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Forza Italia - 20 settembre 2017

 
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Pisa, nuova inchiesta sulla sanità toscana; Mugnai (FI): «Essere garantisti non ci impedisce di pretendere chiarimenti»

Il Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai (Vicepresidente Comm. sanità) presenta un'interrogazione chiedendo risposte in forma scritta

         «Il fatto di essere graniticamente garantisti non ci impedisce di pretendere dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi un chiarimento puntuale sulle vicende di corruzione nella sua sanità su cui sta indagando la procura di Pisa, segnatamente per irregolarità nelle procedure concorsuali a copertura di posti di dirigente sanitario nella Asl di Pisa. Per dar modo al governatore di definire i contorni della vicenda, presentiamo un’interrogazione in risposta alla quale potrà esprimersi in merito in forma scritta. Certo è che se l’inchiesta dovesse confermare le accuse allora si avrebbe la rappresentazione plastica di quanto abbiamo sempre denunciato quando parlavamo di una sanità toscana che serviva per produrre consenso attraverso pratiche clientelari, di una sanità qui più che altrove asservita a logiche politiche».
         Lo dichiara il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai, Vicepresidente della Commissione sanità e politiche sociali, a seguito della notizia circa un fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Pisa con corruzione come ipotesi di reato.
         Mugnai chiarisce meglio il punto della questione: «Abbiamo appreso la notizia da organi di stampa secondo cui “E’ un’indagine avviata da tempo con l’iscrizione sul registro degli indagati di almeno tre persone, quella che viene delegata dalla magistratura pisana alla Guardia di finanza per le attività di polizia giudiziaria”. Tra queste “Ledo Gori, pontederese, storico capo di gabinetto del presidente della Regione, Enrico Rossi (estraneo all’inchiesta) […]; Mauro Maccari, direttore sanitario dell'Asl Toscana Nord Ovest […]; Alfredo Sbrana, psichiatra dell’Asl […]. Per la gravità del reato il codice di procedura penale prevede anche il ricorso alle intercettazioni telefoniche”».

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