particolari – dice il Consigliere regionale della Lega e candidato alle prossime elezioni regionali, Jacopo Alberti – è ovvio che chi controlla gli accessi deve attenersi alle ordinanze e ai protocolli, non solo per salvaguardare i pazienti fragili che sono all'interno della struttura, ma anche per il proprio posto di lavoro. Ma non possiamo continuare a non applicare un minimo di buon senso ai casi più complessi. Spesso si è troppo rigidi in questo periodo su alcuni aspetti mentre su altri non ci si rende conto di violare le più comuni regole della privacy”.
Mi è stato segnalato, per esempio, che al Meyer di Firenze c'è un unico accesso, dove tutti coloro che devono effettuare una visita si incolonnano, creando anche assembramento perché ovviamente i minori sono accompagnati. Ma oltre a questo, quando si arriva di fronte al bancone dell'accettazione, nome cognome e patologia per la quale si deve accedere vengono dichiarati di fronte a tutti, senza un minimo di privacy. È giusto tutelare i malati e le persone più a rischio, ma bisogna tener conto anche delle necessità umane dei pazienti e delle famiglie che li accompagnano, che in questo periodo vengono tenuti all'esterno in condizioni anche precarie per il caldo. Il sistema sanitario regionale deve organizzarsi, anzi avrebbe già dovuto farlo, per i mesi a venire, perché se la situazione dei contagio da Covid continuerà, non è pensabile tenere le persone all'esterno delle strutture anche a ottobre o novembre. La regione deve tutelare i pazienti, certo – conclude Alberti – ma anche gli accompagnatori e il personale sanitario che ha la responsabilità delle strutture”.   

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